Correva l’anno 1957, era il 16 giugno, ultima giornata di campionato. Al momento di scendere in campo al Ferraris Genoa e Napoli, la classifica si presentava così: Palermo ultimo con 22 punti e matematicamente retrocesso. Genoa penultimo con 28 lunghezze, sotto di un punto nei confronti di Atalanta e Triestina che per uno scherzo del calendario (e fortuna del Genoa) si affrontavano nel vecchio terreno triestino di Valmaura. Una sola squadra avrebbe accompagnato i siciliani in cadetteria. La vittoria valeva ancora due punti e tale calcolo “in primis” imponeva il successo del Genoa contro un tranquillo Napoli. Tranquilli i partenopei? Macchè. Scesero in campo con un furore agonistico ai limiti del lecito. Il Genoa faceva affidamento esclusivo al solito Abbadie recuperato per fortuna all’ultimo istante, ma non ancora ristabilito. Troppo importante la sua sola presenza. L’uruguayo dopo un quarto d’ora servì sul fondo Frizzi; lo stesso crossò al centro e trovò pronto Tonino Corso a concludere a rete. Si sarebbe trattato dell’unico gol della partita dopo 75 minuti di batticuore e attentato alle coronarie. Ma la vittoria non bastava; occorreva attendere notizie positive da San Giusto. Quando l’altoparlante annunciò il successo per 1-0 degli orobici, i 50 mila presenti allo stadio poterono far esplodere tutta la loro gioia liberatoria. Genoa salvo dopo un finale thrilling.
Marco Colla