Correva l’anno 1957: il Genoa colse a Ferrara un successo in rimonta fondamentale per la salvezza

Una doppietta di "Roccia" Dalmonte stese la Spal e regalò la vittoria ai rossoblù

Giorgio "Roccia" Dalmonte (Foto "Il Calcio e il Ciclismo Illustrato)

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.

Il Campionato di Serie A 1956/1957, il quarto dei sette consecutivi disputati dal Genoa in Serie A dopo il ritorno dalla cadetteria nel 1953, fu particolarmente travagliato. Prima di affrontare alla quartultima giornata la trasferta di Ferrara il Genoa aveva un solo punto di vantaggio sulla quota retrocessione, precedendo con i suoi 24 punti di una lunghezza l’Atalanta e di tre il Palermo ed essendo distanziato di quattro dalla Juventus e di tre dal LaneRossi Vicenza, dal Padova e dalla Triestina, la quale a causa delle sconfitte di domenica 19 maggio per 0-2 a Palermo e domenica 16 giugno per 0-1 a Bergamo venne prima avvicinata e poi sorpassata di un punto dai rossoblù di Renzo Magli sr., vittoriosi in quelle giornate per 2-1 a Ferrara sulla S.P.A.L. e per 1-0 a Genova sul Napoli (furono l’ultimo successo – il quarto – in trasferta e – il quinto – in casa; curiosamente nel campionato precedente, sempre sotto la guida del tecnico felsineo, il Genoa aveva totalizzato tre punti in più – 33 –, frutto di undici successi interni ed uno solo esterno), dovendo lasciare la massima serie dopo avervi giocato consecutivamente per ventisette campionati.

A Ferrara la mezz’ora che precedette l’incontro tra S.P.A.L. (acronimo di Società Polisportiva Ars et Labor, fondata nel marzo di mezzo secolo prima dal sacerdote salesiano don Pietro Acerbis) e Genoa e i suoi minuti iniziali furono giocati sotto un acquazzone che allentò il terreno di gioco, finendo per limitare il ritmo e la velocità delle azioni delle due squadre. Prima che i padroni di casa passassero in vantaggio al 27’ del primo tempo su calcio di rigore concesso dal signor Pietro Bonetto di Torino per atterramento dell’ala sinistra – spostatasi nell’occasione sulla destra – Carlo Novelli I da parte di Aldo Monardi (l’arbitro prima rilevò il fallo e poi scoprì che era avvenuto oltre l’irriconoscibile linea bianca – a causa del fango – dell’area di rigore) e trasformato con freddezza dallo svedese Niels Aake Sandell, che spiazzò Adolfo Franci con una finta, battendolo con un diagonale di destro, vi erano state due occasioni per gli estensi, entrambe innescate da «fughe» dell’ala destra scandinava – la prima sulla fascia sinistra e la seconda sulla destra –, per sbloccare il risultato (al 9’ tiro di poco alto di Beniamino Di Giacomo e al 22’ conclusione centrale di Novelli I) e due per gli ospiti (al 20’ una «discesa», vanamente fronteggiata da quattro avversari, sulla destra dell’uruguayano Julio Cesar «el Pardo» Abbadie Gismero si concluse con un invitante passaggio all’indietro per il ventenne centravanti Natalino De Rossi – giunto alla quinta ed ultima partita nella massima serie, punto apicale di una carriera per il resto «consumata» in terza e quarta serie –, che fallì il «rigore in movimento», non riuscendo nemmeno a spedire il pallone nello «specchio» della porta; al 23’ un tiro di Abbadie Gismero, lanciato in profondità da Giorgio «Roccia» Dalmonte II, venne respinto dal portiere Aldo Romano fattoglisi incontro con un’uscita bassa). Quattro minuti dopo essere passata in vantaggio, la S.P.A.L. ebbe la grande occasione per raddoppiare, quando Novelli I, ancora in azione sulla fascia destra, con un insistito dribbling si liberò di Corrado Viciani e Fosco «Palla di gomma» Becattini II sr. e fece partire una forte conclusione con il pallone che, non trattenuto da Franci, finì sulla sinistra, dove il sopraggiunto Pietro Broccini lo riprese, andando a colpire il palo destro. Al 40’ il talento di Abbadie Gismero, che propose un’azione simile a quella di venti minuti prima, trovò un degno finalizzatore in Dalmonte II, che aveva lasciato a De Rossi il ruolo di ala destra per occupare quello di centrattacco e che batté Aldo Romano con un perentorio diagonale di destro dal basso in alto.

Psicologicamente confortato dal pareggio ottenuto prima dell’intervallo, il Genoa «strinse i tempi» nel primo quarto d’ora della ripresa per passare in vantaggio, avendo parecchie occasioni, la più clamorosa delle quali fu all’11’ per Attilio «Patinella» Frizzi, che, presentatosi dopo una triangolazione con Dalmonte II in solitudine davanti a Romano oppostoglisi in uscita bassa, colpì con un tiro di sinistro il palo destro della porta ferrarese. Al 19’ su calcio d’angolo battuto dalla destra da Sandell, Novelli I fece la «torre» per il colpo di testa di Aulo Gelio Lucchi, che indirizzò il pallone «a spiovere» verso la porta genoana, da cui venne tolto da una «smanacciata» di Franci, che lo mandò a colpire la parte superiore della traversa prima di finire sul fondo. Tre minuti dopo una bella azione di Leonello Leoni sulla sinistra si concluse con un servizio all’indietro per Abbadie Gismero, che non ebbe uno «stop» all’altezza della sua fama, facendosi conseguentemente precedere da una spericolata uscita bassa di Romano. Al 29’ un lancio in profondità dalla destra di De Rossi mise in condizione Dalmonte II, molto più determinato nello scatto dei suoi controllori Alberto Del Frati e Guglielmo Costantini, di giungere «a tu per tu» con Romano e di vanificarne l’ennesima uscita bassa – nell’occasione solamente abbozzata – con un diagonale di sinistro. Prima di essere travolti dai fischi e dagli insulti dei loro tifosi, che li accusavano di aver venduto la partita al Genoa, i giocatori della S.P.A.L. riuscirono a confezionare al 31’ una pericolosa palla-goal – colpo di testa di Di Giacomo su cross dalla destra del brasiliano Carlos Heidel Feresin «Dido» – sventata da un plastico tuffo di Franci sulla sua sinistra.

Ferrara, domenica 19 maggio 1957, Stadio “Comunale”, ore 16,00

S.P.A.L.-Genoa 1-2 [XXXI giornata del Campionato di Serie A 1956/1957]

Arbitro: Bonetto [Torino]

Spettatori: seimila circa

Marcatori: nel 1° tempo Sandell (S) su rigore al 27’, Dalmonte II (G) al 40’; nel 2° tempo Dalmonte II (G) al 29’

S.P.A.L.: 1 A. Romano, 2 Del Frati, 3 A. G. Lucchi, 4 A. Villa, 5 Costantini, 6 Dal Pos, 7 Sandell, 8 Dido, 9 Broccini, 10 Di Giacomo, 11 Novelli I. All.: Tabanelli.

Genoa: 1 Franci, 2 Becattini II sr., 3 Monardi, 4 Viciani, 5 Carlini, 6 De Angelis, 7 Dalmonte II, 8 Abbadie, 9 De Rossi, 10 Leoni, 11 Frizzi. All.: Magli sr.

Note: nella ripresa, a seguito di un infortunio, A. G. Lucchi, viene spostato in posizione di ala sinistra e rilevato nelle sue mansioni di terzino sinistro da Broccini, che lascia il ruolo di centravanti a Sandell, a sua volta sostituito come ala destra da Novelli I, e l’allenatore Tabanelli reagisce verbalmente a pesanti insulti dei tifosi locali (che a fine incontro applaudiranno polemicamente per la loro vittoria i calciatori del Genoa) infuriati per la prestazione della S.P.A.L.; al termine della partita il vicepresidente del sodalizio ferrarese, Bragliani, annuncia una multa di 100.000 lire (corrispondenti a circa 1.500 euro attuali; va considerato che gli ingaggi e gli stipendi dei calciatori dell’epoca erano nettamente più bassi rispetto ad oggi) per ciascun calciatore – e per A. Villa l’esclusione, poi effettivamente attuata negli ultimi due incontri, dalla rosa della squadra con la corresponsione del minimo dello stipendio – sceso in campo per lo scarso impegno dimostrato.

Stefano Massa

(membro del Comitato Ricerca e Storia del Museo della Storia del Genoa)

Il gol decisivo di Dalmonte per il Genoa a Ferrara nel 1957 (Foto “Il Calcio e il Ciclismo Illustrato)
Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.