Correva l’anno 1962: un gol annullato in extremis alla Roma sigillò un giusto pareggio con il Genoa

L’arbitro Francesco Francescon di Padova, su segnalazione del guardalinee, annullò la rete, considerando "attiva" la posizione di Charles: la gara terminò 2-2

Bean segna il gol dell'1-1 in Genoa-Roma 1962 (Foto per gentile concessione Fondazione Genoa 1893)

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In una giornata soleggiata, ma ventosa (la tramontana finì per spingere a un gioco offensivo le squadre che nei due tempi – il Genoa nel primo, la Roma nel secondo – attaccavano verso la porta sottostante la Gradinata Sud), Genoa e Roma diedero vita domenica 16 dicembre 1962 a un interessante e complessivamente equilibrato incontro, che terminò con il risultato di 2-2. Quando vennero annunciate le formazioni dall’altoparlante il pubblico locale manifestò la propria disapprovazione perché ancora una volta l’allenatore Renato Gei aveva rimandato gli esordi in Campionato dei due attaccanti brasiliani prelevati in prestito nel novembrino «mercato di riparazione» dalla Fiorentina – Almir Moraes de Albuquerque «Almir Pernambuqinho» – e dal Milan – José Germano de Sales «Germano» –, che, alla prova dei fatti nelle non molte apparizioni in campo che avrebbero fatto (i due avevano vestito la maglia rossoblù per la prima volta mercoledì 5 dicembre al “Flaminio” in Coppa Italia nel trionfale 5-2 proprio contro la Roma, in cui «il Pelé bianco» aveva scoccato il tiro, con il pallone sfiorato di testa da Dino Biagio «Egidio» Guarnacci, a cui secondo i criteri statistici dell’epoca venne attribuita l’autorete, della seconda rete e la guizzante ala di colore la quarta; dopodiché il primo si sarebbe rivisto in soli due incontri di Campionato e in quello di Coppa Italia perso 1-2 a Bari a tempo scaduto sull’ultima azione dei supplementari, mentre il «coloured» avrebbe cominciato e concluso le sue dodici presenze genoane in Campionato giocando contro la formazione rossonera che all’inizio di esso l’aveva utilizzato e segnando due reti – una al Modena ed una all’Atalanta – in partite casalinghe) si sarebbero dimostrati giocatori non utili alla causa del raggiungimento di una salvezza rocambolescamente acciuffata all’ultima giornata. Il tecnico bresciano diede, invece, fiducia al centravanti italo-anglo-sudafricano Edwin Ronald «Tacchino freddo» Firmani, che era andato a segno nelle due ultime occasioni in cui era stato schierato (nella «goaleada» interna – 5-0 – a spese del Palermo di domenica 18 novembre e nel pareggio – 1-1 – esterno contro l’Atalanta), ma non era stato utilizzato in occasione delle due sconfitte – 0-5 domenica 4 novembre e 0-2 domenica 9 dicembre – a Firenze e a Mantova, la prima volta perché sanzionato dal sodalizio rossoblù per scarsa professionalità e la seconda perché salvaguardato da infortuni muscolari sul terreno viscido.

Lo 0-0 iniziale durò solamente quattro minuti: Guido Corsini fece spiovere un calcio di punizione battuto poco dopo la linea della metà campo nell’area di rigore del Genoa, il cui portiere, Mario da Pozzo, sbagliò il tempo dell’uscita, facendosi precedere dallo stacco aereo del centravanti gallese William John «il Gigante buono» Charles (ritornato in Italia – dove si era affermato nel lustro trascorso alla Juventus – a novembre dopo essere tornato ad indossare per pochi mesi la maglia della formazione inglese del Leeds United), il cui colpo di testa mandò il pallone verso la porta sguarnita, dove l’intervento in extremis di Bruno Baveni che avrebbe impedito la segnatura venne preceduto da quello in spaccata dello svedese Torbjorn «Fiocco di neve» Jonsson, che lo spinse oltre la linea, da cui venne rimesso in campo da una rovesciata di Umberto Ratti. Dopo aver reagito con un paio di conclusioni del libero e capitano Vincenzo «Enzo» Occhetta, ma anche aver rischiato di subire il raddoppio da Charles per uno svarione di Antonio Colombo riparato da una pronta uscita di Da Pozzo, il Genoa al 26’ pervenne al pareggio al termine di un’azione corale in cui Gastone «Nordahlino» Bean, dopo aver fatto da «sponda» in una «triangolazione» con Giancarlo «Testina d’oro» Galli, fu lesto ad approfittare con un tocco di destro della corta respinta del portiere degli ospiti Fabio «Ragno nero» Cudicini sr. [vedi fotografia]. Dopo aver rischiato di subire il raddoppio giallorosso, evitato per l’«egoismo dell’attaccante» dimostrato da Alberto «er Reuccio de’ Torpignattara» Orlando, che avrebbe dovuto servire il liberissimo Charles invece che tirare in porta da posizione defilata, finendo per farsi bloccare la conclusione da Da Pozzo, nel giro di un minuto mise due volte Firmani solo davanti alla porta dei giallorossi: nella prima occasione, su servizio di Galli, calciò malamente fuori, mentre nella seconda, su lancio in profondità di Massimo Giacomini, precedette il suo controllore Sergio «Carpa» Carpanesi e non lasciò scampo con una pronta conclusione di destro al 33’ a Cudicini sr., fattoglisi incontro. Nei minuti finali del primo tempo Giovanni Bolzoni fallì, calciando alto il pallone da distanza ravvicinatissima, la terza segnatura per il Genoa, che poco dopo rischiò di pagare «la legge non scritta» del calcio del «goal fallito, goal subito!» a causa di un’intempestiva uscita alta di Da Pozzo, che lasciò nel cuore dell’area di rigore un pallone prontamente rinviato da Colombo.

Favorita dal vento, dall’evidente calo fisico di Galli e Baveni, che costrinse Bean a ripiegare spesso a centrocampo, e da alcuni accorgimenti tattici (inversione dei ruoli tra lo stopper Carpanesi e il libero Giacomo «core de’ Roma» Losi e tra il regista arretrato, l’oriundo argentino Antonio Valentin «angelo dalla faccia sporca» Angelillo, e la mezzala Jonsson) dell’allenatore Alfredo Foni, la Roma ebbe un predominio territoriale nella ripresa, che le permise di raggiungere il pareggio già al 10’ con un calcio di punizione «a due» dal limite dell’area di rigore toccato da Paolo Pestrin, che aveva subito un non evidentissimo fallo da Occhetta, a Charles, il cui diagonale di destro si infilò alla destra di Da Pozzo. All’ultimo minuto si ebbe la «scena madre» della giornata: un cross di Carpanesi venne deviato in porta da Orlando, ma, per la gioia del pubblico locale, l’arbitro Francesco Francescon di Padova, su segnalazione del guardalinee, annullò la rete, considerando «attiva» la posizione di Charles che si era trovato sulla traiettoria del pallone «disegnata» dal lancio del difensore spezzino.

TABELLINO

Genova, domenica 16 dicembre 1962, Stadio “Luigi Ferraris”, ore 14,30

Genoa-Roma 2-2 [XIII giornata del Campionato di Serie A 1962/1963]

Spettatori: 35mila circa

Arbitro: Francescon [Padova]

Marcatori: nel 1° tempo al 4’ Jonsson (R), al 26’ Bean (G), al 34’ Firmani (G); nel 2° tempo al 10’ Charles (R)

Genoa: 1 Da Pozzo, 2 Fongaro, 3 Ratti, 4 Occhetta, 5 A. Colombo, 6 Baveni, 7 Bolzoni, 8 Giacomini, 9 Firmani, 10 Gia. Galli, 11 Bean. All.: Gei

Roma: 1 Cudicini sr., 2 A. Fontana, 3 Corsini, 4 Pestrin, 5 Losi, 6 Carpanesi, 7 Orlando, 8 Jonsson, 9 Charles, 10 Angelillo, 11 Menichelli. All.: Foni

Stefano Massa

(membro del Comitato Ricerca e Storia del Museo della Storia del Genoa)

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