Correva l’anno 2017: Perin «chiuse la saracinesca» e il Genoa pareggiò col Torino 

Quello del 30 dicembre di 4 anni fa è stato l’unico incontro di campionato sul campo dei granata giocato di venerdì

Mattia Perin (foto di Genoa CFC Tanopress)

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Gli «incroci» di venerdì tra Torino e Genoa nel capoluogo torinese a livello ufficiale sono stati prima di oggi tre: il primo, che fu oggetto di un «precedente» all’inizio del 2020 su Pianeta Genoa 1893, a livello di Coppa Italia fu disputato il 16 aprile 1965 (vittoria per 2-0 dei padroni di casa in sfida unica valevole per l’accesso alle Semifinali della competizione); il secondo, che si giocò il 30 dicembre 2017 in Campionato (partita terminata «a reti bianche»), sarà oggetto di trattazione in questa rubrica; il terzo rappresenta con la sola esecuzione vincente dello spagnolo Alejandro «Álex» Berenguer Remiro, che diede il 10 gennaio 2020 sùbito dopo lo scoccare della mezzanotte la qualificazione ai Quarti di Finale di Coppa Italia dopo i calci di rigore ai granata, vittoriosi per 6-4, l’unico caso nella storia del Genoa di partita ufficiale disputata senza soluzione di continuità in due giorni diversi (l’incontro era iniziato alle ore 21,20 con cinque minuti di ritardo sull’orario previsto).
L’incontro giocato nel penultimo giorno del 2017, che vide una netta supremazia dei padroni di casa sia a livello «territoriale» sia di occasioni da rete, chiuse il Girone d’andata: il Genoa «girò la boa» con 18 punti, un terzo dei quali ottenuti in dodici giornate sotto la guida tecnica del croato Ivan «Pirata» Jurić, gli altri dodici in sette giornate da Davide «zio Balla» Ballardini sr., che lo aveva sostituito in panchina (in quello scorcio di campionato con il tecnico romagnolo il Vecchio Grifone grazie a tre successi ed altrettanti pareggi ed una sola sconfitta, era passato dalla terzultima posizione in classifica in coabitazione con l’Hellas Verona e un distacco di due punti dalla «linea di galleggiamento» alla quintultima in solitudine con tre punti di vantaggio sulla S.P.A.L. e sul Crotone, che in quel momento un ipotetico algoritmo avrebbe rispettivamente salvato e retrocesso, perché i ferraresi, che avevano pareggiato 1-1 in casa con i «pitagorici», avevano giocato una partita in casa in meno oltre ad aver una differenza reti migliore di dieci reti). Fatta eccezione per un diagonale rasoterra di sinistro fatto partire da diciannove metri all’interno della lunetta dell’area di rigore dal nordmacedone Goran «Pandevmonio» Pandev al 28’ del primo tempo, che mandò il pallone a lambire il palo sinistro della porta difesa da Salvatore «SalvaToro» Sirigu, protesosi in tuffo a terra, l’incontro fu un «monologo» offensivo del Torino, che con le conclusioni dei suoi giocatori sfiorò ripetutamente la porta del Genoa e, quando la «inquadrò», non riuscì a violarla per gli interventi del portiere degli ospiti Mattia «Airone» Perin e, in un’occasione, del difensore Armando «Merola» Izzo.
La prima occasione dell’incontro capitò dopo un quarto d’ora al senegalese con cittadinanza francese M’Baye «Forever Young» Babacar Niang, che, servito in area di rigore sulla destra da un altro ex genoano, lo spagnolo Iago Falqué Silva «Iago Falque», si liberò grazie a una «veronica» con il tacco destro del suo controllore, l’argentino Nicolás Federico «el flaco» Spolli, e lasciò partire da posizione defilata a una decina di metri dalla linea di fondo un tiro ad effetto di interno sinistro, che sfiorò l’incrocio destro dei pali. Fu poi la volta, un minuto dopo, di un tiro di destro in diagonale da ventotto metri circa di Berenguer Remiro, la cui traiettoria venne allargata a destra di un paio di metri e tolta dallo «specchio» della porta da una deviazione in tuffo a terra di Perin, abile a non farsi superare dal pallone rimbalzato a terra vicino a lui, a mani aperte. Prima della già descritta unica occasione pericolosa degli ospiti ce ne fu un’altra, al 18’, per i granata con un colpo di testa da dieci metri del camerunense Nicolas Alexis Julio N’Koulou Ndounbena, su calcio di punizione battuto dalla «tre quarti» di sinistra da «Iago Falque», che lambì il palo sinistro della porta di Perin protesosi in tuffo. L’occasione più clamorosa nella prima frazione di gioco per i padroni di casa fu quella del tiro ad effetto di interno destro di Berenguer Remiro, fatto partire da posizione defilata sulla sinistra da ventidue metri, al 33’, che avrebbe mandato il pallone a «togliere la ragnatela» dall’angolino sinistro alto della porta, se Perin con un tuffo carpiato all’indietro non lo avesse schiaffeggiato, mandandolo sul fondo a pochi centimetri dal palo. Più facile fu la parata del sempre attento capitano del Genoa in tuffo a terra sulla sua destra sul colpo di tacco al volo, su servizio dalla fascia destra di «Iago Falque», di Babacar Niang defilato a destra a undici metri dalla linea di fondo al 40’.
Al 24’ della ripresa la «premiata ditta» «Iago Falque»-Babacar Niang costruì la sua terza occasione da rete – come le precedenti sul settore destro d’attacco – con il centravanti africano bravo a «bruciare» sullo scatto Spolli e a scavalcare ad undici metri dalla linea di fondo Perin, fattoglisi incontro, con un pallonetto di destro, che ebbe il solo torto di essere troppo parabolico e di dare, quindi, ad Izzo il tempo di correre verso la porta e di non farvi entrare il pallone con un intervento di testa in tuffo vicino al palo sinistro, che lo spedì sul fondo. Ancora più vicino a sbloccare il risultato Babacar Niang andò al 32’, nell’ultima clamorosa occasione da rete dell’incontro, quando, servito da Lorenzo «Lollo» De Silvestri, che aveva sottratto a ventidue metri dalla linea di fondo il pallone all’uruguaiano Diego Sebastián «Valde» Laxalt Suárez, fece partire, leggermente defilato sulla destra, da sette metri sul «disturbo» del bosniaco Erwin «Zuka» Zukanović, un diagonale rasoterra di destro «a botta sicura», su cui Perin, prontissimo a tuffarsi a terra, fu «miracoloso» nella deviazione con la mano destra del pallone sul fondo, vicino al palo destro. L’ultimo tentativo di dare al Torino la meritata vittoria fu di «Iago Falque», che al 36’ fece partire, leggermente defilato sulla sinistra, da ventidue metri un rasoterra di sinistro che mandò il pallone a lambire il palo destro della porta di Perin, anche in quell’occasione pronto a tuffarsi a terra per intercettarlo, se fosse stato indirizzato nello «specchio» della porta.

TABELLINO
Torino, venerdì 30 dicembre 2017, Stadio “Olimpico/Grande Torino”, ore 15,00 [XIX giornata del Campionato Italiano di Serie A 2017/2018]
Torino-Genoa 0-0
Arbitro: Irrati [Pistoia]; Arbitro VAR: Maresca [Napoli]
Spettatori: Diciassettemila circa
Torino (4-3-3): 39 Sirigu; 29 De Silvestri, 13 N’Koulou, 8 Burdisso I, 3 Molinaro; 88 Rincón, 5 Valdifiori (dal 18’ del 2° T.: 16 Gustafson), 22 Joel Obi; 14 Iago Falque, 11 Niang, 21 Berenguer (dal 31’ del 2° T.: 31 Boyé). Allenatore: Mihajlović
Genoa (3-5-2): 1 Perin; 5 Izzo, 2 Spolli, 87 Zukanović; 20 Rosi (dal 10’ del 2° T.: 14 Biraschi), 30 L. Rigoni I jr., 44 Miguel Veloso (dal 12’ del 2° T.: 10 Lapadula), 8 Bertolacci, 93 Laxalt; 19 Pandev (dal 24’ del 2° T.: 49 Gi. Rossi), 11 Taarabt. Allenatore: D. Ballardini sr.
Note: settecento tifosi circa al seguito del Genoa; per un guasto all’auricolare dell’arbitro l’intervallo dura 21 minuti; al momento del suo ingresso in campo Gi. Rossi (G) viene applaudito anche dai tifosi granata.

Stefano Massa
(membro del Comitato Ricerca e Storia del Museo della Storia del Genoa)

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