Correva l’anno 1962: il Genoa si impose per 2-0 nell’ultimo incontro casalingo di Serie A con il Venezia

I rossoblù vinsero al Ferraris con autogol di Santisteban e gol di Bolzoni

La rete del definitivo 2-0 segnata al Venezia da Bolzoni (Foto tratta da "Il Calcio e il Ciclismo Illustrato")

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Dal momento della sua fondazione nel 1907 il Venezia (che inizialmente indossava casacche rossoblù, sostituite nel febbraio del 1911 da quelle neroverdi), il quale nel corso della sua storia ha accorpato altri sodalizi (l’Aurora di Venezia nel 1919 e il Mestre nel 1987) e cambiato temporaneamente nome (dal 1930 al 1934 si è chiamato Serenissima e dal 1987 al 1989 VeneziaMestre), ha disputato, compreso quello attuale, ventitré campionati nella massima serie (di cui solamente dodici con la formula «a girone unico»), ma è stato avversario del Genoa solamente in dodici (sei volte non ci sono stati incontri per mancati «incroci» nei campionati con ripartizioni territoriali e successivi sviluppi e quattro volte per superiorità di una categoria da parte dei lagunari), venendo sempre sconfitto, fuorché in occasione del pareggio «a reti bianche» di domenica 27 ottobre 1945, sul terreno di Marassi, in cui l’ultimo incontro tra le due formazioni a livello di Serie A si è disputato domenica 30 settembre 1962 (la partita, valida per la III giornata, vinta 2-0 dai padroni di casa, verrà rievocata in questa rubrica).
Il neopromosso Genoa di Renato Gei aveva fermato al “Luigi Ferraris” sullo 0-0 all’esordio la Juventus e la domenica successiva aveva pareggiato 1-1 all’“Alberto Braglia” con i «Canarini» del Modena, mentre il Venezia di Carlo Alberto Quario, che giocava in Serie A dal precedente campionato, aveva incassato tre reti tanto alla prima quanto alla seconda giornata con la non lieve differenza che all’esordio assoluto aveva pareggiato a “San Siro” contro i campioni d’Italia del Milan e in quello casalingo non aveva trovato «la via del goal» al “Pierluigi Penzo” contro il Bologna.
Nel primo tempo il portiere più impegnato fu il genoano Mario Da Pozzo, che si fece notare per due uscite «basse» al 2’ e al 33’ sui piedi rispettivamente di Claudio Azzali II e Luigi «Gino» Raffin, lanciati verso di lui da delle «verticalizzazioni» di Can «Barone» Bartù (il centravanti turco, che negli anni Cinquanta aveva messo insieme sei presenze con la Nazionale di pallacanestro del suo Paese, lo chiamò al lavoro al 28’ per una non facile deviazione in tuffo a terra di un suo tiro insidioso), mentre i padroni di casa per conclusioni che non «inquadrarono» lo «specchio» della porta, pur non andando lontano da esso, di Gastone «Nordalinho» Bean al 4’, di Massimo Giacomini all’11’ e – di testa – di Mario «Panta» Pantaleoni III al 22’ e recriminarono per l’annullamento al 32’ da parte del signor Raul Righi di Milano di una rete dell’italo-sudafricano Edwin Ronald «Tacchino freddo» Firmani su traversone rasoterra di Giovanni «Sconquasso» Bolzoni (l’azione vincente dei due ex blucerchiati venne ritenuta – forse a torto – viziata da posizione irregolare dell’ala destra dal guardalinee posizionato sotto la Tribuna, il quale sventolò la bandierina che adesso, in presenza del V.A.R., terrebbe prudentemente abbassata fino al suo completamento, demandando all’occhio della telecamera, che può «congelare» il momento decisivo, la decisione definitiva).
Nella ripresa, inframmezzate al 14’ da un’altra annullata a Firmani, che, dopo una travolgente azione di Bean si era visto respingere dall’estremo difensore dei lagunari Enzo Magnanini (il quale sarebbe deceduto, mentre militava tra le fila del Perugia, non ancora trentatreenne in un incidente stradale – probabilmente determinato da un «colpo di sonno» – poco prima delle cinque del mattino di lunedì 4 marzo 1968 sull’Autostrada del Sole all’altezza di Castelfranco Emilia, mentre faceva ritorno a Parma dalla moglie e dalla figlia di sei anni dal capoluogo umbro dopo la partita persa 0-1 a Potenza) la prima conclusione e non aveva perso contatto con il pallone prima del secondo tiro, «aggiustandoselo» con una mano, giunsero le due reti che decisero l’incontro per la gioia della soprastante Gradinata Nord: al 10’ Bean, scattato su una «verticalizzazione» di Pantaleoni III, dopo aver «dribblato» in velocità sulla sinistra il suo marcatore Antonio «Tonino» De Bellis, fece partire un tiro che una deviazione «galeotta» di un avversario, lo spagnolo Juan Santisteban Troyano (vincitore, fino al 1960, di quattro edizioni – dalla seconda alla quinta – della Coppa dei Campioni con il Real Madrid, che lo schierò nelle vittoriose finali del 1958 e del 1959), rese imparabile per Magnanini, tuffatosi a terra sulla sua sinistra, a cui non riuscì il tentativo di ribattere il pallone con la gamba destra alzata; al 19’ una «triangolazione» iniziata con un lancio di Bruno Baveni, proseguita con un retropassaggio all’indietro di Firmani e rifinita da Giacomini, il cui preciso tocco di esterno destro mise in condizione l’accorrente Bolzoni di battere «di prima intenzione» di esterno destro qualche passo fuori dall’area di rigore da posizione un po’ defilata sulla destra, vanificando il tuffo a mezz’altezza sulla propria destra di Magnanini. Nei restanti minuti di gioco le due squadre cercarono di segnare altre reti, ma non riuscirono a produrre azioni significative.

TABELLINO
Genova, domenica 30 settembre 1962, Stadio “Luigi Ferraris”, ore 15,30
Genoa-Venezia 2-0 [III giornata del Campionato Italiano di Serie A 1962/1963]
Arbitro: Righi [Milano]
Spettatori: ?
Marcatori: nel 2° tempo al 9’ autorete di Santisteban (pro G), al 18’ Bolzoni (G)
Genoa: 1 Da Pozzo, 2 Fongaro, 3 Ratti, 4 Occhetta, 5 A. Colombo, 6 Baveni, 7 Bolzoni, 8 Giacomini, 9 Firmani, 10 Pantaleoni III, 11 Bean. Allenatore: Gei.
Venezia: 1 Magnanini, 2 De Bellis, 3 Ardizzon, 4 Tesconi, 5 Carantini, 6 Frascoli, 7 Azzali II, 8 Santisteban, 9 Bartù, 10 Raffin, 11 Pochissimo. Allenatore: Quario.

Stefano Massa
(membro del Comitato Storico Scientifico del Museo della Storia del Genoa)

Il Genoa schierato nel match vincente 2-0 col Venezia del 1962. In piedi, da sinistra a destra: Baveni, Ratti, A. Colombo, Giacomini, Firmani, Occhetta; accosciati, da sinistra a destra: Fongaro, Da Pozzo, Bolzoni, Pantaleoni III, Bean. (Foto tratta da pag. 230 di “Genoa, dietro la facciata” di Amedeo Garibotti)
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