Correva l’anno 2009: l’EuroGenoa di Gasperini espugnò il campo dell’Atalanta

Il Grifone giocò la prima partita di Campionato in notturna a Bergamo

Gasperini Genoa
Gian Pietro Gasperini tecnico del Genoa dà indicazioni durante Genoa-Chievo del 2015 (Foto Gabriele Maltinti/Getty Images)

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Giovedì 27 agosto 2009 il Genoa di Gian Piero «Gasp» Gasperini, pareggiando 1-1 ad Odense (una settimana prima, nell’incontro d’andata al “Luigi Ferraris”, i danesi erano usciti sconfitti per 1-3), conquistò la qualificazione alla fase a gironi dell’Europa League. Tra i tifosi rossoblù serpeggiava una certa preoccupazione per l’incontro di domenica 30 a Bergamo, che, all’inizio della stagione agonistica, era il quarto (all’esordio in Campionato i rossoblù avevano sconfitto in casa la Roma per 3-2) in dieci giorni. Nell’incontro al “Fionia Park” si erano registrati anche gli infortuni del centrocampista croato Ivan «Pirata» Jurić e del centravanti argentino Hernán Jorge «Valdanito» Crespo, che si aggiungevano nell’elenco degli indisponibili a un difensore – Salvatore «Sasà» Bocchetti – e a tre attaccanti – il serbo Boško «il Tacco di classe» Janković, Sergio «il Boia di Nicotera» Floccari e Raffaele «Palla» Palladino, nonché, durante la fase del riscaldamento prepartita il centrocampista marocchino con cittadinanza francese Houssine Kharja, alla cui muscolatura non aveva probabilmente giovato l’osservanza integrale del Ramadan islamico con la rinuncia al consumo di cibo ed acqua nelle ore con la luce del sole (Giuseppe «Beppe» Biava, che avrebbe giocato nell’ultima mezz’ora dell’incontro, sostituendo lo spagnolo Alberto «el Toro» Zapater Arjol, mutò all’ultimo momento il suo «status»: da spettatore in Tribuna a «panchinaro»).
Il primo tempo dell’incontro non propose grandi emozioni fino al 41’, quando ci fu, su «suggerimento» di Simone «Pado» Padoin, un diagonale di destro «di prima intenzione» dal basso in alto, scoccato da posizione defilata sulla destra a dodici metri dalla linea di fondo dall’italo-polacco Robert «Bobo-goal» Acquafresca (il centravanti, in prestito dal Genoa, a cui avrebbe fatto ritorno già alla fine di gennaio del 2010 per prendere il posto di Crespo, passato nel frattempo al Parma, ha per madre la signora Ewa, che aveva lasciato il Paese natale ai tempi della dittatura del generale Wojciech Witold Jaruzelski e poi aveva trovato impiego all’Organizzazione delle Nazioni Unite), che venne neutralizzato «in due tempi» dal portiere degli ospiti Marco Amelia (che respinse verso l’alto il pallone con la mano destra per poi impadronirsene, durante la sua parabola discendente, con entrambe). Quattro minuti dopo, allo scoccare del quarantacinquesimo minuto, la partita visse la sua «scena madre», quando su calcio d’angolo, battuto dalla destra da Omar «Hannibal» Milanetto, Emiliano Moretti, anticipando di testa l’argentino con cittadinanza italiana (il nonno paterno era emigrato dal paese ascolano di Ripatransone) Leonardo José «l’antidivo» Talamonti, dopo la non riuscita respinta aerea di Thomas Manfredini, saltò «con i tempi giusti», indirizzando da sei metri in porta il pallone, solamente toccato con la mano sinistra dal portiere Andrea «lo specialista» Consigli, che non riuscì a respingerlo.
Ancora con un diagonale di destro – in quell’occasione rasoterra – di Acquafresca (su «verticalizzazione» del paraguaiano Édgar Osvaldo «Cagnass» Barreto Cáceres) da posizione ancora più defilata della precedente a otto metri dalla linea di fondo, i padroni di casa cercarono di ristabilire subìto la parità al 2’ della ripresa, ma alla conclusione del centravanti atalantino si oppose con il piede sinistro Amelia, che al 26’ si fece trovare altrettanto pronto, andando a respingere con la mano sinistra vicino al palo sinistro contro il quale urtò con la faccia, un colpo di testa schiacciato da otto metri del «solito» Acquafresca, servito dalla «tre quarti» di sinistra da un ben dosato traversone di sinistro di Manfredini. Al 30’ il Genoa, che nella ripresa aveva notevolmente «abbassato» il proprio «baricentro» in campo, facendo entrare – prima del già ricordato ingresso di Biava – al 14’ il difensore greco Sokratis «Papa» Papastathopoulos al posto dell’attaccante argentino Rodrigo Sebastián «el Trenza» Palacio Alcalde, sfiorò il raddoppio con un calcio di punizione di interno sinistro «a foglia morta» dell’esordiente montenegrino con cittadinanza serba Ivan Fatić, che mandò il pallone vicinissimo al palo sinistro – non lontano dal suo punto di incrocio con la traversa – della porta difesa da Consigli, nell’occasione «impietrito». Il triplice fischio finale del signor Massimiliano «Max» Saccani di Mantova «certificò» l’aggancio del Genoa al primo posto in classifica in coabitazione con Juventus e Sampdoria, vittoriose per 3-1 rispettivamente nell’anticipo tardo pomeridiano in casa della Roma e in contemporanea «tra le mura amiche» contro l’Udinese.

TABELLINO
Bergamo, domenica 30 agosto 2009, Stadio “Atleti Azzurri d’Italia”, ore 20,45
Atalanta-Genoa 0-1 [II giornata del Campionato di Serie A 2009/2010]
Spettatori: tredicimila circa
Arbitro: Saccani [Mantova]
Marcatore: nel 1° tempo al 45’ E. Moretti
Atalanta (4-4-1-1): 1 Consigli; 8 Garics (dal 45’ del 2° T.: 7 Madonna jr.), 2 Talamonti, 5 T. Manfredini, 6 Bellini; 22 S. Padoin, 16 E. Barreto, 17 Guarente (dal 31’ del 2° T.: 18 Caserta), 20 Valdés (dal 14’ del 2° T.: 90 Tiribocchi); 72 C. Doni; 9 Acquafresca. Allenatore: Gregucci.
Genoa (3-4-3): 32 Amelia; 40 Tomović, 26 E. Moretti, 4 Criscito; 7 Mar. Rossi, 21 Zapater (dal 18’ del 2° T.: 25 G. Biava), 77 Milanetto, 13 Fatić; 20 Mesto, 30 Figueroa (dal 7’ del 2° T.: 14 Sculli), 8 Palacio (dal 27’ del 2° T.: 15 Papastathopoulos). Allenatore: Gasperini.
Note: Quattrocento tifosi circa al seguito del Genoa; Sul colpo di testa di E. Moretti che dà la vittoria al Genoa Consigli tocca, senza riuscire a deviarne la traiettoria, il pallone con la mano sinistra.

Stefano Massa
(membro del Comitato Ricerca e Storia del Museo della Storia del Genoa)

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