Correva l’anno 2006: nella bolgia del Ferraris, la Salernitana sprofondò nell’Inferno di Dante…López

Nel ritorno dei play off promozione di C1, il Genoa vinse 2-1 con un gol dell'attaccante a sei minuti dal termine

Il gol di Dante Lopez alla Salernitana (Immagine Sky Sport)

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Giovedì 27 maggio 1948 il Genoa sconfisse con una doppietta di Renato Brighenti I al 32’ del primo tempo e al 7’ della ripresa e una rete di Silvio Formentin al 28’ del secondo tempo la Salernitana di Giuseppe Ferruccio «Gipo» Viani, che aveva «accorciato le distanze» con Vittorio Dagianti un minuto dopo la seconda rete del centravanti rossoblù. In base alla «regola non scritta» di ripercorrere una partita del passato disputata nella medesima serie di quella in programma «a stretto giro di posta», la rubrica dovrebbe trattare quel lontano match, ma ovviamente nei tifosi genoani è troppo vivo il ricordo della Semifinale di ritorno dei Play-off della Serie C1 2005/2006 per non ripercorrere quell’incontro, il settantaquattresimo e terzultimo – si spera per sempre! – nelle partecipazioni del Vecchio Grifone al terzo livello del calcio italiano.
Chi seguì al “Luigi Ferraris” o dal teleschermo (SKY a partire dall’inizio di ottobre del 2005 trasmise tutti gli incontri del campionato del Genoa), la «drammatica» partita di domenica 4 giugno 2006 sapeva che essa avrebbe espresso al termine – senza la disputa dei tempi supplementari (previsti per dirimere una totale parità solamente nella partita di ritorno della finale, ma senza eventuale «coda» dei calci di rigore, essendo promossa, in caso di totale parità, la formazione meglio classificatasi in campionato) – un verdetto definitivo «di condanna» alla permanenza nella categoria per i padroni di casa in caso di loro mancato successo e per gli ospiti, vittoriosi 2-1 all’andata sette giorni prima all’“Arechi”, in caso di sconfitta, in quanto nella «regular season» peggio classificati (erano stati addirittura «ripescati» come quinti per la penalizzazione di quattro punti del Teramo, per irregolarità amministrative), mentre la squadra che avesse avuto la meglio per le due successive domeniche sarebbe stata impegnata nella doppia finale del Girone A che assegnava la seconda posizione in classifica e la conseguente promozione in Serie B, in compagnia dello Spezia, che l’aveva ottenuta direttamente con il primo posto in classifica.
L’atmosfera allo stadio quel giorno non poteva non essere «elettrica», come sottolineato dallo striscione FINO ALL’ULTIMO BY PASS…, esposto dalla ringhiera dei Distinti: la Salernitana era sostenuta da duemila tifosi che gremivano il Settore 6, mentre i tifosi del Genoa, che erano dieci volte più numerosi, temevano che alla beffa della retrocessione «a tavolino» del campionato precedente per illecito sportivo, dopo che sul campo era stata conquistata una promozione nella massima serie attesa da dieci anni, si sarebbe aggiunta quella del mancato ritorno immediato nella cadetteria al termine di un campionato che tra penalizzazioni, incontri persi «a tavolino» con sentenze ribaltate e controribaltate, disputati in campo neutro, rinviati per motivi di ordine pubblico e Play-off procrastinati somigliava più a una partita di “Monopoli” con varie soste nella casella degli Imprevisti che a una competizione sportiva! Il Genoa ebbe la fortuna di vincere il sorteggio arbitrale e di poter scegliere di attaccare nella ripresa verso la Gradinata Nord, i tifosi assiepati nella quale per tutta la partita si prodigarono in incitamenti, avendo compreso che una mancata promozione in Serie B avrebbe potuto aprire scenari esiziali per il più antico club calcistico italiano.
Quattro minuti dopo che i tifosi rossoblù avevano temuto che un errato «disimpegno» di Marco Ambrogioni potesse favorire Giorgio Di Vicino, il quale, dopo aver intercettato il pallone, era stato anticipato «in extremis» da una tempestiva uscita del portiere del Genoa, Alessio «Gatto» Scarpi, al 14’ del primo tempo il Genoa diede inizio a un «quarto d’ora di fuoco», inaugurato da una clamorosa traversa interna colta con un gran tiro da Francesco Baldini, con pallone rimbalzato sulla linea di porta e ripreso dal serbo (alla nascita, avvenuta sabato 27 ottobre 1979, nella capitale Belgrado, jugoslavo) Ivica Iliev, il cui tiro di destro attraversò tutto «lo specchio della porta», prima di «spegnersi» sul fondo, e proseguito con una «bordata» di sinistro del portoghese Josè Aleixo Mamede Ferreira «Mamede» da una ventina di metri deviata in tuffo dal portiere degli ospiti, Marco Ambrosio, che otto minuti più tardi fu salvato dalla base del palo destro su un calcio di punizione tirato di sinistro dalla destra da Vincenzo Moretti (tra le ultime due occasioni da rete per il Genoa descritte ce ne fu una molto pericolosa al 21’ per i campani, con un colpo di testa di Giovanni Ignoffo, su calcio di punizione battuto da Di Vicino, con il pallone che non si infilò per pochi centimetri nella porta difesa da Scarpi, il quale ne seguì con apprensione la traiettoria).
Rientrati in campo dopo l’intervallo con la consapevolezza di dover cercare in ogni modo di sbloccare il risultato, gli uomini di Giovanni Vavassori ottennero sùbito, dopo soli due minuti, la rete che «virtualmente» assicurava loro la qualificazione alla doppia finale del Girone A con un tiro effettuato con l’esterno del piede sinistro da Cristian Stellini – defilato sulla sinistra –, la cui conclusione, successiva a un calcio di punizione tirato dall’altro lato da Moretti e ribattuto dalla barriera, mandò il pallone a sfiorare le natiche sinistre di Di Vicino, il quale aveva respinto di destro tuffatosi «a corpo morto», e di Nicola Princivalli, che aveva mantenuto la posizione eretta, prima di infilarsi con traiettoria effettata dal doppio tocco dei calciatori campani nell’angolino basso della porta di Ambrosio, la visuale del quale era stata disturbata dall’interferenza del corpo di Iliev, che si trovava in posizione assolutamente regolare, con il risultato che non si era potuto lanciare in tuffo sulla sua sinistra per riuscire a intercettarlo (curiosamente il difensore sinistro del reparto «a tre» dei rossoblù, oltre ad aver ridato, trasformando nella partita dell’andata un calcio di rigore a pochi minuti dal triplice fischio finale del signor Massimiliano Velotto di Grosseto, alla sua squadra la possibilità di passare il turno anche con una vittoria con il minimo scarto, aveva segnato nell’incontro casalingo della «regular season» con la Salernitana la rete che aveva riportato in vantaggio i rossoblù, che al termine sarebbero stati fermati sul 2-2, domenica 26 febbraio 2006, mentre nelle altre ventisei presenze in quel campionato ne avrebbe realizzato «soltanto» – visto che era un difensore – due)-. «Sulle ali dell’entusiasmo» il Genoa cercò di «mettere in sicurezza» il risultato con un’altra segnatura: ci andò vicino con due conclusioni di sinistro del paraguaiano Dante Rafael López Farina (schierato all’ultimo momento al posto di Igor Zaniolo sr., fermato nel riscaldamento da problemi muscolari), al termine di una bella «serpentina» in area di rigore, e di Moretti da una trentina di metri, che, rispettivamente, al 15’ e al 30’, terminarono sul fondo, deviatavi da Ambrosio e direttamente, sfiorando il palo destro.
Come «un fulmine a ciel sereno», giunse al 32’ il pareggio degli ospiti, «firmato» dal centravanti Roberto Magliocco (entrato ventidue minuti prima al posto di Emanuele Ferraro, che all’andata aveva messo a segno una doppietta), ben servito da un colpo di tacco destro di Ciro De Cesare (che, appena entrato in campo al posto di Christian Araboni, aveva ricevuto un passaggio in verticale da Princivalli), con un bel tiro di sinistro da venti metri, scoccato da posizione leggermente defilata sulla destra, che si infilò nell’angolino sinistro basso, mandando in visibilio i tifosi campani, sotto il settore occupato dai quali l’attaccante sventolò la maglietta che si era tolto per festeggiare quella che in quel momento era per la Salernitana la rete della qualificazione, e gettando nella costernazione i ventimila genoani (il presidente del sodalizio rossoblù, Enrico «the Joker» Preziosi, che, stante il clima di contestazione – sulla ringhiera della Gradinata Nord venne esposto uno striscione di quasi quaranta metri con la scritta PREZIOSI, SPINELLI, GENOVESI, D’ANGELO E CARBONE: SIETE VOI LA ROVINA DEL GRIFONE! –, aveva preferito seguire l’incontro nella sede di Villa Rostan a Genova-Pegli, guardandola in televisione, a quel punto la spense e si avviò in automobile verso lo stadio, in cui nella conferenza-stampa avrebbe potuto, se il risultato non fosse tornato a favore del Genoa, anche rassegnare le dimissioni).
Sostenuto dal tifo incessante del pubblico, il Genoa si riversò «con la forza della disperazione» verso la porta degli ospiti, venendo premiato al 39’, quando un pallone fortunosamente recuperato (respinta di schiena «a campanile» di Stellini su rinvio di Paolo Scotti, che voleva perfezionare una respinta di testa nel «cuore» della propria area di rigore) sulla «tre quarti» di sinistra, venne «addomesticato» da Corrado «Ciccio» Grabbi np. (suo nonno paterno Giuseppe era stato una volta schierato dalla Nazionale Italiana nel disastroso 0-4 sul “Campo del Genoa” contro l’Austria domenica 20 gennaio 1924 e una volta, nel 1925/1926, aveva vinto lo Scudetto con la maglia della Juventus), subentrato da cinque minuti al posto di Gianluca Lamacchi, spalle alla porta, ed indirizzato con un tiro di sinistro dal basso verso l’alto da nove metri dalla linea di fondo, defilato sulla sinistra: la sfera respinta dalla faccia interna della traversa rimbalzò sul terreno prima di essere imparabilmente indirizzata da sette metri dalla porta sguarnita da López Farina (che, sempre di testa, aveva aperto le marcature nella partita della «regular season» di domenica 26 febbraio 2006, prima che un involontario tocco di testa di Ignoffo, saltato per contendergli il pallone, non aveva messo in dubbio la sua «paternità» della segnatura), il quale segnò una rete decisiva quel giorno e fondamentale per la storia del Genoa.
La Salernitana non riuscì a tentare in maniera pericolosa di riacciuffare la qualificazione nei minuti finali, anche perché depotenziata dall’espulsione al 46’ di Angelo Siniscalchi, che come aveva già fatto, sempre ai danni di Manuel «Piranha» Coppola, il suo compagno di squadra Antonino Cardinale qualche minuto prima, aveva proditoriamente «messo al tappeto» l’avversario con un «colpo proibito».
Dall’estate del 2006 le strade delle due squadre si sono separate per tre lustri;: il Genoa, dopo il Campionato di Serie B 2006/2007, conclusosi con la promozione nella massima serie, vi ha giocato da quel momento in poi, mentre la Salernitana vi è appena tornata, dopo aver disputato nelle precedenti quindici stagioni agonistiche un campionato di Serie D, uno di Lega Pro Seconda Divisione, cinque di Serie C1 (o Lega Pro) e otto di Serie B.

TABELLINO
Genova, domenica 4 giugno 2006, Stadio “Luigi Ferraris”, ore 16,00 [Incontro di ritorno delle Semifinali dei Play-off del Girone A del Campionato di Serie C1 2005/2006 per la conquista del 2° posto e la conseguente promozione nella Serie B 2006/2007]

Genoa-Salernitana 2-1
Spettatori: 22mila circa
Arbitro: Gervasoni [Mantova]
Marcatori: nel 2° tempo Stellini (G) al 2’, Magliocco (S) al 32’, López Farina (G) al 39’
Genoa: 1 Scarpi, 2 Ambrogioni, 3 V. Moretti, 4 Lamacchi (dal 34’ del 2° T.: 18 Grabbi np.), 5 Stellini, 6 F. Baldini, 7 Mar. Rossi (dal 48’ del 2° T.: 16 Botta), 8 M. Coppola, 9 López Farina, 10 Mamede (dal 41’ del 2° T.: 14 De Vezze), 11 Iliev. Allenatore: Gio. Vavassori.
Salernitana: 1 Ambrosio, 2 Siniscalchi, 3 Ingrosso (dall’11’ del 2° T.: 17 Ga. Vastola), 4 Cardinale, 5 Ignoffo, 6 Scotti, 7 Princivalli, 8 Soligo, 9 Ferraro (dal 10’ del 2° T.: 16 Magliocco), 10 Di Vicino, 11 Araboni (dal 31’ del 2° T. 18 C. De Cesare). Allenatore: Cuoghi.
Note: l’incontro si svolge in un clima di grande tensione sia per l’importanza decisiva dell’incontro (scherzosamente sottolineata dallo striscione FINO ALL’ULTIMO BY-PASS… esposto nei Distinti all’ingresso delle squadre in campo) sia a causa degli incidenti all’andata tra le due squadre in campo e tra le due tifoserie al di fuori dello stadio, tanto che vengono fatte spostare le automobili posteggiate nelle vie adiacenti lo stadio, sia per polemiche dei tifosi rossoblù nei confronti della società (viene esposto in Gradinata Nord lo striscione PREZIOSI, SPINELLI, GENOVESI, D’ANGELO E CARBONE: SIETE VOI LA ROVINA DEL GRIFONE!). La rete del provvisorio 1-0 viene segnata per merito di un tiro – diretto in porta – di Stellini (G) da 25 m. circa, che subisce due decisive deviazioni da parte dei glutei sinistri di Di Vicino (S) e Princivalli (S); espulso al 46’ del 2° T. Siniscalchi; gli autori delle reti odierne erano già andati a segno domenica 26 febbraio 2006 nell’incontro, valido per la XXIV giornata, tra Genoa e Salernitana, conclusosi 2-2; a parità complessiva di risultati nei due incontri tra le due squadre (una vittoria e una sconfitta, 3 reti segnate ed altrettante subite) il Genoa accede alla doppia finale, in quanto al termine del campionato meglio posizionato in classifica; alla rete del 2-1 un ottantenne tifoso del Genoa viene colto da infarto in Gradinata Nord e, risvegliatosi dopo i soccorsi, chiede sùbito il risultato finale della partita; un sedicenne sostenitore della Salernitana viene fermato, perché tenta di scagliare un cartello stradale contro la polizia; alcuni calciatori della Salernitana, al rientro negli spogliatoi, una volta terminato l’incontro, sfogano la loro rabbia per l’eliminazione, danneggiandone gli arredi e i bagni; alcuni tifosi ospiti nel viaggio di ritorno verso la stazione ferroviaria di Brignole bruciano un’autofurgone della Rete Ferroviaria Italiana e lanciano pietre contro le forze dell’ordine e, poco dopo la partenza del treno speciale, contro dei sostenitori del Genoa, che rispondono con una sassaiola; l’autore della rete decisiva, López Farina, gioca la sua ultima partita stagionale con il Genoa, perché due giorni dopo viene convocato dal Commissario Tecnico del Paraguay Ruiz a prendere il posto nella lista dei 23 nazionali alla IX Coppa del Mondo F.I.F.A. in Germania dell’infortunato Cardoso (nei tre incontri disputati dalla formazione sudamericana e rispettivamente perduti per 0-1 con Inghilterra e Svezia e vinto per 2-0 con Trinidad e Tobago verrà impiegato, in sostituzione di Santa Cruz, nei 30 minuti finali della seconda partita giovedì 15 giugno 2006).

Stefano Massa
(membro del Comitato Ricerca e Storia del Genoa per la Fondazione Genoa 1893)

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