Correva l’anno 1981: l’Inter rischiò la sconfitta casalinga contro il Genoa

I rossoblù ebbero ben tre occasioni da gol contro i nerazzurri: il match terminò 0-0

Una formazione del Genoa 1981-82. In piedi, da sinistra a destra: Gorin II, P. Iachini, Martina, Ca. Gentile, Onofri, V. Romano II, Vandereycken; accosciati, da sinistra a destra: Testoni, Briaschi I, G. Corti sr., T. Manfrin (Foto da Wikipedia)

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Tornato dopo tre anni in Serie A, il Genoa denotò nelle prime cinque partite di Campionato una grande difficoltà ad andare a segno, dimostrata dal fatto che l’unica realizzazione era arrivata alla seconda giornata a fissare il pareggio sull’1-1 a Como con una rocambolesca deviazione in mischia del terzino destro Fabrizio «Picchia!» Gorin II. La dirigenza genoana aveva, quindi, deciso di acquistare al «mercato di riparazione» di ottobre l’attaccante del LaneRossi Vicenza Massimo «il nuovo Rossi» Briaschi I, cedendo alla società berica in parziale contropartita la «punta» Oriano Grop (prelevato in estate dalla S.P.A.L.), il quale nella partita casalinga di domenica 25 ottobre 1981 contro l’Udinese con cui il Genoa ottenne il primo successo in quel Campionato, aveva giocato, già sapendo di essere al «passo d’addio», piuttosto bene, subentrando a Roberto «Roby» Russo, uscito dal campo dopo ventotto minuti di gioco a causa di un serio infortunio muscolare. Quindi Briaschi I, che nel progetto dell’allenatore rossoblù Luigi «Gigi» Simoni avrebbe dovuto fungere da «seconda punta» in appoggio a Russo, si trovò nel giro di sette giorni proiettato da un pur sentito derby regionale di terza serie a dover reggere alla «Scala del calcio» tutto il peso dell’attacco di una «matricola» impegnata in una sfida quasi proibitiva contro una squadra come l’Internazionale seconda in classifica, alla pari della Roma e con tre punti di svantaggio rispetto alla Juventus a punteggio pieno (i bianconeri quel giorno sarebbero stati sconfitta «tra le mura amiche» proprio dai giallorossi grazie a una rete del brasiliano Paulo Roberto «il Divino» Falçao). I neroazzurri, che nell’occasione non potevano schierare i due acciaccati mediani di spinta – Giampiero «Piedone» Marini e Gabriele «Piper» Oriali – che si sarebbero alternati nel giugno e nel luglio successivi nella formazione titolare della Nazionale Italiana vittoriosa nella Coppa del Mondo in Spagna, vivevano l’euforia del successo ottenuto la domenica precedente nel derby (vinto grazie a una rete di Oriali a poco più di venti minuti dalla fine) contro una squadra che nessuno avrebbe pensato che alla fine del Campionato avrebbe fatto immediato ritorno in quel campionato cadetto in cui era precipitata nel 1980/1981 per il «calcioscommesse». Non considerando i quattro incontri giocati tra il 1929 e il 1932 contro l’Ambrosiana (frutto di una fusione coatta imposta dal Regime Fascista per trovare «patriotticamente» un posto alla Fiumana nella massima serie nell’ultimo massimo campionato strutturato su due gironi (con finali di andata e ritorno tra le vincenti di entrambi) prima del passaggio alla formula «a girone unico», il Genoa ha affrontato a livello di Campionato i neroazzurri a Milano, compreso l’incontro odierno, in sessantaquattro occasioni, di cui sei successive ai «Derbies della Madonnina» (nel dettaglio nei cinque precedenti ci sono stati i seguenti risultati: nel 1949, domenica 6, Internazionale-Milan 4-4 e, domenica 13 febbraio, Internazionale-Genoa 2-1; nel 1964 – in due recuperi –, domenica 19 gennaio, Internazionale-Milan 0-2 e, mercoledì 29 gennaio, Internazionale-Genoa 1-0; nel 1981, domenica 25 ottobre, Milan-Internazionale 0-1 e, domenica 1° novembre, Internazionale-Genoa 0-0; nel 1984, domenica 18 marzo, Milan-Internazionale 0-0 e, domenica 25 marzo, Internazionale-Genoa 1-1; nel 1994, domenica 20 marzo, Milan-Internazionale 2-1 e, sabato 26 marzo, Internazionale-Genoa 1-3).

Per porre argine alle avanzate dei padroni di casa Simoni mise davanti al portiere italo-jugoslavo (nato venerdì 20 marzo 1953 nell’attuale capitale della Bosnia-Erzegovina, Sarajevo, da padre italiano e madre serba) Silvano «Beara» Martina, formatosi nelle giovanili dell’Internazionale, della prima squadra della quale aveva difeso la porta in due occasioni, entrambe a “San Siro” (la vittoria per 3-1 sul Palermo in Campionato domenica 6 maggio 1973 e il pareggio per 0-0 contro il Lecce di mercoledì 29 giugno 1977 in Coppa Italia), e al «libero» e capitano Claudio Onofri una «cerniera difensiva» all’insegna della «zona mista», formata dal terzino «fluidificante» Gorin II, dai due marcatori «a uomo» Vincenzo «Tarzan» Romano II e Claudio «Ruspa» Testoni, che si dovevano occupare dei due «gioielli» prelevati alla fine degli anni Settanta dal Brescia (Alessandro «Spillo» Altobelli sr. ed Evaristo «Beck» Beccalossi) dal presidente neroazzurro Ivanoe Fraizzoli, e da Carmine «Mimmo» Gentile, che doveva avere «un occhio di riguardo» per l’estroso Salvatore «il Guerriero» Bagni. A centrocampo Giuseppe «Beppe» Corti aveva compiti di interdizione a supporto dei due «registi», Tiziano «il Principe» Manfrin (anche lui formatosi nelle giovanili interiste, con tre «gettoni» di presenza in prima squadra concentrati tra giovedì 21 e mercoledì 27 giugno 1973, quando non aveva ancora diciannove anni, nelle ultime tre partite del Girone di Semifinale di Coppa Italia – le due sconfitte esterne per 0-1 e 2-4 contro Bologna e Juventus, in cui rispettivamente venne impiegato per tutto il secondo tempo e fino a metà della ripresa, inframmezzate dall’unico incontro disputato per intero, il successo interno per 1-0 sulla Reggiana di domenica 24 –) e il belga René Vandereycken (in dubbio fino all’ultimo per problemi alla schiena), con Pasquale Iachini incaricato di supportare l’unica «punta» Briaschi I nelle azioni di rimessa.

Se il «copione» dell’incontro non si discostò da quello previsto, con i padroni di casa in costante proiezione offensiva, la vera sorpresa fu che le tre più clamorose occasioni da rete capitarono sul piede sinistro di Briaschi, il quale a dieci minuti dal fischio d’avvio del signor Pietro D’Elia di Salerno, su lancio di destro di una cinquantina di metri di Onofri, fece partire, defilato sulla sinistra sul «disturbo» di Klaus «Black & Decker» Bachlechner, da tredici metri un diagonale che a una trentina di centimetri da terra venne deviato in maniera determinante con la mano sinistra in tuffo dal portiere dei padroni di casa Ivano «l’Angelo di Berlino» Bordon sul fondo a pochi centimetri dal palo sinistro, e a un quarto d’ora dalla fine calciò da tredici metri, dopo aver «bruciato» sullo scatto Nazzareno Canuti, su un lancio di sinistro – di gittata grosso modo uguale a quello di Onofri – dall’«out» di sinistra di Vandereycken, mezzo metro sopra la traversa da posizione leggermente defilata sulla sinistra, e su quello destro di Manfrin, il quale su traversone dalla destra di Iachini si vide negare la gioia della «rete dell’ex» dal piede destro di Bordon, appostato sul «primo palo» al 17’ della ripresa.

I neroazzurri ebbero solamente un’occasione potenziale nel primo tempo, al 37’, quando Bagni non fu lesto ad approfittare di un’uscita sbagliata in tuffo di Martina su cross dalla destra di Giuseppe «lo Zio» Bergomi, facendosi anticipare, dopo aver cercato con scarsi risultati di «addomesticare» con il ginocchio destro il pallone rimbalzatogli davanti, da Vandereycken che, sopraggiuntogli da tergo, «uncinò» il pallone con il sinistro, mettendolo a sei metri dalla porta sul fondo, e un’occasione reale nella ripresa, al 2’, su un tiro a mezz’altezza di esterno destro di Giancarlo «Carro armato» Pasinato da ventisei metri su calcio di punizione «a due» toccatogli dall’austriaco Herbert «Lumachina» Prohaska, ben respinto a pugni chiusi dal portiere degli ospiti con un plastico volo alla sua sinistra al 2’, cinque minuti prima che il pubblico milanese esplodesse in un boato per la rete romanista a Torino, senza riuscire, peraltro, a trascinare i propri beniamini all’avvicinamento a un solo punto di distanza in classifica ai campioni d’Italia in carica, che la domenica successiva sarebbero stati sconfitti a Genova in rimonta per 1-2 dai rossoblù.

TABELLINO

Milano, domenica 1° novembre 1981, Stadio “Giuseppe Meazza”, ore 14,30

Internazionale-Genoa 0-0 [VII giornata del Campionato di Serie A 1981/1982]

Arbitro: D’Elia [Salerno]

Spettatori: quarantatremila circa

Inter: 1 I. Bordon, 2 Bergomi, 3 Baresi I, 4 G. Pasinato (dal 20’ del 2° T.: 16 A. Serena), 5 Bachlechner, 6 Bini (dal 14’ del 2° T.: 13 Canuti), 7 Bagni, 8 Prohaska, 9 Altobelli sr., 10 Beccalossi, 11 Centi. Allenatore Bersellini.

Genoa: 1 Martina, 2 Gorin II (dal 14’ del 2° T.: 15 Faccenda), 3 Testoni, 4 V. Romano II, 5 Onofri, 6 Ca. Gentile, 7 Vandereycken, 8 G. Corti sr., 9 Briaschi I, 10 P. Iachini, 11 T. Manfrin (dal 33’ del 2° T.: 16 Boito). Allenatore: Simoni.

Note: Briaschi I aveva giocato nelle fila del Lanerossi Vicenza, militante nel Girone A della Serie C1, fino al pareggio casalingo per 0-0 contro il Padova di domenica 25 ottobre 1981.

Stefano Massa

(membro del Comitato Ricerca e Storia del Museo della Storia del Genoa)

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