“Se a Genova si fosse agito in maniera diversa forse oggi non ci sarebbero stati i tre positivi nel Napoli”. Risponde così Antonio d’Amore, Direttore Generale dell’ASL Napoli 2 Nord, a Effetto Giorno di Alessio Maurizi su Radio 24, a difesa della scelta di sospendere la trasferta del Napoli a Torino. “Non sappiamo quanti ce ne saranno ancora (positivi, ndr). Cosa sarebbe successo se il Napoli fosse andato a giocare a Torino e fossero risultati positivi altri giocatori?”.
STOP AL NAPOLI – “Se non avessimo fatto questo, saremmo incorsi in una mancanza di sorveglianza sanitaria. L’indagine viene effettuata sulla persona risalendo ai tre giorni precedenti, sia per i familiari sia per il gruppo lavoro. L’Epidemiologia se non avesse fatto questo sarebbe incorsa in una mancanza di sorveglianza sanitaria, oltre che in grave carenza amministrativa”.
PROTOCOLLO LEGA A-CTS SUPERATO DAI FATTI – “Sono regole dettate in un momento completamente diverso”. E’ categorico d’Amore, secondo cui occorre contestualizzare il protocollo per la ripresa del calcio giocato con l’attuale situazione sanitaria: “Noi abbiamo una espansione dell’epidemia con un aumento soprattutto a Napoli, siamo i primi in Italia. In base a questo l’Epidemiologia ha agito tenendo conto anche di quanto accaduta con la squadra del Genoa. – e conclude d’Amore a Radio 24 – Quando sono state scritte le regole c’era da finire un campionato a giugno, le squadre erano in isolamento perché erano in ritiro permanente, dovendo giocare 3-4 partite a settimana”.
Di seguito i file audio dell’intervento di D’Amore.