Criscito: «Quando ho iniziato a giocare per il Genoa mi sono innamorato dei colori rossoblù»

Il capitano del Genoa in una diretta Instagram con “Che Fatica La Vita Da Bomber”: «Il derby di Genova è il più bello d'Italia. A Genova quando esce il calendario in estate tutti parlano del derby e si segnano la data»

Criscito Genoa
La gioia di Criscito dopo il gol al Sassuolo (Foto Genoa cfc Tanopress)

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Il capitano del Genoa, Domenico Criscito, si è raccontato in una “domande e risposte” in diretta Instagram con gli utenti della community “Che Fatica La Vita Da Bomber”. Ecco le sue dichiarazioni.
Il lockdown e la ripresa: «Da quando ci siamo fermati per il Coronavirus mi sono allenato quasi tutti i giorni. Come squadra a Genova non abbiamo ancora ripreso, torniamo ad allenarci tutti insieme lunedì. Sto leggendo sui vari siti e sui giornali, speriamo di ricominciare il campionato il prima possibile. Non abbiamo notizie certe, anche noi stiamo aspettando. I tifosi sono la parte bella del calcio, giocare in uno stadio vuoto è brutto, ma se bisogna farlo per la sicurezza di tutti è giusto così. Nella speranza di tornare alla normalità il prima possibile».
I migliori terzini del campionato: «Gosens e Theo Hernandez sono due giocatori che mi
piacciono davvero tanto. A sinistra, i migliori esterni del campionato».
Gian Piero Gasperini e…Ancelotti: «Mi ha coccolato più di tutti, per me Gasperini è il miglior allenatore. Dopo l’esperienza negativa alla Juventus mi ha riportato al Genoa e mi ha cambiato ruolo. Ho conquistato così anche la Nazionale. Se ho fatto carriera è merito suo. Da chi avrei voluto essere allenato? Da Carlo Ancelotti».
Criscito allenatore: «Mi piacerebbe allenare e ci sto pensando seriamente. Il calcio mi piace, è la mia vita. A Genova ho ancora tre anni di contratto, poi vedremo».
L’esperienza negativa di Torino: «Alla Juve non è andata bene. Sono stato inserito in una rosa a diciannove anni, in una squadra che era appena salita dalla Serie B e voleva tornare a vincere subito. Claudio Ranieri ha preferito puntare su giocatori più forti di me, ha fatto le sue scelte come ogni allenatore. Gli errori aiutano a crescere, quello contro Totti però alla fine mi ha anche aiutato. Arrivavo da un campionato affrontato da centrale in una difesa a tre e la Juve quell’anno giocava a quattro. Era diverso. Da piccolo ero juventino, mi piaceva Del Piero, ma più che altro tifavo Juve perché vinceva sempre. Quando poi ho iniziato a giocare per il Genoa mi sono innamorato dei rossoblù. Il mio sogno era diventare un calciatore».
Il capitolo in Russia: «All’inizio è stato difficile perché mia moglie era incinta. In quella scelta ha influito anche l’aspetto economico. Ero arrivato in una società importante e una città stupenda, ricordo che i tifosi mi accolsero benissimo. I miei figli sono nati a Genova ma sono cresciuti in Russia. Spesso mi chiedevano quando saremmo tornati a San Pietroburgo, si erano trovati bene anche loro. Il compagno di squadra più forte? Hulk».
A un passo dal Napoli: «Ho avuto la possibilità di indossare la maglia del Napoli prima di andare allo Zenit, poi però mancava l’accordo. Giocare al San Paolo mi ha sempre emozionato, è uno degli stadi più belli d’Italia e del mondo. Ma rifarei tutto così».
Piatek, Milito e…: «Piatek ha fatto benissimo al Genoa e al Milan, poi quando è entrato nel “periodo no” le conseguenze per lui sono state negative. L’anno scorso al raduno di inizio stagione ero infortunato e lo ammiravo dalla panchina. Appena prendeva la palla vedeva subito la porta. Impressionante. Milito? È un fenomeno. Ricordo il suo primo allenamento, è un giocatore eccezionale e ha fatto bene ovunque. È rimasto nel cuore di tanti tifosi anche perché è una grande persona. Guardando oggi alla Serie A mi piace molto Barella. È giovane ma ha tanta personalità, è un grande giocatore. Così come Tonali e Zaniolo. Tutti italiani. Per fortuna».
La stracittadina della Lanterna: «Il derby di Genova è il più bello d’Italia. A Genova quando esce il calendario in estate tutti parlano del derby e si segnano la data. Genoani e sampdoriani arrivano insieme allo stadio, c’è grande rispetto tra le due tifoserie».

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