Correvano gli anni 1974 e 1983: contro il Torino, i tifosi del Genoa contestarono i presidenti Berrino e Fossati

Cronache dal passato che si ripetono oggi: manifestazioni di protesta contro i presidenti che accaddero sempre in occasione delle gare contro i granata al Ferraris

Renzo Fossati Onofri
Renzo Fossati (a sinistra, Foto Primocanale)

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Il preannunciato «sciopero del tifo» dei supporters rossoblù per l’incontro odierno con il Torino ha curiosamente due precedenti con la formazione granata, datati domenica 21 aprile 1974 e domenica 30 ottobre 1983, in cui venne messo pesantemente in discussione l’operato degli allora presidenti del Genoa (nel primo caso Giacomo «Jack» Berrino e nel secondo Renzo «o’ sciu Rensu» Fossati) in campionati che si sarebbero poi conclusi con la retrocessione in Serie B. Delle due manifestazioni di protesta, che intendevano lasciare deserta la Gradinata Nord, si può dire che la prima, decisa in un’assemblea straordinaria di quattro giorni prima del Centro di Coordinamento Clubs Genoani, presieduto da Giuseppe «Pippo» Spagnolo, con la mancata approvazione dei due clubs di Genova-Sampierdarena dedicati ad Ettore Leale e a Felice Virgilio «Levre» Levratto II e di quello di Genova-Bolzaneto, sostanzialmente fallì, mentre la seconda, che ebbe per capofila il gruppo dei Giovani della Nord, riuscì parzialmente (gli spettatori, assiepati sotto gli ombrelli – nel vecchio stadio di Marassi le due gradinate e il piano superiore dei Distinti erano scoperti – in una fredda giornata di pioggia e tramontana, lasciarono vuota una decina dei gradini più bassi del «cuore» del tifo rossoblù), colpendo abbastanza efficacemente a livello di comunicazione con l’assenza di bandiere e striscioni rossoblù e la presenza di manifestini di protesta (in uno Fossati veniva definito un Faraone e i dirigenti rossoblù suoi cortigiani; in un altro si rimproverava al massimo dirigente di aver messo in atto una squallida gestione padronale, fatta di «giochi di prestigio» e false promesse concretizzatisi in brutte figure e nel conseguente avvilimento dei cuori rossoblù) e di striscioni di contestazione (GENOA PERDONA LORO: NON SANNO QUELLO CHE FANNO; NON SIAMO TEPPA, MA STUFI: FOSSATI, VATTENE!; FOSSATI, ORA BASTA!; FOSSATI, REGALACI UN SOGNO: VATTENE!; AAA B C DIRIGENTI CERCANSI).

Nella prima delle due partite il Genoa era reduce dalla doppia vittoria (che avrebbe rappresentato al termine di quello sciagurato Campionato la metà dei successi ottenuti in trenta partite!) a Cagliari (1-0) e contro il Foggia (2-1) e dalla sconfitta (0-2) a Bologna in un incontro che era stato giocato con una tempra agonistica assolutamente inadeguata per una squadra che voleva rientrare tra le pretendenti alla salvezza. Quella con il Torino era la classica «ultima spiaggia» per gli uomini di Arturo «Sandokan» Silvestri, che nell’occasione profusero il massimo impegno, ma ebbero la sfortuna di imbattersi in una giornata di straordinaria vena del portiere degli ospiti, Luciano «Giaguaro» Castellini, il quale nella ripresa negò la gioia della meritata rete del vantaggio ai padroni di casa che assediavano la sua porta posta sotto una Gradinata Nord effervescente, deviando sul fondo un tiro-cross di Claudio Maselli all’8’, rallentando un tiro di Sidio Corradi al 10’ (Natalino Fossati rinviò il pallone prima che varcasse la linea di porta), parando un colpo di testa di Corradi al 14’ e un tiro rasoterra di Antonio «Tony» Bordon 23’ per poi superarsi con un tuffo felino (…come a voler onorare il suo soprannome!) sulla sua sinistra al 29’ a bloccare un’angolata conclusione di Mario «Mariolino» Corso. Quasi a voler confermare la regola non scritta del calcio “goal fallito, goal subito!”, nell’azione nata dal rilancio del portiere il fantasista degli ospiti Claudio «il poeta del goal» Sala andò a conquistarsi, facendosi sgambettare dal libero avversario Giorgio «Custer» Garbarini, messo in crisi da una sua finta di corpo, un calcio di rigore freddamente trasformato da Paolino «Puliciclone» Pulici, che spiazzò Giuseppe «Bibi» Spalazzi, gettatosi sulla sua sinistra, con un morbido diagonale di destro (il più prolifico – 170 reti – marcatore della storia del Torino in partite ufficiali avrebbe tirato alla stessa maniera dodici minuti dopo un secondo calcio di rigore concesso dal signor Paolo Casarin di Milano, che pochi minuti prima aveva sanzionato con un «calcio di punizione a due» in area di rigore a favore del Genoa un intervento probabilmente passibile di massima punizione, per fallo di mano di Antonio Maggioni ad interrompere un suo suggerimento per il «gemello del goal» Francesco «Ciccio» Graziani sr.).

Il dopopartita fu assolutamente turbolento con assedio per circa due ore e mezzo all’arbitro e ai giocatori del Genoa (probabilmente oggi i giocatori rossoblù per una prestazione generosa quanto sfortunata come quella riceverebbero l’applauso del pubblico; non è questa la sede per affrontare il discorso della rielaborazione del lutto – reale e simbolico – ai giorni nostri, quando è diventato normale applaudire durante i minuti di raccoglimento): alcuni pseudotifosi restarono sugli spalti, bruciando un cartellone pubblicitario, rubando quello blucerchiato GLI AMICI DEL BAR BEPPE, che restava fisso nella curva coperta della Gradinata Sud dal lato della Tribuna, ed applaudendo i giocatori stimati come Corso che ingannavano l’attesa passeggiando sul campo; vennero bucati i pneumatici del pullman del Genoa, che dovette essere sostituito; un facinoroso; vedendo ingolfata l’automobile dell’arbitro, guidata da un commissario di polizia, all’uscita degli spogliatoi, tentò, senza riuscirci, di sfondarle con un fortissimo pugno un finestrino, sicché il direttore di gara poté lasciare lo stadio solamente su una «volante» della Polizia, dopo che era stata presa in considerazione e poi scartata l’ipotesi di far atterrare sul terreno di gioco un elicottero per portarlo in salvo. Vennero comminate dal Giudice Sportivo tre giornate (poi ridotte a due) di squalifica al campo del Genoa, che avrebbe perso sabato 4 maggio a Lucca 0-1 contro il Milan e domenica 19 maggio a Piacenza 1-2 contro il Napoli nell’ultima partita di quel Campionato in cui aveva ritrovato per una sola stagione la Serie A dopo otto anni di assenza.

Decisamente migliore fu nove anni e mezzo dopo l’esito sportivo della partita giocata in un clima di contestazione, in cui il Genoa, dopo tre pareggi e tre sconfitte (il dignitoso 0-1 sul campo dei campioni d’Italia della Roma alla V giornata era stato anticipato all’esordio dalla disfatta casalinga per 0-5 con l’Udinese e sarebbe stato seguito da un indecoroso 0-2 interno con nell’Avellino, che aveva scatenato la «guerriglia» dei tifosi più esagitati nelle vie circostanti il “Luigi Ferraris”), in cui fu grande protagonista Massimo «il nuovo Rossi» Briaschi I, che segnò con tiro di esterno sinistro nell’angolino destro della porta da ventidue metri circa su punizione indiretta, iniziata da un tocco di capitan Claudio Onofri, al 17’ del 1° tempo e fuggì, su lancio di Onofri, sulla fascia destra in contropiede al 5’ della ripresa, servendo un pallone in piena area di rigore che Roberto «Dustin» Antonelli sr. (il talentuoso attaccante valtellinese sarebbe stato sostituito poco più di mezz’ora dopo da Francesco Mileti, all’esordio in rossoblù, prelevato in settimana dall’Avellino: il regolamento dell’epoca consentiva la compravendita di giocatori tra società della stessa serie a patto che, pur essendo andati in panchina, non fossero mai scesi in campo in partite di Campionato) capitalizzò a una decina di metri dalla porta con un tiro di interno sinistro di prima intenzione nell’angolino destro della porta difesa da Giuliano Terraneo. Furono quelle le uniche due reti subite in trasferta nel girone d’andata dagli uomini di Eugenio «il tedesco di Borgotaro» Bersellini, che con il successo per 1-0 al “Giuseppe Meazza” sul Milan di domenica 18 dicembre avrebbero riequilibrato la perfetta media inglese (un punto a partita) nei primi sette incontri esterni.

La rete di Giuseppe «Beppe» Dossena alla «Scala del calcio» fu la seconda in quel girone d’andata «avaro» in trasferta di segnature (realizzate ed incassate) per i granata, visto che la prima era stata quella a Genova dell’austriaco Walter Schachner, abile a due minuti dal termine ad «arpionare» un traversone di Danilo Pileggi dalla sinistra con il piede destro e sul rimbalzo a scaricarlo con un tiro di esterno destro da una decina di metri dalla porta alle spalle del portiere italo-jugoslavo del Genoa Silvano «Beara» Martina (il quale al 25’ della ripresa non aveva fatto «tornare in partita» quelli che dalla stagione successiva sarebbero stati i suoi compagni di squadra, deviando con la mano destra sul fondo un tiro di sinistro da distanza ravvicinata di Antonio «Pandone» Comi sr.), che lo riuscì solamente a toccare con il costato sinistro.

TABELLINI

Genova, domenica 21 aprile 1974, Stadio “Luigi Ferraris”, ore 15,30

Genoa-Torino 0-2 [XXVI giornata del Campionato Italiano 1973/1974]

Arbitro: Casarin [Milano]

Spettatori: Trentamila circa

Marcatore: nel 2° tempo P. Pulici su rigore al 31’ e su rigore al 43’

Genoa: 1 Spalazzi, 2 Maggioni, 3 Bittolo, 4 Maselli, 5 Rosato I, 6 Garbarini, 7 S. Corradi., 8 Derlin, 9 A. Bordon, 10 Simoni, 11 M. Corso. Allenatore: A. Silvestri.

Torino: 1 Castellini, 2 M. Lombardo, 3 Fossati, 4 Zecchini (dal 18’ del 2° T.: 13 Rampanti), 5 Cereser, 6 Agroppi, 7 F. Graziani sr., 8 Ferrini, 9 C. Sala, 10 Mascetti, 11 P. Pulici. Allenatore: E. Fabbri.

Note: non riuscito tentativo da parte del Centro Coordinamento dei Clubs Genoani di convincere i tifosi a disertare lo stadio in segno di protesta nei confronti del comportamento della dirigenza e dei giocatori rossoblù; alla partita assiste una coppia di tifosi genoani, sposatisi in mattinata, che ha deciso di rinviare di qualche ora la partenza per il viaggio di nozze; gravi incidenti al termine dell’incontro (descritti sopra).

Genova, domenica 31 ottobre 1983, Stadio “Luigi Ferraris”, ore 14,30

Genoa-Torino 2-1 [VII giornata del Campionato Italiano 1983/1984]

Arbitro: R. Lo Bello jr. [Siracusa]

Spettatori: Ventimila circa

Marcatori: nel 1° tempo Briaschi I (G) al 17’; nel 2° tempo Antonelli sr. (G) al 4’ e Schachner (T) al 43’

Genoa: 1 Martina, 2 V. Romano II (dal 37’ del 2° T.: 13 Canuti), 3 Testoni, 4 G. Corti sr., 5 Onofri, 6 Faccenda, 7 Viola, 8 Peters, 9 Antonelli sr. (dal 38’ del 2° T.: 15 Mileti), 10 P. Benedetti, 11 Briaschi I. Allenatore: Simoni.

Torino: 1 Terraneo, 2 Corradini, 3 Beruatto sr., 4 Zaccarelli (dal 12’ del 2° T.: 16 Comi sr.), 5 L. Danova, 6 R. Galbiati, 7 Schachner, 8 Caso, 9 Selvaggi, 10 G. Dossena, 11 Hernandez (dal 5’ del 2° T.: 15 Pileggi). Allenatore: Bersellini.

Note: Volantini e striscioni di contestazione contro la dirigenza del Genoa (descritti sopra); Mileti aveva assistito sette giorni prima nello stesso stadio, sedendo con la maglia n. 14 sulla panchina degli ospiti, alla vittoria dell’Avellino sul Genoa per 2-0

Stefano Massa

(membro del Comitato Ricerca e Storia del Museo della Storia del Genoa)

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