Correva l’anno 2012: il Genoa, penultimo, trovò sotto l’albero di Natale l’ultimo punto nella Milano neroazzurra

Ciro Immobile, autore del gol, si rese protagonista di un gesto inopportuno nei confronti dei tifosi del Grifone

Ciro Immobile zittisce i genoani a San Siro (Photo by Claudio Villa/Getty Images)

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Al termine della diciassettesima giornata (la terzultima dell’andata) del Campionato di Serie A 2012/2013, con i suoi 13 punti, frutto di tre vittorie, quattro pareggi e dieci sconfitte, il Genoa era la squadra che aveva raccolto meno punti, anche se il «fanalino di coda» era il Siena, penalizzato per il calcio-scommesse di sei punti, che poi sarebbero stati ridotti a cinque, con 11. Non aveva giovato ai rossoblù il cambio in panchina dopo l’ottava giornata tra i due «Gigi»: se non si poteva considerare positivo il bilancio di Luigi De Canio, che aveva fatto registrare due vittorie, tre pareggi e tre sconfitte, ben peggiore era stato quello di Luigi Delneri, «macchiato» da cinque sconfitte iniziali, a cui avevano fatto seguito una vittoria e un pareggio intervallati da altre due partite perse  Ben diversa era la situazione dei neroazzurri di Andrea «Strama» Stramaccioni, che erano secondi con dieci lunghezze di svantaggio sulla Juventus di Antonio Conte, avviata alla conquista del secondo dei suoi (finora) otto titoli nazionali consecutivi, la quale si era imposta per 3-1 (con due reti nei minuti di recupero della ripresa) sul Cagliari nell’anticipo del giorno precedente all’“Ennio Tardini” di Parma, in quell’impianto giocato, stante la mancata concessione dell’agibilità da parte della F.I.G.C. all’“IS Arenas” di Quartu Sant’Elena.

La partita, finora l’ultima non persa dal Genoa in casa dell’Internazionale (vittoriosa nei successivi sei incontri disputatisi al “Giuseppe Meazza”), iniziatasi con il timore della sospensione per nebbia, fu incolore nel primo tempo (si registrò un diagonale di destro di Ciro Immobile da diciotto metri al 28’ che costrinse il portiere sloveno dei padroni di casa Samir «Ice Man» Handanović ad allungarsi in tuffo sulla sua sinistra per deviare il pallone) come il cielo di Milano in quel sabato prenatalizio per poi prendere vita nella ripresa (anche in ragione del cambio operato fin dall’inizio dai padroni di casa con l’ingresso del romeno Cristian Eugen «Draculo» Chivu, messo in «cabina di regia», al posto del brasiliano Juan Guilherme Nunes Jesus «Juan Jesus», con un passaggio dal 3-4-3 a un più aggressivo 4-3-3), in particolare nei venti minuti finali.

Dopo un’ottantina di secondi e dopo sei minuti dall’inizio del secondo tempo si registrarono due pericolose conclusioni di interno destro dell’argentino Rodrigo Sebastián «el Trenza» Palacio su altrettanti suggerimenti del connazionale e, come lui, ex genoano Diego Alberto «el Principe di Bernal» Milito: la prima, da destra, su disturbo in scivolata dello svedese Andreas «Granchio» Granqvist, terminò di poco alta sopra la traversa, la seconda, da sinistra, costrinse alla ribattuta in tuffo il portiere francese degli ospiti Sébastien «Saracinesca» Frey I, su cui si avventò Milito che concluse, però, di destro sopra la traversa. Al 31’ il Genoa passò in vantaggio con Ciro Immobile: il centravanti, ricevuto da Luca Antonelli jr. il pallone sulla sinistra all’altezza della «tre quarti», puntò Andrea «Frog» Ranocchia, riuscendo a dribblarlo dentro l’area di rigore, e poi da una decina di metri dalla linea di fondo e da posizione defilata, vanificando l’intervento in scivolata dell’argentino Walter Adrián «The Wall» Samuel, batté con un diagonale di esterno destro (da calcio a 5) Handanović (il portiere dei padroni di casa toccò il pallone con l’avambraccio sinistro senza modificarne significativamente la traiettoria originaria); l’attaccante campano (schierato in luogo di Marco «SuperMarco» Borriello I, escluso dalle convocazioni, perché, visto che era domiciliato – perlomeno singolarmente! – a Milano, presentatosi in ritardo a un allenamento settimanale, in quanto bloccato in autostrada da un tamponamento tra altre due automobili), che aveva segnato nella porta sottostante la Curva Nord, opposta a dove erano posizionati i tifosi del Genoa, corse verso di loro portandosi polemicamente il dito indice destro in verticale davanti alla bocca in segno di disapprovazione ai fischi subiti sei giorni prima durante l’incontro casalingo pareggiato 1-1 con il Torino). I neroazzurri pervennero al pareggio nove minuti dopo con l’argentino Esteban Matías, «el Cuchu» Cambiasso Deleau: in posizione defilata sulla sinistra, Antonio «Fantantonio» Cassano fece un passaggio di sinistro, che gli venne ribattuto da Mario «Irisi» Sampirisi e sul primo rimbalzo del pallone lo girò al volo di destro «a campanile», trovando il compagno di squadra a nove metri dalla porta pronto a girarlo di testa nell’angolino basso vicino al palo più vicino – il sinistro – della porta del Genoa. Al 44’ i padroni di casa ebbero, sulla più bella azione della partita, una clamorosa occasione per ribaltare a loro favore il risultato dell’incontro: traversone dalla sinistra di Cassano, «sponda» di petto di Cambiasso, cross teso dalla sinistra di Milito a tre metri dal fondo e a pochi centimetri dall’ingresso dell’area di porta, deviazione volante di destro da un paio di metri del croato Marko Livaja contro il palo sinistro, carambola del pallone prima sul petto di Livaja e poi sulla schiena di Palacio, con successivo passaggio a Cambiasso Deleau, la cui conclusione «strozzata», in controtempo e schiacciata a terra lambì il palo sinistro. Subito dopo Delneri, richiamò dopo averlo fatto entrare in campo solamente ventuno minuti prima, lo spaesato centrocampista brasiliano Anselmo de Moraes «Anselmo» (giunto al «passo d’addio» con cinque «gettoni di presenza» nel Genoa, visto che venne girato al Città di Palermo in cambio di Eros «il Veterano» Pisano), che era finito sul taccuino dell’arbitro Andrea Gervasoni di Mantova anche per un’ammonizione comminatagli per una maldestra simulazione di fallo a venti secondi dall’ingresso in campo, con il difensore sloveno Luka Krajnć per «blindare», come gli sarebbe riuscito, il prezioso pareggio.

TABELLINO

Milano, sabato 22 dicembre 2012, Stadio “Giuseppe Meazza”, ore 12,30

Internazionale-Genoa 1-1 [Anticipo della XVIII giornata del Campionato Italiano di Serie A 2012/2013]

Arbitro: Gervasoni [Mantova]

Spettatori: Quarantunmila circa

Marcatori: nel 2° tempo al 31’ Immobile (G), al 40’ Cambiasso (I)

Inter: (3-4-3): 1 S. Handanović; 23 Ranocchia, 25 Samuel, 40 Juan Jesus (dal 1’’ del 2° T.: 26 Chivu); 4 J. Zanetti, 21 Gargano (dal 33’ del 2° T.: 88 Livaja), 19 Cambiasso, 11 R. Alvarez (dal 30’ del 1° T.: 31 Pereira Barragán); 8 Palacio, 22 Milito, 99 A. Cassano. Allenatore: Stramaccioni.

Genoa (4-1-4-1): 1 Frey I; 32 Sampirisi, 5 Granqvist, 21 Canini, 13 L. Antonelli jr.; 28 Tözsér; 7 Mar. Rossi (dal 27’ del 2° T.: 18 Piscitella), 33 Kucka, 91 Bertolacci (dal 24’ del 2° T.: 89 Anselmo; dal 45’ del 2° T.: 15 Krajnć), 8 J. M. Vargas; 17 Immobile. Allenatore: Delneri.

Note: Al 29’ del 1° T. l’incontro viene sospeso per un minuto per consentire di riparare la bandierina del guardalinee Dobosz, involontariamente colpita da un tiro di R. Alvarez. Sul tiro di Immobile che dà l’1-0 al Genoa S. Handanović tocca il pallone con l’avambraccio sinistro senza modificarne significativamente la traiettoria originaria; l’attaccante genoano esulta polemicamente nei confronti dei suoi tifosi.

Stefano Massa

(membro del Comitato Ricerche e Storia del Museo della Storia del Genoa)

 

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