Correva l’anno 2019: con una tripletta straniera, il Genoa espugnò Empoli

Segnarono Kouamé, Lazovic e Sanabria: per i toscani pareggiò momentaneamente Di Lorenzo

Sanabria Lazovic
Lazovic e Sanabria dopo il gol a Empoli (foto di Genoa CFC Tanopress)

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Domenica 26 maggio 2019 i tifosi del Vecchio Grifone vissero una serata di grande apprensione, ma… a lieto fine, incollati alla radio sia che si trovassero all’“Artemio Franchi” di Firenze a palpitare per la loro squadra del cuore, scesa in campo in quell’ultima giornata di Campionato contro i viola (ne scaturì un pareggio «a reti bianche» con pochissime occasioni da rete) sia che fossero a casa, sperando in una sconfitta – poi effettivamente verificatasi con il risultato finale di 1-2 – dell’Empoli al “Giuseppe Meazza” contro l’Internazionale, oppure, se disponevano di un abbonamento ai canali di Sky, che trasmettevano in diretta le due partite, impegnati in un frenetico «zapping» televisivo tra i terreni di gioco di Firenze e di Milano. Infatti, il Genoa, che aveva vinto entrambi gli incontri di Campionato contro l’Empoli, per 2-1 in casa domenica 26 agosto 2018 e per 3-1 in trasferta lunedì 28 gennaio 2019 (partita che verrà rievocata in questa rubrica), riagganciando in classifica a 38 punti i toscani, da cui era stato sorpassato sette giorni prima, si sarebbe – come accadde – salvato per la migliore «classifica avulsa negli scontri diretti». Il successo al “Carlo Castellani” di Empoli, ottenuto con tre reti segnate da calciatori stranieri nati in tre diversi – Africa, Europa ed America – continenti (l’ivoriano Christian Michael Kouakou «la Gazzella» Kouamé, il serbo Darko «Razo-vić» Lazović e il paraguaiano Arnaldo Antonio «Tonny» Sanabria Ayala) si sarebbe rivelato, quindi, decisivo per il Genoa, anche se, al termine di quell’incontro, la situazione sembrava assolutamente tranquilla per la compagine rossoblù, visto che gli uomini di Claudio Cesare Prandelli si trovavano in tredicesima posizione con 23 punti, avendo dietro di loro il Cagliari e la S.P.A.L. con 21, l’Udinese con 18, l’Empoli con 17, il Bologna con 14, il Frosinone con 13 e il Chievo Verona con 8.
La partita fu interessante fin dalle sue prime battute e vide nel primo tempo una netta «prevalenza territoriale» dei padroni di casa, che non lasciò traccia di sé nel risultato, visto che le due formazioni fecero rientro negli spogliatoi per l’intervallo con gli ospiti in vantaggio per 1-0.
Al 10’ e al 15’ le due squadre ebbero la loro prima occasione da rete: il Genoa andò vicino a passare in vantaggio grazie a un’iniziativa personale dell’esterno del centrocampo schierato con cinque uomini, il brasiliano naturalizzato italiano Daniel Sartori Bessa, il quale, dopo essersi accentrato fece partire un forte tiro in diagonale di destro che terminò sul fondo, passando a circa mezzo metro dal palo destro; l’Empoli «scheggiò» l’esterno del palo sinistro della porta genoana con un rasoterra di sinistro «di prima intenzione» dal vertice destro dell’area di porta dello sloveno Miha Zajć, servito dalla sinistra da capitan Manuel «lo Zio» Pasqual. Un paio di minuti dopo il Genoa passò in vantaggio con un angolato diagonale rasoterra di interno destro da sette metri di Kouamé, che approfittò di un lancio in verticale di una cinquantina di metri sul lato sinistro del campo di capitan Domenico «Mimmo» Criscito, su cui il difensore svizzero naturalizzato albanese dell’Empoli Frédéric Shtjefan «Freddie Veseli» Veselj ebbe il quadruplo torto di non intercettare il pallone, di farsi sfilare alle spalle l’attaccante ivoriano, di concedergli la parte interna del campo nello scatto verso la porta e di favorirlo con un maldestro tocco della sfera rimbalzante sul terreno con la tibia destra. Al 23’ il Genoa ebbe addirittura l’occasione di raddoppiare con Lazović, il quale, defilato sulla sinistra, si vide ribattere sul fondo la sua conclusione dall’estremo difensore empolese Ivan Provedel, fattoglisi incontro. Da quel momento fino alla fine del primo tempo, a dispetto del fatto che gli ospiti al 32’ avessero avuto con un’azione personale del brasiliano naturalizzato italiano Rómulo Souza Orestes Caldeira «Rómulo», conclusa con un tiro insidioso deviato sul fondo da Provedel in tuffo, l’Empoli dominò la seconda metà del primo tempo, «assediando» l’area di rigore genoana, ma non trovando il pareggio grazie a due notevolissimi interventi del portiere romeno Ionut Andrei Radu, il quale al 28’ respinse in tuffo – a braccio destro slanciato – con la mano aperta un forte diagonale di esterno destro a mezz’altezza da sette metri del bosniaco Rade «Dera» Krunić, ben smarcato in posizione leggermente defilata sulla destra da un filtrante passaggio rasoterra di Zajć, e al 36’ «chiuse la porta in faccia» a Francesco «Ciccio» Caputo, il quale, su calcio d’angolo battuto dalla destra da Zajć, approfittando di una deviazione aerea dell’argentino Matias Agustin Silvestre in area di rigore, si era ritrovato, dopo aver «addomesticato» il pallone con uno stop di petto, ad indirizzarlo dopo il rimbalzo a terra – senza la necessaria «cattiveria» – da appena dentro l’area di porta sul suo lato sinistro a quattro metri dalla linea di fondo con un diagonale di interno destro, respingendoglielo con il piede sinistro sollevato e spinto al massimo verso l’esterno (decisiva fu anche, mentre il portiere si sava rialzando da terra la respinta con il petto dell’argentino Cristian Gabriel «el Cuti» Romero del successivo tiro di esterno sinistro da diciassette metri di Pasqual).
Nella ripresa il Genoa nel tentativo di arginare la veemente offensiva dei padroni di casa si presentò in campo «ridisegnato» da Prandelli con il 4-2-3-1 con Sartori Bessa in mezzo al centrocampo offensivo a disturbare la costruzione del gioco da parte del francese naturalizzato algerino (terra d’origine della madre, coniugata con un marocchino) Ismael Bennacer. Al 12’ della ripresa, anche il tecnico dell’Empoli, Giuseppe «Beppe» Iachini decise di «cambiare le carte sul tavolo», facendo entrare l’attaccante georgiano Levan Mch’elidze e passando dall’originario 4-4-2 al 3-4-1-2, con Zajć «abbassato» nel ruolo di «fantasista». Dopo aver rischiato di subire il raddoppio al 14’, quando un tiro ad effetto di interno destro da dentro l’area di rigore di Davide «Biro» Biraschi aveva sfiorato il palo destro, l’Empoli pervenne al pareggio, complice una «papera» del fino ad allora ottimo Radu, che si lasciò sfuggire dalle mani un traversone rasoterra fatto partire dalla sinistra dentro l’area di rigore, a due metri dalla linea di fondo, da Caputo, con un tiro di sinistro, che passò tra le gambe di Zukanović, che aveva tentato di ribatterlo. da sei metri di Giovanni Di Lorenzo (il terzino destro onorò nell’occasione il soprannome di «Batigol» che gli era stato dato da ragazzino, quando giocava all’attacco) al 17’ e sarebbe addirittura passato in vantaggio, se, quattro minuti dopo, un bellissimo intervento in scivolata di Romero non avesse tolto in extremis a Caputo il «cioccolatino» servitogli da Zajć. Prandelli decise allora di «rompere gli indugi», facendo entrare in campo al 23’, al posto di «Rómulo», Sanabria Ayala, appena prelevato in prestito con diritto di riscatto dal Betis Siviglia per prendere il posto del centravanti polacco Krzysztof «il Pistolero» Piatek, «sacrificato sull’altare» del bilancio societario dal presidente Enrico «The Joker» Preziosi con la cessione al Milan, e passando al 4-4-2. Andando sicuramente oltre le speranze dell’allenatore lombardo, il Genoa, grazie a due grandi giocate di Lazović, al 24’ e al 27’, diede la svolta decisiva alle sorti dell’incontro: prima il serbo, servito da Santoni Bessa, che aveva effettuato un’incontrastata «discesa» di una cinquantina di metri, si liberò con un controllo «orientato» di interno destro del suo marcatore, il danese Jacob Vandsø Rasmussen, e poi da diciassette metri, all’interno della lunetta dell’area di rigore, fece partire con l’interno del piede sinistro – curiosamente il suo meno «educato» – un perfetto tiro ad effetto, che andò «a togliere la ragnatela» dall’angolino alto destro, vanificando il tuffo «a volo d’angelo» di Provedel; poi, dopo essersi «bevuto» in velocità sulla destra Bennacer e Rasmussen, fece partire a un metro dalla linea di fondo un perfetto traversone parabolico di destro che scavalcò la mano destra protesa in alto di Provedel e planò a tre metri dalla linea di porta sulla testa di Sanabria Ayala, che, quattro minuti dopo il suo ingresso in campo, toccò, schiacciandolo in rete, il suo primo pallone da genoano, segnando la rete del definitivo 3-1. Scosso dall’«uno-due» subìto, l’Empoli non riuscì a reagire, sfiorando solamente la rete al 47’ con un calcio di punizione dal limite dell’area di rigore di Pasqual, che mandò il pallone tirato con l’interno sinistro vicino al palo destro.

TABELLINO
Empoli (FI), lunedì 28 gennaio 2019, Stadio “Carlo Castellani”, ore 20:30
Empoli-Genoa 1-3 [Posticipo della XXI giornata del Campionato Italiano 2018/2019]
Arbitro: La Penna [Roma]; Arbitro VAR: Nasca [Bari]
Spettatori: ottomila circa
Marcatori: nel 1° tempo al 17’ Kouamé (G); nel 2° tempo al 17’ Di Lorenzo (E), al 24’ Lazović (G), al 27’ Sanabria (G)
Empoli (3-5-2): 1 Provedel; 5 Veselj, 26 Silvestre, 32 Rasmussen; 2 Di Lorenzo, 8 Krunić (dal 12’ del 2° T.: 7 Mch’elidze), 10 Bennacer, 8 Traoré I (dal 28’ del 2° T.: 48 Uçan), 23 Pasqual; 6 Zajć (dal 28’ del 2° T.: 18 Acquah), 11 Caputo. Allenatore: G. Iachini.
Genoa (3-5-2): 97 I. A. Radu; 14 Biraschi, 17 C. Romero, 87 Zukanović, 4 Criscito; 22 Lazović (dal 44’ del 2° T.: 32 Pedro Pereira), 8 Rómulo (dal 23’ del 2° T.: 9 Sanabria), 44 Miguel Veloso, 18 Rólon (dal 42’ del 2° T.: 13 Gi. Pezzella), 24 Bessa; 11 Kouamé. Allenatore: Prandelli.
Note: Cinquecento tifosi al seguito del Genoa

Stefano Massa
(membro del Comitato Ricerca e Storia del Museo della Storia del Genoa)

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