Correva l’anno 2017: il Genoa di Ballardini fu piegato dalla Juventus in Coppa Italia solo da due magie argentine

Nel primo tempo Dybala e nella ripresa Higuain diedero la vittoria per 2-0 ai bianconeri

La formazione del Genoa nella gara di Coppa Italia contro la Juventus nel 2017. In prima fila, da sinistra a destra: Laxalt, Omeonga, Centurión, Brlek e Lazović; in seconda fila, da sinistra a destra: Gentiletti, Lamanna, Biraschi, Cofie, Galabinov e Rossettini. (Foto Genoa cfc Tanopress)

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A quattro giorni di distanza dal fondamentale «scontro diretto» al “Luigi Ferraris” contro il Benevento (che sarebbe stato vinto per 1-0) Davide «zio Balla» Ballardini sr., che era brillantemente subentrato alla guida del Genoa (qualificazione in Coppa Italia, grazie all’1-0 casalingo contro il Crotone, e due vittorie, due pareggi ed una sconfitta in Campionato) al croato Ivan «Pirata» Jurić (con lui in panchina i rossoblù si erano qualificati dopo i tempi supplementari, vincendo 2-1 in casa contro il Cesena, ed avevano ottenuto solamente una vittoria e tre pareggi nei primi dodici incontri di Campionato), decise di schierare a Torino (raggiunta nel corso della giornata con la Fraccia Rossoblù) contro la Juventus in Coppa Italia una formazione quasi esclusivamente composta da rincalzi (per rendere l’idea, a livello di «undici» iniziale l’unico punto di contatto con quello che aveva pareggiato «a reti bianche» a Firenze tre giorni prime era rappresentato dal croato Petar Brlek e con quello che avrebbe piegato il Benevento dall’uruguayano Diego Sebastián «Valde» Laxalt Suárez. Ovviamente anche la Juventus non aveva mandato in campo la formazione migliore, ma la differenza tra le sue «seconde linee» e quelle dei rossoblù era forse superiore a quella esistente tra le due formazioni titolari.

L’incontro fu, eccezion fatta per la prima metà della ripresa, «a senso unico» a favore dei padroni di casa, ma il molto «sollecitato» portiere degli ospiti Eugenio «il pararigori» Lamanna venne battuto solamente da due prodezze firmate dagli argentini della Juventus Paulo Bruno Exequiel «la Joya» Dybala e Gonzalo Gerardo «el Pipita» Higuaín (nato in Francia).

Dopo le consuete «fasi di studio», in cui il Genoa ebbe un atteggiamento inevitabilmente prudente, la Juventus creò, concretizzandone una, parecchie occasioni da rete nella seconda metà del primo tempo: al 24’ Federico «Brunelleschi» Bernardeschi s’involò sulla destra in contropiede, scegliendo di indirizzare il pallone nel «tre contro due» (la difesa del Genoa opponeva solamente Davide Biraschi e Luca Rossettini), in cui era accompagnato da Dybala (sulla destra) e Douglas «Flash» Costa da Silva (sulla sinistra), il brasiliano, il cui diagonale di sinistro, da posizione un po’ defilata, a nove metri dalla linea di fondo, sul «disturbo» di Biraschi, non mandò il pallone ad infilarsi nell’angolino sinistro basso grazie alla deviazione con la mano sinistra in tuffo di Lamanna, che lo indirizzò sul fondo; al 41’ il pallone tirato con un calcio di punizione «a foglia morta» di sinistro da Bernardeschi mezzo metro fuori dall’area di rigore, in prossimità del suo vertice sinistro, non terminò nell’angolino alto sinistro per una deviazione a braccia alzate e mani aperte di Lamanna che lo mandò contro la faccia esterna della traversa e, quindi, sul fondo; al 42’, su passaggio dalla «tre quarti» di destra di Claudio «Principino» Marchisio e «velo» dello svizzero Stephan «Swiss Express» Lichtsteiner, Dybala, in posizione di centravanti, addomesticò il pallone con una giravolta di sinistro, guadagnandosi lo spazio per non essere contrato dal ghanese Isaac Cofie e da Rossettini, che erano vicini a lui, e battere con un precisissimo rasoterra di sinistro da ventuno metri Lamanna, inutilmente tuffatosi sulla sua destra, ma bravo tre minuti dopo a deviare un insidioso tiro-cross dalla sinistra di Douglas Costa e a bloccare a terra, tuffandosi sulla sua destra, la deviazione in scivolata di Stefano Sturaro da sei metri di un tiro di sinistro di Marchisio da diciotto metri, destinato a terminare sul fondo.

Nella prima parte della ripresa il Genoa ebbe una potenziale occasione da rete con l’argentino Adrián Ricardo «el Wachiturro» Centurión (giunto, a distanza di quattro anni dalla precedente, al «capolinea» della sua seconda esperienza genoana, deludente almeno quanto la prima). il quale non fu pronto, trascinandosi il pallone sul fondo con il piede destro, invece di indirizzarlo «di prima intenzione» in porta, al 7’ ad approfittare di uno stolto passaggio laterale nell’area di rigore juventina di Andrea «The Rock» Barzagli dalla sinistra e, dopo una «rasoiata» di destro da venticinque metri dell’uruguayano Rodrigo «Lolo» Bentancur Colmán all’8’ che sfiorò il palo destro della porta di Lamanna, protesosi in tuffo, due effettive con due tiri di sinistro del bulgaro Andrei «l’incredibile Hulk» Galabinov, il primo dei quali, al 14’, fu un diagonale da undici metri dalla linea di fondo, da posizione defilata, che, indirizzato nell’angolino alto destro, venne deviato con la mano destra a braccia alzate in un plastico volo dal portiere polacco dei bianconeri Wojciech «Tech» Szczesny e il secondo fu una conclusione ad effetto, al 18’, da ventidue metri, che uscì di poco, vicino al palo destro. Spaventata dalla possibilità di essere raggiunta, la Juventus creò al 31’ con il duo argentino Dybala (in veste di suggeritore)-Higuaín (in veste di realizzatore) l’azione del raddoppio con il centravanti capace di dribblare Rossettini e di anticipare con un diagonale di destro da sedici metri nell’angolino destro basso, l’intervento difensivo del capitano degli ospiti, il suo connazionale Santiago Juán «el Chueco» Gentiletti Selak. Dopo che tra il 37’ e il 38’ il signor Fabio Maresca di Napoli aveva prima concesso e poi tolto, su segnalazione dell’arbitro VAR, Maurizio Mariani di Aprilia e successiva sua consultazione del monitor a bordo campo, un calcio di rigore concesso al Genoa per un contatto – dopo la revisione giudicato non passibile di massima punizione – tra il difensore ghanese dei bianconeri Kwadwo «Cojo» Asamoah e l’attaccante rossoblù Pietro Pellegri, che sarebbe stato battuto dall’italo-statunitense Giuseppe «Pepito» Rossi, pochi minuti prima applauditissimo al suo ingresso in campo al posto di Galabinov, ci fu, al 44’, sul settore sinistro anziché su quello destro – come era avvenuto tredici minuti prima – del fronte d’attacco bianconero una riproposizione dell’azione della seconda rete, ma Lamanna riuscì «in due tempi» a bloccare il forte – ma molto più centrale – diagonale di interno destro di Higuaín.

Torino, mercoledì 20 dicembre 2017, Stadio “Allianz Stadium”, ore 20,45

Juventus-Genoa 2-0 [Ottavi di Finale della Coppa Italia 2017/2018]

Arbitro: Maresca [Napoli]; Arbitro VAR: Mariani [Aprilia (ROMA)]

Spettatori: Quarantamila circa

Marcatore: nel 1° tempo al 42’ Dybala; nel 2° tempo al 31’ Higuaín

Juventus (4-3-3): 25 Szczesny; 26 Lichtsteiner (dal 28’ del 2° T.: 3 Chiellini), 24 Rugani, 15 Barzagli, 22 Asamoah; 8 Marchisio, 30 Bentancur, 27 Sturaro; 33 Bernardeschi (dal 40’ del 2° T.: 14 Matuidi) 10 Dybala, 11 Douglas Costa (dal 16’ del 2° T.: 9 Higuaín). Allenatore: Allegri

Genoa (3-5-2): 23 Lamanna; 14 Biraschi, 13 Rossettini, 3 Gentiletti; 22 Lazović (dal 16’ del 2° T.: 27 F. Ricci), 40 Omeonga, 40 Cofie, 21 Brlek, 93 Laxalt;; 16 Galabinov (dal 32’ del 2° T.: 49 Gi. Rossi), 9 Centurión (dal 26’ del 2° T.: 64 Pellegri). Allenatore: D. Ballardini sr..

Note: Trecento tifosi circa al seguito del Genoa, che gioca con la terza maglia blu con colletto e bordi rossi, accompagnata da calzoncini rossi con bordi bu e calzettoni rossi con una strisciolina blu. Dybala (J) segna con un tiro da 21 m. circa. Gi. Rossi (G) viene applaudito dai tifosi juventini al momento del suo ingresso in campo. Al 38’ del 2° T. viene prima assegnato e poi su segnalazione del VAR e successiva consultazione del monitor da parte dell’arbitro tolto un calcio di rigore a favore del Genoa.

Stefano Massa

(membro del Comitato Ricerca e Storia del Museo della Storia del Genoa)

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