Correva l’anno 1946: il Genoa di Caprile perse in casa del Milan un recupero in uno scenario spettrale

I rossoblù furono sconfitti 1-0 alla Civica Arena di Milano: era una gara nuovamente giocata dopo la sospensione per neve

Il gol di Gimona in Milan-Genoa 1-0 del 1946 (Foto Il Calcio Illustrato)

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Tra le varie partite tra il Milan e il Genoa rinviate e poi recuperate (compresa quella odierna) il record di sollecitudine dev’essere assegnato a quella non disputata a causa della neve domenica 20 gennaio 1946 alla “Civica Arena” di Milano e recuperata quattro giorni dopo nello stesso stadio in uno scenario spettrale (neve sul terreno di gioco rimossa sommariamente dagli spalatori – operazione che ritardò di tre quarti d’ora l’inizio della partita – e in molte parti discioltasi sotto la pioggia a creare pozzanghere in cui, quando ci finiva sopra, il pallone galleggiava; mezzo migliaio di spettatori – anche perché il Genoa aveva manifestato l’intenzione di non presentarsi – sugli spalti della costruzione d’epoca napoleonica; «freddo da cani»… non solo in senso metaforico, visto che a un certo punto dell’incontro due quadrupedi  «pensarono bene» di entrare in campo per contendersi una museruola!). In uno scenario del genere il Milan riuscì, comunque, ad imporre in alcune parti dell’incontro la sua superiorità tecnica agli avversari ultimi a pari punti (8) con l’Atalanta nel Girone Alta Italia (che aveva accolto la Sampierdarenese, erede del titolo sportivo del Liguria, retrocesso nell’ultimo campionato regolarmente portato a termine – quello del 1942/1943 – in Divisione Nazionale B, e l’Andrea Doria, che aveva fatto la sua ultima apparizione calcistica nel campionato di quarta serie 1940/1941, e non precedeva retrocessioni) e giunti alla nona «stazione» della loro «via crucis» di dieci sconfitte consecutive (record negativo del Genoa da allora per fortuna imbattuto e mai eguagliato!) del Campionato Italiano 1945/1946, che prevedeva una poule finale tra le quattro migliori formazioni settentrionali e centro-meridionali.

I rossoblù, a differenza di quanto avvenuto nello stesso stadio un mese e un giorno prima, quando erano stati travolti con un ignominioso 1-9 dall’Internazionale (record negativo assoluto di reti subite ed ex aequo di divario con Genoa-Milan 0-8 di domenica 5 giugno 1955) domenica 23 dicembre 1945, giocarono con determinazione, riuscendo a resistere al forcing milanista della prima mezz’ora di gioco, grazie a un salvataggio al 15’ di Mario Genta a pochi centimetri dalla porta su un tiro dell’uruguayano naturalizzato italiano Héctor «Testina d’oro» Puricelli Seña, che aveva aggirato l’uscita bassa del portiere Orlando Sain, il quale si fece trovare pronto nove minuti dopo a respingere sul fondo un tiro da distanza ravvicinata di Ared «Aredio» (il nome italianizzato imposto al calciatore di Isola d’Istria  dall’autarchia linguistica dell’ormai caduto regime fascista) Gimona (era l’idolo di un bambino di nove anni, Silvio Berlusconi, che sarebbe stato proprietario del sodalizio rossonero per trentuno anni, dal 1986 al 2017, e presidente da un punto di vista formale per ventisei) ben servito da Andrea «Ciapin» Bonomi (il giocatore nato a Cassano d’Adda nel 1923 che diciassette anni prima era stato strappato alla morte per annegamento nel fiume del suo paese da un suo compaesano di quattro anni più grande e poi famosissimo collega, Valentino «Tulen» Mazzola sr.). Al 29’ un contropiede partito da un’iniziativa dei due Bruno del Genoa (l’istriano di Rovigno, Ispiro jr., e il friulano di Udine, Chizzo) diede l’occasione ad Emilio «Millo» Caprile (deceduto tre giorni fa all’età di novantuno anni), giunto alla sua quarta – e penultima in maglia rossoblù – presenza nella massima serie (curiosamente, la seconda alla “Civica Arena” di Milano, dopo il «tragico» esordio contro l’Internazionale) di sbloccare il risultato, ma la diciassettenne ala sinistra non riuscì a concretizzarla come accadde tre minuti dopo all’altra ala rossoblù, Giacomo «Ghecche» Neri, al termine di un’azione partita da Caprile e proseguita da Ispiro jr..

Emilio Caprile

Nella ripresa il tecnico rossonero Adolfo «Balòn» Baloncieri «mischiò le carte» a sua disposizione, spostando Bonomi da mezzala sinistra a mediano destro, Giuseppe «Motorino» Antonini I da mediano destro a mezzala destra e Carlo «el Carletto de Porta Romana» Annovazzi da mezzala destra a mezzala sinistra, per «fare breccia» nella difesa genoana, che capitolò al 9’, quando Puricelli Seña indirizzò, anticipando l’uscita in tuffo a braccia tese di Sain, con la nuca il pallone crossatogli dalla destra da Omero «Brontolo» Tognon: la sfera colpì la traversa e, dopo essersi impantanata nell’area di porta, venne spinta in rete da Gimona, che ebbe la meglio sul tentativo di salvataggio in extremis di Teresio Traversa. Negli ultimi venti minuti, quando, essendosi infortunato, il terzino destro del Milan Felice «Leone» Cerri venne rimpiazzato (non erano contemplate dal regolamento dell’epoca le sostituzioni) da Bonomi (il quale, a sua volta, cedette la propria posizione in campo ad Antonini I) e si spostò all’ala destra al posto di Gimona, che divenne mezzala destra, il Genoa cercò di riportarsi in parità, ma di fatto ebbe solamente un’occasione, stroncata da un pronto intervento difensivo di Gianni «Basletta» Toppan.

TABELLINO

Milano, giovedì 24 gennaio 1946, Stadio “Civica Arena”, ore 15,15

Milan-Genoa 1-0 [recupero della XIV giornata del Girone Alta Italia del Campionato Italiano di Serie A 1945/1946]

Arbitro: Canavesio [Torino]

Spettatori: cinquecento circa

Marcatore: nel 2° tempo Gimona al 9’

Milan: 1 Zotti, 2 Cerri, 3 Zorzi I, 4 Antonini I, 5 Toppan, 6 Tognon, 7 Gimona, 8 Annovazzi, 9 Puricelli, 10 A. Bonomi, 11 Rosellini. All.: Baloncieri.

Genoa: 1 Sain, 2 L. Spadoni, 3 Genta, 4 Cattani, 5 Servetto, 6 Traversa, 7 G. Neri, 8 Trevisan I, 9 Ispiro jr., 10 Chizzo, 11 Caprile. All.: Violak.

Note: recupero (iniziato con tre quarti d’ora di ritardo rispetto all’orario programmato per permettere agli spalatori di rendere agibile il terreno di gioco coperto di neve fradicia per la recente pioggia) della partita rinviata per neve quattro giorni prima; nel corso dell’incontro entrano sul terreno di gioco, che si presenta ai limiti della praticabilità, due cani che si contendono una museruola; dal 25’ del 2° tempo Cerri (M), infortunato, si sposta all’ala destra, fornendo un apporto limitatissimo alla sua squadra.

Stefano Massa

(membro del Comitato Ricerca e Storia del Museo della Storia del Genoa)

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