Correva l’anno 1937: la Coppa Europa e il Genoa al Prater di Vienna

4 luglio: il Grifone pareggia 2 a 2 all'andata contro l'Admira Wacker di Vienna. Ma la partita è macchiata da gravi incidenti

Il Genoa a Zagabria batte tre a uno il Gradjanski. Nell'immagine si vede un'uscita di Manlio Bacigalupo mentre Mario Perazzolo segue l'azione (Foto da Camillo Arcuri e Edilio Pesce, "Genoa and Genova", Ggallery 1992)

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In generale, la Coppa dell’Europa Centrale fu la massima competizione per club che si svolse dalla fine degli anni Venti alla fine degli anni Trenta.

I criteri di partecipazione a  quel torneo cambiarono di anno in anno e, in base alla nazione di appartenenza, si passò da due a tre o a quattro squadre per ogni federazione a secondo delle edizioni (generalmente i posti erano assegnati alle prime classificate del campionato e alla vincitrice della coppa nazionale).

L’edizione del 1937 fu quella che vide la partecipazione del più alto numero di squadre di differenti paesi. Le nazioni partecipanti furono: Austria, Cecoslovacchia, Italia, Jugoslavia, Romania, Svizzera e Ungheria.

Il Genoa prese parte a quella competizione europea in qualità di vincitore della Coppa Italia. Nel primo turno vinse 3 a 1 all’andata in casa e tre a zero al ritorno, contro i croati del Gradjanski HSK Zagreb (l’incontro fu disputato nello Stadion Koturaška che aveva una capienza di 10.000 spettatori e, quel giorno, a giudicare dalla foto, l’impianto era esaurito in ogni ordine di posto. Tra l’altro, per un breve periodo dell’immediato secondo dopoguerra, lo Stadion Koturaška fu anche il terreno di gioco della Dinamo di Zagabria).

Nel secondo turno, giocato il 4 luglio del 1937, al Prater, il Genoa pareggia 2 a 2 all’andata contro l’Admira Wacker di Vienna. Ma la partita è macchiata da gravi incidenti.

Molti giocatori del Genoa sono aggrediti, tra i tanti: Marchionneschi, Scarabello e Servetti. Tra l’altro Carlos Servetti era un nuovo acquisto genoano, appena arrivato dall’Uruguay, che aveva esordito proprio in Coppa Europa e che aveva segnato in tutte e tre le partite di quella competizione.

Secondo la ricostruzione che si può leggere in un libro di Camillo Arcuri e Edilio Pesce: “Scarabello evita di un soffio un sifone di seltz lanciatogli in testa, mentre Vignolini e Figliola si improvvisano boxeur”.

Comunque, tra I giocatori rossoblù, quello che riportò le lesioni più gravi fu Arrigo Morselli che subì fratture multiple alla mandibola.

Del resto, pochi mesi prima, e più  precisamente il 21 marzo, a Vienna si era giocata Austria-Italia. Gli austriaci erano passati in vantaggio al 40′ con Camillo Jerusalem e avevano raddoppiato su rigore al 63′ con Joseph Stroh. Un minuto dopo, la partita  fu sospesa dall’arbitro svedese, Carl Olsson, per le violenze in campo e sugli spalti.

Al momento della partita tra Admira Wacker e Genoa si era a poco meno di sei mesi dall’annessione dell’Austria da parte della Germania nazista. Quindi è probabile che il Genoa fece le spese di un’ostilità anti-italiana dovuta al fatto che, a seguito dell’intesa passata alla storia come “l’asse Berlino-Roma”, Mussolini era alleato di Hitler.

Ma per tornare, alla Coppa Europa, la cosa a dire poco bizzarra è che, a causa delle tensioni dell’incontro Admira Wacker-Genoa, il Ministero dell’Interno Italiano decise di annullare l’incontro di ritorno. A quel punto il comitato organizzatore della coppa eliminò entrambe le squadre.

La decisione avvantaggiò la Lazio che si ritrovò in finale con il Ferencváros. E in quel Ferencvaros giocava Sárosi che, nella doppia finale di andata e ritorno, segnò ben cinque reti: due all’andata (Ferencváros-Lazio 4-2) e tre al ritorno (Lazio Ferencváros 4-5). Con quelle marcature, Sárosi arrivo ad un totale di 12 reti e si laureò capocannoniere del torneo.

Tra l’altro quell’anno Sárosi si laureò anche in Legge, e in seguito avrebbe esercitato la professione di Magistrato.

In quello stesso anno, in una partita con la Cecoslovacchia (ai tempi vicecampione del mondo) Sárosi segnò sette gol (tutti su azione). Risultato finale: Ungheria-Cecoslovacchia 8-3.

L’anno dopo, Sárosi avrebbe incontrato l’Italia in finale di Coppa del Mondo. Poi, nel dopoguerra, a partire dal ’48,  avrebbe iniziato la carriera di allenatore. Le sue prime esperienze furono con Bari e Lucchese. Poi, la vittoria dello scudetto con la Juventus nel 1952, per passare in seguito ad allenare il Genoa (nel biennio 1953-1955). Dopo aver allenato la Roma, il Bologna, il Brescia e il Lugano, Sárosi tornò a Genova, dove avrebbe passato il resto della sua vita e dove sarebbe divenuto, negli anni Sessanta, responsabile del settore giovanile del Genoa.

Ma quella di Sárosi è un’altra pagina della Storia del Grifo di cui parlerò più dettagliatamente in altra occasione.

Arrigo Morselli arriva da Vienna, alla stazione di Genova-Principe, con la mandibola fratturata. Un’auto l’attende per portarlo in clinica. Alla sua destra, in paglietta, il presidente Culiolo. Il primo a sinistra dell’uomo col mazzo di fiori (un dirigente del Genoa) è invece Vittorio Sardelli (Foto da Camillo Arcuri e Edilio Pesce, “Genoa and Genova”, Ggallery 1992)

Massimo Prati: classe 1963, genovese e genoano, laureato alla Facoltà di Lingue e Letterature Straniere di Genova, con il massimo dei voti. Specializzazione in Scienze dell’Informazione e della Comunicazione Sociale e Interculturale.

Vive in Svizzera dal 2004, dove lavora come insegnante. Autore di un racconto, “Nella Tana del Nemico”, inserito nella raccolta dal titolo, “Sotto il Segno del Grifone”, pubblicata nel 2004 dalla casa editrice Fratelli Frilli; di un libro intitolato “I Racconti del Grifo. Quando parlare del Genoa è come parlare di Genova”, edito nel 2017 dalla Nuova Editrice Genovese; di un lavoro sulla storia del calcio intitolato “Gli Svizzeri Pionieri del Football Italiano”, Urbone Publishing, 2019; di una ricerca storica dal titolo “Rivoluzione Inglese. Paradigma della Modernità”, Mimesis Edizioni, 2020; della seconda edizione de “I Racconti del Grifo. Quando parlare del Genoa è come parlare di Genova”, Urbone Publishing, 2020. Infine, coautore, con Emmanuel Bonato, del libro di didattica della lingua italiana, “Imbarco Immediato”, Fanalex Publishing, Ginevra, 2021.

È anche autore di numerosi articoli, di carattere sportivo, storico o culturale, pubblicati su differenti blog, siti, riviste e giornali. Collabora con “Pianetagenoa1893” e “GliEroidelCalcio”.

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