Dei 97 incontri ufficiali tra il Genoa e l’Atalanta disputatisi prima di quello odierno, quarantasei si sono giocati a Genova, quarantanove a Bergamo e due, entrambi vinti dai rossoblù, in sedi diverse da quelle canoniche delle due società: 1-0 a Zürich mercoledì 24 giugno 1964 in una partita del Girone Est della Coppa delle Alpi (poi vinta dal Grifone) e 2-1 a Bologna (dove la formazione orobica doveva giocare per squalifica del campo) domenica 30 maggio 1993 (è la partita che verrà rievocata nella rubrica).
Dopo il felice biennio (quarto posto – miglior prestazione del Secondo Dopoguerra – in Campionato nel 1990/1991 e semifinale di Coppa U.E.F.A. – con cammino sbarrato dai «lancieri» dell’Ajax di Amsterdam – nel 1991/1992) sotto la guida di Osvaldo «lo Schopenhauer della Bovisa» Bagnoli, il Genoa era nuovamente precipitato nei bassifondi della classifica, con l’angosciante prospettiva di celebrare il Centenario della fondazione in Serie B. L’Atalanta, invece, settima prima dell’inizio di quella penultima giornata a pari punti (34) con Torino e Cagliari, sperava di agguantare quel sesto posto che dava accesso alla Coppa U.E.F.A., a cui si sarebbero qualificati, grazie al sorpasso all’ultima giornata ai danni della Sampdoria (sconfitta 1-3 a Brescia), i sardi, che in quella competizione sarebbero arrivati fino alla Semifinale, venendo eliminati dall’Internazionale, poi vincitrice del trofeo. Con queste premesse venne appresa al 18’ del 1° tempo con disappunto dai sostenitori della Dea e salutata con un boato dai circa duemilacinquecento tifosi genoani assiepati nella Curva Sud del “Renato Dall’Ara” la notizia della rete del loro ex beniamino, il centravanti uruguayano Carlos Alberto «Pato» Aguilera Nova, che aveva portato in vantaggio i granata nell’incontro interno con la Fiorentina (poi retrocessa sette giorni dopo per peggiore «classifica avulsa» nei confronti di Udinese e Brescia, che si sarebbero affrontati sabato 12 giugno in uno spareggio per la salvezza vinto 3-1 dai friulani proprio a Bologna).
A quel punto della partita l’Atalanta e il Genoa (quel giorno privo dell’infortunato capitano Gianluca «Luca» Signorini sr., che sarebbe stato egregiamente rimpiazzato nel ruolo di libero dal giovane Christian Panucci II jr.) avevano già avuto numerose occasioni – le prime quattro di marca neroazzurra e l’ultima rossoblù – per sbloccare il risultato: al 3’ su traversone dalla destra di Roberto «Rambo» Rambaudi, Leonardo Adrián «Leo» Rodriguez Iacobitti aveva calciato di destro il pallone contro la traversa, al 4’ l’argentino era penetrato in area di rigore, facendo partire un tiro rasoterra di destro bloccato da Gianpaolo Spagnulo, che, poi, su un’azione simile, al 9’ era uscito incontro all’italo-libico Roberto «Birillo» Bordin, smarcato da un colpo di tacco di Maurizio «la volpe» Ganz sr., deviandone sul fondo con le ginocchia la conclusione di destro e al 10’ era volato sulla sua destra per bloccare un colpo di testa a spiovere di Oscar Magoni; al 15’, su passaggio del compagno di reparto, il ceco Tomas «Fisico» Skuhravy, l’attaccante degli ospiti Michele «Harley Davidson» Padovano aveva mandato con una conclusione a rientrare di sinistro di prima intenzione il pallone a sfiorare il palo destro e a colpirne la rete esterna della porta difesa da Fabrizio Ferron. Anche la seconda metà del 1° tempo fu caratterizzata dalle occasioni per gli uomini di Marcello «il Paul Newman della Versilia» Lippi e dagli interventi dell’estremo difensore rossoblù in stato di grazia, che al 23’ respinse di pugni sul fondo una punizione dal limite dell’area di rigore tirata di destro «a foglia morta» dal brasiliano Ricardo Rogério de Brito «Alemão» verso l’angolo destro alto della porta, al 32’ e al 33’ bloccò a terra le conclusioni di Rodriguez Iacobitti e Giuseppe Minaudo, al 43’ «scortò» in volo la parabola a spiovere (che lambì il palo destro della sua porta) di un pallone colpito con la testa da Bordin su lancio di una quarantina di metri dell’uruguayano Paolo Rónald «Terminator» Montero Iglesias e al 45’ bloccò con sicurezza un colpo di testa di Ganz sr..
«Catechizzato» negli spogliatoi dall’allenatore Claudio Maselli sulla pericolosità di una partita basata esclusivamente sulla difesa, il Genoa iniziò la ripresa cercando di segnare e già al 2’ realizzò la rete del vantaggio (su lancio in profondità sul lato sinistro del fronte d’attacco degli ospiti operato dal brasiliano Cláudio Ibrahim Vaz Leal «Branco», Sergio Porrini si preoccupò più di far cadere con una spinta Padovano al limite dell’area di rigore che di intercettare il pallone che giunse ad Andrea Fortunato, la cui conclusione di sinistro a pochi metri dal palo destro della porta non diede scampo a Ferron) e sfiorò al 10’ quella del raddoppio (Padovano, servito da Nicola «Nick» Caricola II, si presentò tutto solo davanti a Ferron, facendosi ribattere dalle sue ginocchia il tiro di sinistro). Terminato quel «passaggio a vuoto», gli orobici ricominciarono a creare occasioni da rete: al 12’ Spagnulo volò a deviare sul fondo un gran tiro di destro di Porrini da una ventina di metri, al 15’ Rambaudi, dopo uno scambio con Ganz sr., da distanza ravvicinata calciò di destro sull’uscita di Spagnulo sull’esterno sinistro della rete, al 18’ l’estremo difensore ebbe la sua unica piccola incertezza in una giornata altrimenti strepitosa, quando non trattenne una conclusione di sinistro da fuori dell’area di rigore di Minaudo, ma venne soccorso da Vincenzo Torrente, che mise il pallone sul fondo, al 20’ Minaudo, «a tu per tu» con il portiere ospite, indirizzò il pallone sopra la traversa e al 21’ un «rigore in movimento» di Rambaudi, calciato di destro alla sinistra di Spagnulo venne da lui ribattuto con una notevolissima deviazione con la mano sinistra, «rifinita» da un pronto rinvio al volo di Caricola II. Superata in maniera indenne quella tremenda decina di minuti, il Genoa riuscì ad alleggerire la pressione dell’Atalanta e a punirla al 33’ con un’azione di rimessa di Gennaro «Gennarino» Ruotolo, che, superato Montero Iglesias a centrocampo, riuscì a non farsi recuperere nello scatto dall’uruguayano e da Teobaldo Bigliardi e, appena entrato in area di rigore, a «trafiggere» con un tiro di interno destro Ferron uscitogli incontro. Avrebbe sbagliato chi avesse pensato che i cuori dei tifosi genoani sugli spalti o distanti da essi da quel momento avrebbero ripreso a battere normalmente, perché sei minuti dopo, in una convulsa azione sugli sviluppi di un calcio d’angolo, Bordin indirizzò verso l’angolo destro basso della porta genoano con una «zampata» di destro il pallone, che Ruotolo, quando aveva già interamente superato la linea di porta, mandò con una rovesciata di destro a sbattere prima contro la faccia inferiore della traversa e poi a rimbalzare dentro il campo e poi, mentre a Bologna si giocavano gli ultimi «scampoli» di partita, giunse la notizia da Torino che i viola avevano raggiunto con una rete del loro «bomber», l’argentino Gabriel Omar «Batigol» Batistuta, il pareggio, che rimandò di una settimana il raggiungimento della salvezza da parte del Genoa, ottenuta grazie a una rete al Milan a dieci minuti dalla fine di Andrea Fortunato, a pochi giorni dal suo passaggio alla Juventus e a meno di due anni dalla sua tragica morte per leucemia.
TABELLINO
Bologna, domenica 30 maggio 1993, Stadio “Renato Dall’Ara”, ore 16,30
Atalanta-Genoa 1-2 [XXXIII giornata del Campionato Italiano 1992/1993]
Arbitro: Ceccarini [Livorno]
Spettatori: Quattordicimila circa
Marcatori: nel 2° tempo A. Fortunato (G) al 2’, Ruotolo (G) al 34’, Bordin (A) al 38’,
Atalanta: 1 Ferron, 2 Porrini, 3 Magoni (dal 29’ del 2° T.: 16 Pisani), 4 Bigliardi, 5 Alemão (dal 31’ del 2° T.: 13 Pasciullo), 6 Montero, 7 Rambuadi, 8 Bordin, 9 Ganz sr., 10 L. A. Rodriguez, 11 Minaudo. Allenatore: Lippi.
Genoa: 1 Spagnulo, 2 Caricola II, 3 Branco (dal 29’ del 2° T.: 15 Fiorin), 4 Cavallo, 5 Torrente, 6 Panucci II jr., 7 Ruotolo, 8 Bortolazzi, 9 Padovano (dal 24’ del 2° T.: 15 Van’t Schip), 10 Skuhravy, 11 A. Fortunato. Allenatore: Maselli.
Note: l’incontro è il secondo ed ultimo disputato in campo neutro dall’Atalanta per la squalifica del campo subita per gli incidenti provocati da alcuni suoi esagitati tifosi nella partita persa 0-2 in casa del Brescia domenica 9 maggio 1993; duemilacinquecento tifosi (una buona parte dei quali giunta con un treno speciale) al seguito del Genoa; in Tribuna è presente il C.T. della Nazionale Italiana, Sacchi.
Stefano Massa
(membro del Comitato Ricerca e Storia del Museo della Storia del Genoa)