Correva l’anno 2013: un gol in extremis di Marco Rigoni regalò al Genoa di Ballardini il successo sulla Lazio

Il successo diede una grande gioia al tecnico ravennate nel giorno del suo primo ritorno a Genova

Marco Rigoni festeggiato

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Dopo la prima esperienza alla guida del Genoa, in sostituzione di Gian Piero «Gasperson» Gasperini, Davide «zio Balla» Ballardini sr., pur avendo raccolto 40 punti in ventotto partite di Campionato, non era stato riconfermato. Dopo di lui si alternarono nel ruolo di allenatori dei rossoblù Alberto Malesani (23 punti in diciannove partite), Pasquale Marino (13 punti in quattordici partite), Luigi «Gigi» De Canio (15 punti in tredici partite) e Luigi «Gigi» Delneri (8 punti in tredici partite) per un totale di 59 punti in altrettante partite (quindi, in proiezione, 25 punti di meno di quelli che avrebbe ottenuto il tecnico romagnolo, se avesse mantenuto la media del suo primo incarico). Al di là di queste considerazioni statistiche la situazione dopo la sconfitta interna per 0-2 contro il Catania che aveva segnato il «capolinea» dell’esperienza genoana di Delneri, appariva molto compromessa: infatti, nessuno tra i tifosi rossoblù avrebbe potuto immaginare che nel girone di ritorno, che era iniziato da due giornate, il Delfino Pescara, quartultimo con un vantaggio di tre punti «e mezzo» – visto il successo casalingo per 2-0 sul Genoa – avrebbe raccolto nel girone di ritorno la decima parte di quanto ottenuto in quello d’andata, terminando all’ultimo posto con 22 punti, accompagnato in Serie B dal Città di Palermo e dal Siena, sul quale gravava il «fardello» dei sei punti di penalizzazione per il coinvolgimento nel calcioscommesse, che nel girone di ritorno non diedero significativi segni di ripresa rispetto alla deludente prima metà del Campionato.

Dopo l’«eroico» pareggio per 1-1 (conquistato, giocando contro i fortissimi avversari per il primo di nove campionati consecutivi con lo Scudetto sulle maglie bianconere, in dieci uomini per più di venti minuti per lo stiramento muscolare patito, a sostituzioni ultimate, da Antonio «Baby-Killer» Floro Flores)  allo “Juventus Stadium” di otto giorni prima all’esordio (l’unico finora non vincente, ma sicuramente il più prestigioso risultato ottenuto alla «prima» nei suoi quattro incarichi alla guida del Genoa), Ballardini sr. si trovò ad affrontare al suo acclamato ritorno sulla panchina dei padroni di casa al “Luigi Ferraris” la Lazio, che con un’altra folgorante «prima», sabato 8 agosto 2009, allo Stadio Nazionale Olimpico di Pechino (il cosiddetto «Bird’s Nest»), aveva condotto alla vittoria della SuperCoppa Italiana, sconfiggendo 2-1 l’Internazionale, che al termine di quella stagione agonistica avrebbe conquistato il «triplete» (Coppa Italia, Campionato Italiano e Champions League).

Per nulla intimorito dal fatto di affrontare la formazione terza in classifica (distanziata di tre punti dal Napoli e di sei dalla capolista Juventus, che ne aveva 49), il Genoa iniziò l’incontro «a spron battuto», incitato a gran voce dalla Gradinata Nord, verso la quale attaccava, tanto che a metà del primo tempo si trovò in vantaggio di due reti, segnate da Marco «Super Marco» Borriello I (stop di petto e gran botta di sinistro di controbalzo da sette metri sotto la traversa sugli sviluppi di un calcio d’angolo battuto dalla destra da Andrea «Berto» Bertolacci, in cui il pallone era stato conteso tra le teste del francese Michael «Monsieur Fantastique» Ciani e dello svedese Andreas «Granchio» Granqvist) al 16’ e di Bertolacci (gran tiro in diagonale di sinistro da ventidue metri a mezz’altezza, che si infilò vicinissimo al palo sinistro della porta difesa da Federico «Tarzan» Marchetti, vanamente protesosi in tuffo) al 21’, senza rischiare nel prosieguo di incassare reti dai frastornati avversari.

Nella ripresa, dopo aver rischiato di subire la terza rete al 9’ con una semirovesciata di sinistro da dodici metri di Borriello I, su cross dalla sinistra di Emiliano «la birra» Moretti, che mandò il pallone vicinissimo al palo destro, la Lazio «rientrò in partita» al 13’ grazie al classico «goal dell’ex» di Sergio «il Boia di Vibo Valentia» Floccari, con modalità del tutto simili a quelle della prima rete genoana, anche se, sfruttando un lancio in profondità del bosniaco Senad «la locomotiva» Lulić e con un tiro – da sei metri – di destro, susseguente a un perfetto aggancio volante del pallone con il medesimo piede. Dopo aver sanzionato con il solo cartellino giallo un brutto intervento da dietro a metà campo del brasiliano Francelino «Professore» Matuzalém da Silva sull’appena subentrato Cristian «Argento vivo» Brocchi (il trentasettenne centrocampista della Lazio si sarebbe dovuto ritirare dal calcio giocato per i postumi di quel rude intervento del suo ex compagno di squadra in biancoceleste nelle stagioni agonistiche 2008/2009 e 2009/2010: si vedano le informazioni nelle note in calce al tabellino dell’incontro), il signor Paolo Tagliavento di Terni si dimostrò molto più «fiscale» nel giudicare un anticipo aereo in area di rigore di Borriello I, che aveva appoggiato le braccia sulle spalle dell’albanese-kosovaro-svizzero-francese Lorik Agim «il Guerriero» Cana per respingere il pallone proveniente da un calcio di punizione battuto dalla «tre quarti» da Stefano Mauri, poi «freddo» al 36’ nell’esecuzione della massima punizione (pallone mandato nell’angolino basso sinistro con un diagonale di sinistro non intuito da Sébastien «Saracinesca» Frey I (il portiere francese dei padroni di casa era stato «graziato» sei minuti dal franco-marocchino-senegalese ed ex rossoblù Abdoulay «Bubu» Konko, che non aveva approfittato di una sua corta respinta su un cross dalla sinistra di Lulić, mandando da distanza ravvicinatissima il pallone sul fondo, alla sua destra), tuffatosi sulla sua destra. A quel punto il Genoa cercò di riacciuffare la vittoria che aveva avuto in pugno per più di un’ora, sfiorando la rete che gliel’avrebbe data al 42’, su calcio di punizione battuto dalla «tre quarti» dall’uruguayano  Rubén Ariel «el Pollo» Olivera da Rosa, con un colpo di testa da cinque metri delo slovacco Juraj «Kuco» Kucka, che mandò il pallone ad «accarezzare» la traversa, e al 49’, su un traversone dalla «tre quarti» di sinistra di Moretti, con un colpo di testa da otto metri di Marco Rigoni, subentrato a metà del secondo tempo a capitan Marco Rossi, su cui, distendendosi in tuffo sulla sua destra, Marchetti effettuò una prodigiosa deviazione a pugni chiusi, mandando il pallone in fallo laterale a pochi centimetri dalla bandierina del calcio d’angolo. L’incaricato della rimessa in gioco, Moretti, fece una «furbata» consentita dal regolamento, che vieta di avanzare, ma non di arretrare, il punto della battuta, eseguendo il lancio con le mani a nove metri dalla fine del campo, in modo da guadagnare «profondità»; il pallone venne deviato con la tempia sinistra da Granqvist per Rigoni, su cui tentò un’entrata da karatè con la gamba sinistra il romeno Stefan «il Boss» Radu, non riuscendo ad impedirgli di indirizzare con la fronte il pallone nell’angolino destro – a mezz’altezza – della porta della Lazio, sconfitta 2-3 a Genova come nella prima domenica (il 5) di febbraio dell’anno precedente (fu quella la quarta di una serie – quasi  incredibile, in considerazione del sempre inferiore piazzamento nella classifica finale dei rossoblù – di otto sconfitte consecutive subite dai biancocelesti negli incontri con il Genoa.

TABELLINO

Genova, domenica 3 febbraio 2013, Stadio “Luigi Ferraris”, ore 15,00

Genoa-Lazio 3-2 [XXIII giornata del Campionato Italiano 2012/2013]

Arbitro: Tagliavento [Terni]

Spettatori: Diciottomila circa

Marcatori: nel 1° tempo al 16’ Borriello I (G), al 21’ Bertolacci (G); nel 2° tempo al 13’ Floccari (L), al 36’ S. Mauri (L) su rigore, al 49’ M. Rigoni (G)

Genoa (3-5-1-1): 1 Frey I; 5 Granqvist, 90 Portanova sr., 21 T. Manfredini;, 26 Cassani (dal 24’ del 1° T.: 4 Ferronetti), 7 Mar. Rossi (dal 23’ del 2° T.: 14 M. Rigoni), 27 Matuzalém, 33 Kucka, 24 E. Moretti; 91 Bertolacci (dal 29’ del 2° T.: 10 R. Olivera), 22 Borriello I. Allenatore: D. Ballardini sr..

Lazio (3-5-2): 22 Marchetti; 2 Ciani, 27 Cana, 26 S. Radu; 25 Konko, 15 Á. R. González, 24 C. Ledesma (dal 19’ del 2° T.: 32 Brocchi; dal 26’ del 2° T.: 17 Pereirinha), 6 S. Mauri, 19 Lulić; 11 Klose (dal 1’’ del 2° T.: 18 Kozak), 99 Floccari. Allenatore: Petković.

Note: Brocchi (L) deve lasciare il campo a seguito di un fallo di Matuzalém (G), che gli procura un’infrazione a livello del primo e del secondo metatarsi della gamba destra ed una lussazione metatarso-falangea del terzo dito del piede destro, che lo costringeranno a lasciare il calcio; l’ex compagno di squadra nella Lazio del 2009/2010 dei due protagonisti dell’incidente, Baronio, ritenendo volontario l’intervento violento del genoano, scrive in serata su Twitter (venendo poi querelato dal calciatore brasiliano): Le questioni personali risolvile da uomo!!! Matuzalém, sei una .…!!!.

Stefano Massa

(membro del Comitato Ricerca e Storia del Museo della Storia del Genoa)

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