Correva l’anno 1963: oggi si giocava l’ultimo Venezia-Genoa di Serie A che terminò “a reti bianche”

Mercoledì 20 febbraio le due squadre recuperarono la partita rinviata a causa della neve caduta sulla città lagunare

Livio Fongaro (foto da Wikipedia)

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Venezia e Genoa tornano oggi ad affrontarsi al “Pier Luigi Penzo” a livello di Serie A dopo cinquantanove anni esatti, singolare coincidenza resa possibile dal fatto che quello che fu l’ultimo incontro nella massima serie tra le due formazioni in casa dei neroverdi venne disputato di mercoledì, diciassette giorni dopo la sua regolare calendarizzazione, visto che domenica 3 febbraio 1963 il signor Gastone Roversi di Bologna non aveva potuto far altro che constatare l’impossibilità di far svolgere la partita, stante lo strato di circa una decina di centimetri di neve che aveva coperto il manto erboso. Nelle due domeniche calcistiche comprese tra i due viaggi a Venezia il Genoa aveva ottenuto al “Luigi Ferraris” una vittoria per 3-2 sul Napoli (successo che si sarebbe rivelato decisivo per la salvezza, a spese degli azzurri campani, sorpassati di un punto all’ultima giornata grazie alle contemporanee vittoria – che all’epoca fruttava due punti – genoana in casa contro il Bologna per 1-0 e sconfitta partenopea per 1-2 in trasferta contro l’Atalanta) e una sconfitta esterna per 1-3 in rimonta nel derby. Al momento della disputa del recupero sull’isola di Sant’Elena i neroverdi, penultimi, avevano 14 punti e i rossoblù, tre di più, cioè uno di vantaggio sulla Sampdoria, in quel momento la meglio piazzata tra le formazioni «virtualmente» retrocesse, e tanti quanti il Mantova e il Modena. Considerati il contraccolpo psicologico della sconfitta nel derby e la delicatezza dell’incontro con i lagunari, l’allenatore del Genoa, Renato Gei, decise di escludere dai convocati Maurizio Bruno, Bruno Baveni (addirittura mandato a Cervinia a riempire i polmoni di aria rigenerante!) e Giovanni «Sconquasso» Bolzoni, dalle cui prestazioni nella partita contro i blucerchiati era rimasto insoddisfatto, e di portare la squadra in ritiro a Desenzano del Garda, località curiosamente scelta per preparare l’incontro anche dall’allenatore del Venezia, Carlo Alberto Quario, sicché si arrivò alla situazione davvero singolare di uno spostamento nel capoluogo regionale del Veneto fatto dalle due formazioni sullo stesso treno nel pomeriggio che precedette quello dello «scontro diretto»!
Nell’imminenza dell’incontro Gei decise di far tornare dopo settantacinque giorni Mario Da Pozzo, titolare in tutti i primi tredici incontri di Campionato) a guardia della porta, che era stata difesa per otto partite consecutive da Giancarlo Gallesi, e di preferire all’estroso Luigi «Luigino» Meroni II, che immaginava non a suo agio sul terreno del “Pier Luigi Penzo” appesantito dalla pioggia caduta il giorno precedente, il brasiliano José Germano de Sales «Germano», che fu l’ala destra di un «tridente» d’attacco quel giorno non molto incisivo con l’italo-sudafricano Edwin Ronald «Tacchino freddo» Firmani al centro e Gastone «Nordalinho» Bean all’ala sinistra (ogni tanto il sudamericano si spostava a sinistra, l’oriundo a destra e l’italiano al centro, senza significativi miglioramenti). A sua volta Quario puntò acentrocampo su Marcello Neri anziché su capitan Mario Tesconi, operando una scelta poco felice – come si capì, assistendo al gioco – per una partita in cui i lagunari averebbero dovuto affrontare gli avversari in maniera «garibaldina» per cercare di ottenere l’intera posta in palio.
Il Genoa si schierò in maniera molto prudente con Vincenzo «Enzo» Occhetta «libero» e rigide marcature «a uomo»: Livio Fongaro su Can «Barone» Bartù (l’attaccante turco negli anni Cinquanta aveva messo insieme sei presenze con la Nazionale di pallacanestro del suo Paese), Antonio Colombo su Silvano Mencacci, Umberto Ratti su Claudio Azzali II e Franco «il Tigre di Ronco Scrivia» Rivara su Luigi «Gino» Raffin (non di rado sul fronte sinistro dell’attacco neroverde Bartù e Raffin si scambiarono le posizioni inizialmente di ala e di mezzala). Giocando con un mediano molto arretrato come Rivara e tre «punte», il compito di fare da raccordo tra il reparto difensivo e quello offensivo ricadeva nella formazione rossoblù, in particolare, su Massimo «Max» Giacomini e su Mario «Panta» Pantaleoni III, il quale encomiabilmente «cantò e portò la croce» per tutto l’incontro.
Nel primo tempo i padroni di casa cercarono di indirizzare sùbito a loro vantaggio l’incontro, sfiorando la rete prima con un colpo di testa di Azzali II, su calcio di punizione battuto da Neri, che fece «fare la barba» alla traversa al pallone, come tre minuti dopo un tiro di Bartù, servito da Raffin, poi rischiarono di capitolare al 14’ su un tiro da favorevole posizione di Pantaleoni III, che mandò il pallone, passatogli da Firmani, sopra la traversa, ed ebbero un paio di occasioni da rete con due conclusioni (un colpo di testa al 25’, su traversone dalla sinistra di Azzali II non intercettato in uscita alta da Da Pozzo, e una potente conclusione, su passaggio di Bartù e finta di Raffin, al 30’) di Mencacci, che non riuscì ad indirizzare il pallone nello «specchio» della porta, inframmezzate da un tentativo degli ospiti al 28’, operato da Fongaro, che dopo aver fatto una «discesa» ed effettuato una «triangolazione» con Bean, fece partire un tiro che mandò il pallone non lontano dalla porta difesa da Giovanni «Buba» Bubacco, ed ancora un’altra al 33’ con un calcio di punizione «a due» dal limite dell’area di rigore battuto da Azzali II, su tocco di Bartù, che fece passare il pallone di poco alto sulla traversa.
Decisamente meno attendista fu nella ripresa la tattica del Genoa, che, dopo aver recriminato all’11’ per la mancata concessione della massima punizione da parte del signor Alessandro D’Agostini di Roma per atterramento in area di rigore di Pantaleoni III da parte di Neri, un minuto dopo sfiorò la rete con Bean, che su servizio dalla destra di Firmani, mandò con un tiro al volo di sinistro dal limite dell’area di rigore il pallone a lambire il palo, con Bubacco impossibilitato ad intervenire, poi costrinse al 14’ l’estremo difensore dei lagunari ad allungarsi per deviare sul fondo un pericoloso tiro di Fongaro e fu molto pericoloso al 18’, su calcio d’angolo battuto dalla sinistra da Bean, con un colpo di testa di Firmani, che mandò il pallone a colpire il montante. La porta degli ospiti venne insidiata da quattro tentativi di Raffin, il più pericoloso dei quali, sùbito seguìto da un altro nel corso della stessa azione, fu quello, al 16’ respinto di pugno da Da Pozzo, il quale, invece, non ebbe particolari problemi nove minuti dopo a neutralizzare una conclusione della mezzala sinistra dei lagunari, che prima di scoccare un tiro non molto potente aveva eluso gli interventi difensivi di due avversari, e molti di più allo scadere ad intercettarne in bello stile una conclusione sugli sviluppi di un calcio d’angolo. L’occasione da rete più clamorosa era capitata, comunque, a cinque minuti dalla fine al Genoa, quando, Rivara, dopo essersi visto respingere da Bubacco, una forte conclusione, scoccata da posizione defilata all’interno dell’area di rigore, dopo una «discesa» di una quarantina di metri, ebbe la lucidità di passare il pallone di cui si era riappropriato al meglio appostato Bean, che fallì un «rigore in movimento», spedendolo a lato.

TABELLINO
Venezia, mercoledì 20 febbraio 2020, ore 14,30, Stadio “Pier Luigi Penzo”
Venezia-Genoa 0-0 [Recupero della XX giornata del Campionato di Serie A 1962/1963]
Arbitro: D’Agostini [Roma]
Spettatori: 9mila circa
Venezia: 1 Bubacco, 2 De Bellis, 3 Ardizzon, 4 Grossi, 5 Carantini, 6 Frascoli, 7 Azzali II, 8 Neri, 9 Mencacci, 10 Raffin, 11 Bartù. Allenatore: Quario.
Genoa: 1 Da Pozzo, 2 Fongaro, 3 Ratti, 4 Occhetta, 5 A. Colombo, 6 F. Rivara, 7 Germano, 8 Giacomini, 9 Firmani, 10 Pantaleoni III, 11 Bean. Allenatore: Gei.
Note: l’incontro è il recupero della partita rinviata domenica 3 febbraio 1963 per impraticabilità di campo (coperto da uno strato di neve di circa dieci centimetri) dall’arbitro Roversi [Bologna] a cui erano state consegnate le seguenti formazioni: Venezia: 1 Bubacco, 2 De Bellis, 3 Ardizzon, 4 Grossi, 5 Neri, 6 Frascoli, 7 Azzali II, 8 Tesconi, 9 Mencacci, 10 Raffin, 11 Bartù. Allenatore: Quario; Genoa: 1 Da Pozzo, 2 Fongaro, 3 Bruno, 4 Occhetta, 5 A. Colombo, 6 Baveni, 7 Bolzoni, 8 Giacomini, 9 Firmani, 10 Pantaleoni III, 11 Bean. Allenatore: Gei.

Stefano Massa
(membro del Comitato Storico Scientifico del Museo della Storia del Genoa)

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