Correva l’anno 1984: una sconfitta in casa della Roma sembrò far svanire al Genoa la qualificazione in Coppa Italia

Il 2 settembre genoani persero 0-3 contro i giallorossi nella fase a gironi

Eloi in campo contro la Roma nel 1984 in Coppa Italia

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.

Nel disastroso bilancio del Genoa all’“Olimpico” contro la Roma (battuta solamente una volta, ma in una partita amichevole, vinta 1-0 domenica 19 novembre 1967) si sommano ai sei pareggi e alle trenta sconfitte in Campionato le due sconfitte per 0-3 – datate domenica 2 settembre 1984 e mercoledì 26 ottobre 1994 – inframmezzate da quella per 0-2 di mercoledì 14 novembre 1990 negli unici tre incontri disputati a livello di Coppa Italia in quello stadio.
Nel 1984 il Genoa, retrocesso poco meno di quattro mesi prima in Serie B, si presentò ad affrontare nella quarta e penultima giornata del III Girone Eliminatorio i detentori del trofeo, appaiato a essi in classifica al secondo posto, con un punto in meno della capolista Lazio (passavano le prime due). Se la Roma lamentava le assenze degli infortunati Bruno «Marazico» Conti sr. e Maurizio Iorio e dello squalificato brasiliano Antônio Carlos Cerezo «Toninho Cerezo», il Genoa non poteva far scendere sul terreno di gioco Claudio «Ruspa» Testoni, Nazzareno Canuti, l’olandese Johannes Wilhelmus «Jan» Peters, Massimo Mauti e Giuliano «lo zingaro del goal» Fiorini.
Vista la differenza di livello tecnico tra le due squadre, il Genoa si augurava di non subire troppe segnature, che avrebbero potuto compromettere la differenza-reti in caso di arrivo a pari punti con una delle due – o entrambe – le formazioni capitoline, molto più di quanto auspicasse di riuscire a uscire non sconfitto.
Dopo un tentativo effettuato, su «verticalizzazione» di Ubaldo Righetti, sei minuti prima da Odoacre «Nuvola Rossa» Chierico che non era riuscito con una «staffilata» di destro a nove metri dalla linea di fondo, in posizione defilata sulla destra, a «inquadrare» lo «specchio» della porta, al 26’ i padroni di casa violarono per la prima volta la porta difesa da Giovanni «Manone» Cervone con Francesco «Ciccio» Graziani sr., abile a stoppare di sinistro un traversone basso dalla sinistra di Sebastiano «Sebino» Nela (già Poddi) e a scaraventarlo, nonostante il «disturbo» di Mario «Marietto» Faccenda, da otto metri nell’angolino basso sinistro con una girata di destro. Al 45’ il portiere della Roma, Franco Tancredi, curiosamente avanzato di sei metri rispetto alla linea di porta, respinse a pugni chiusi, dopo essersi tuffato alla sua destra, il pallone proveniente da una forte conclusione di destro di Paolo «Paolino» Benedetti da diciannove metri su calcio di punizione indiretto, che era destinato a infilarsi nell’angolino basso destro.
Nella ripresa Cervone si esibì al 20’ in una plastica parata in tuffo alla sua sinistra su colpo di testa da nove metri dell’ex genoano Roberto «o’Rey di Crocefieschi» Pruzzo, servito da un traversone dalla sinistra di Nela (già Poddi), ma poi non riuscì a fare altrettanto al 34’ su un’altra deviazione aerea dell’ex centravanti rossoblù, su calcio di punizione battuto dalla destra (a venti metri dalla linea di fondo) dal brasiliano Paulo Roberto «il Divino» Falcão (la sfera, deviata da dieci metri con la tempia sinistra, si infilò nell’angolino basso destro). Al 38’ un’altra «discesa» sulla sinistra di Nela (ex Poddi) si concluse con un traversone nel cuore dell’area di rigore genoana, mal respinto da Cervone, che, di fatto, lo consegnò a Graziani sr., che non ebbe difficoltà a girare il pallone in porta da sei metri con il collo del piede destro. Una conclusione, sugli sviluppi di un calcio di punizione di Chierico sr., mandò il pallone a «fare la barba» al palo destro. La sfortuna negò «la rete della bandiera» al Genoa, quando un calcio di punizione «a foglia morta» tirato di destro da ventisei metri da Francesco Mileti al 45’, mandò il pallone, poi deviato di testa da Nela (già Poddi) sul fondo, prima contro la parte inferiore della traversa e poi sul palo destro.
Il pareggio della Lazio a Varese per 2-2 tenne in vita le speranze di qualificazione del Genoa, ancorché ridotte «al lumicino»: infatti un pareggio nel derby capitolino della successiva domenica avrebbe qualificato entrambe le squadre romane e, se avesse perso una delle due squadre, c’era da considerare che ciascuna aveva sei reti di vantaggio sulla compagine rossoblù. Ma quel giorno sarebbe accaduto l’incredibile: la Roma sconfisse la Lazio per 2-0 e il Genoa, grazie a tre reti negli ultimi cinque minuti, la Pistoiese per 5-0! Mercoledì 13 febbraio 1985 il pubblico genoano ebbe così modo di vedere nell’andata degli Ottavi di Finale l’Hellas Verona di Osvaldo «lo Schopenhauer della Bovisa» Bagnoli, che si avviava a vincere lo Scudetto in Campionato. I genoani uscirono dignitosissimamente dalla competizione, perdendo 0-1 in casa e 1-2 quattordici giorni dopo in trasferta.

TABELLINO
Roma, domenica 2 settembre 1984, Stadio “Olimpico”, ore 20,45
Roma-Genoa 3-0 [V giornata del III Girone Eliminatorio della Coppa Italia 1984/1985]
Arbitro: Redini [Pisa]
Spettatori: Trentaduemila circa.
Marcatori: nel primo tempo al 26’ F. Graziani sr.; nel secondo tempo al 34’ R. Pruzzo, al 38’ F. Graziani sr..
Roma: 1 F. Tancredi, 2 Oddi, 3 Righetti, 4 Nela, 5 Falcão, 6 Maldera III (dal 1’ del 2° T.: 13 Lucci), 7 Buriani, 8 Giannini I (dal 31’ del 2° T.: 14 A. Di Carlo), 9 R. Pruzzo, 10 Chierico sr., 11 F. Graziani sr.. Allenatore: Clagluna.
Genoa: 1 Cervone, 2 Policano, 3 Faccenda, 4 P. Benedetti, 5 Onofri, 6 Mileti, 7 F. Bergamaschi (dal 14’ del 2° T. 14 Simonetta sr.), 8 Eranio (dal 15’ del 2° T.: 15 Bosetti), 9 Auteri, 10 Eloi, 11 Bonetti II. Allenatore: Burgnich.

Stefano Massa
(membro del Comitato Storico Scientifico del Museo della Storia del Genoa)

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.