Nel recente passato Firenze ha riservato al Genoa salvezze e retrocessioni all’ultima giornata. Ma c’è anche un indimenticabile trionfo come in quel lontano 6 giugno 1937. Accadde oggi, 82 anni fa: il Grifone (allora targato Genova 1893 per la forzata autarchia linguistica del fascismo) superò in finale allo stadio “Giovanni Berta” (l’attuale “Artemio Franchi) la Roma 1-0 con un gol di Torti, mettendo in bacheca la sua prima e unica Coppa Italia. Con una girata al volo il rossoblù infilò il pallone nell’angolino di sinistra. Fu una cavalcata trionfale: dopo aver eliminato la Lazio al Ferraris, Palermo e Catania in trasferta, il Grifone liquidò il Milan in semifinale. L’allenatore era l’austriaco Fellsner che schierò nella finalissima gli 11 trionfatori: Bacigalupo, Agosteo, Genta, Pastorino, Bigogno, Figliola, Arcari, Perazzolo, Torti, Scarabello, Marchionneschi. La Coppa Italia è uno dei trofei esposti al Museo della Storia del Genoa al Porto Antico di Genova, insieme a tanti altri cimeli storici del club più antico d’Italia.
In questa lieta ricorrenza il Genoa ha reso omaggio sul proprio sito ufficiale un autentico protagonista di quella finale: Emanuel Fillola. «O per dirla, come veniva imposto dai tempi, Emanuele Figliola. Forse l’unico superstite, alla reverenda età di 105 anni, di quella squadra che nel ’37 vinse la Coppa Italia. Il Genoa lo prelevò 21enne dal Racing Club Montevideo. Garra da oriundo e piedi di una classe sopraffina. Una colonna del Genoa di Garbutt, il mister dei mister, all’inseguimento della stella e del decimo scudetto negli anni Trenta. Su di lui e sulla permanenza a Genova, conclusa da un rientro precipitoso in Sud America ai primi refoli di guerra, sono fioriti aneddoti coloriti. Dal tentativo di appannare le lenti agli avversari muniti di occhiali, al verso delle pecore quando affrontava i rivali cittadini di allora, conosciuti con l’appellativo di lupi. Con Genta e Bigogno formò una delle mediane più forte di tutti i tempi. Vanta alcune presenze nelle Nazionali A e B di Italia e Uruguay» conclude il racconto sul sito rossoblù.