Correva l’anno 1930, 28 dicembre: Juan Pratto esordì nel Genoa contro il Ferencvaros

Il racconto di Massimo Prati sul giocatore argentino segnalato da Guillermo Stabile

Juan Pratto (Fonte Edilio Pesce, Il Genoa di Papà, 1976 Tolozzi Editore)

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Era il 1930: l’anno del primo campionato del mondo vinto dall’Uruguay, a conclusione di un ciclo che aveva visto i sudamericani vincere la Coppa America nel 1923 e le Olimpiadi del ’24 e del ’28.
La principale sede di quel mondiale, fu lo Stadio del Centenario di Montevideo, ma alcune partite, tra cui quella inaugurale tra Stati Uniti e Belgio, si tennero anche al Gran Parque Central, dove il Genoa aveva giocato contro la nazionale uruguagia sette anni prima. E il cannoniere di quel mondiale era stato Guillermo Stabile, con otto gol.
Poi, il 14 novembre del 1930, Guillermo Stabile fu acquistato dal Genoa. El Filtrador arrivò un venerdì a bordo del transatlantico “Conte Rosso”.  La gente del porto lo salutò a centinaia quando era ancora a poppa della nave, mentre, secondo i resoconti dei quotidiani dell’epoca, migliaia di tifosi lo aspettarono fuori dalla Stazione Marittima per acclamarlo.
Due giorni dopo il Genoa vinse contro il Bologna, tre a uno con una tripletta del fuoriclasse argentino.
Stabile era stato acquistato dall’Huracan e al Genoa segnalò tre suoi compagni di squadra: Juan Pratto,  Alejandro Giglio (che nel frattempo era passato al River Plate) e Juan Spósito (chiamato anche Esposito o Esposto).
Alejandro Giglio e Juan Spósito arrivarono all’inizio del 1931 ma già verso la fine del ’30 la stampa parlava del loro arrivo. Nel numero de “La Gazzetta dello Sport” del 28 dicembre possiamo infatti leggere:

«ALTRI  ITALO-ARGENTINI AL GENOVA 1893

A proposito della notizia diramata dall’Agenzia Americana circa le trattative iniziate dal Genova per l’ingaggio di un noto mediano italo-argentino, stando alle voci che circolano potrebbe trattarsi del centro sostegno Giglio, già dell’Huracán e proveniente dal River Plata. Si parla inoltre della imminente venuta di un attaccante,  e precisamente del mezzo destro Esposito dell’Huracan, del quale abbiamo già parlato. Poiché la stagione calcistica argentina sta terminando proprio in queste settimane, i giocatori in parola potrebbero raggiungere Genova entro il prossimo gennaio, in modo da poter prendere posizione prima che si inizi la seconda metà del campionato».
Nello stesso giorno in cui usciva il suddetto articolo, il 28 dicembre 1930, Juan Pratto faceva il suo esordio nel Genoa. Il debutto ebbe luogo in occasione di un’amichevole con il club ungherese del Ferencvaros. La partita, in base alle cronache, fu a luci e ombre: non completamente entusiasmante ma comunque a tratti brillante, con una buona capacità degli ungheresi di costruire azioni offensive ma, al contempo, con non poche loro difficoltà a sfruttare  le occasioni in termini realizzativi.
Sull’altro versante, buona capacità difensiva del Genoa e altrettanto buona capacità dei rossoblù di ripartire rapidamente con azioni di contropiede.
Degno di nota che i resoconti mettano in evidenza la presenza di “una folla accorsa in stragrande numero alla partita (il campo di Marassi era gremito all’inverosimile per assistere al debutto del nuovo terzino dei rosso-blù). L’italo-argentino, un giovane aitante, molto veloce, ha disputato un primo tempo in ombra, visibilmente attanagliato dall’emozione. Nella seconda parte del match si è però ripreso ed ha confermato la sua classe con alcuni salvataggi di stile e con rimandi non eccessivamente potenti ma in compenso molto precisi.
Chi ha sbalordito è stato Stabile, indubbiamente la figura più interessante nel quadro della partita. Potendo finalmente giocare senza i soliti guardiani, il minuscolo centrattacco si è esibito in una serie di virtuosità, di volate, di scarti, di rovesci impeccabili alle ali, di fulminei tiri a rete”. L’articolo continua segnalando che della squadra ospite si è messo in evidenza l’intero attacco e in particolare il centravanti Turai, oltre al centromediano Luka.
Gli ungheresi erano passati in vantaggio dopo solo quattro minuti di gioco, proprio con un gol di Turai. Un paio di minuti dopo, gli ungheresi avevano preso un palo, su colpo di testa di Kohut.
Poi il Genoa era progressivamente cresciuto e alla mezz’ora aveva raggiunto il pareggio: azione iniziata da Levratto, proseguita da Casanova e conclusa con un tiro al volo di Stabile. Sei minuti dopo, manovra per certi aspetti speculare a quella del primo gol: stavolta è Stabile che inizia l’azione e Levratto conclude a rete. A sancire la supremazia rossoblù, il Genoa ha ancora tempo di battere due calci d’angolo prima dell’intervallo.
La ripresa inizia sullo stesso tenore: incursione di due rossoblù, fuga di Notti sulla fascia, Levratto si accentra e, per citare l’autore dell’articolo, «la mette dentro con una delle sue celebri cannonate».
Per il resto della partita non succede più niente a livello di occasioni da gol. Il cronista segnala però che un giocatore magiaro era stato espulso per gioco falloso ma il tecnico degli ungheresi aveva fatto entrare un altro loro calciatore di nascosto. Era stato il pubblico, con grida e proteste durate svariati minuti ad allertare il direttore di gara. Poi, ad un minuto dalla fine un altro ungherese veniva espulso e il Ferencváros finiva in nove.
Curiosamente, anche il Genoa in quella stagione era sotto la guida di un allenatore ungherese. Si trattava di Géza Székány. Secondo Edilio Pesce, il tecnico ungherese era soprannominato “Mister Aspirina” perché somministrava compresse come fossero dei toccasana.
Alla fine di quella stagione il Genoa sarebbe arrivato quarto in classifica, dietro a Juventus, Roma e Bologna. Ma l’allenatore ungherese non fu riconfermato.

Géza Székány (Fonte Camillo Arcuri e Edilio Pesce Genoa and Genova, editore GGallery 1992)

TABELLINO

28 Dicembre Genova, Stadio di via del Piano.

GENOVA 1893-FERENCVÀROS  3-1 (primo tempo: 2-1).

Reti: 4′ Turai, 28′ Stabile, 36′ e 49′ Levratto.

Arbitro: Professor Carlo Garbieri, di Genova.

GENOVA: Bacigalupo, Lombardo (46′, Gilardoni), Pratto, Barbieri, Albertoni, Frisoni, Patri, Banchero (46′, Notti), Stabile, Casanova, Levratto.

Allenatore: Géza Székány

FERENCVÀROS: Hàda, Korànji, Papp, Obitz, Luka II, Làràr, Tàncos, Sedlacek, Turai, Toldi, Kohut.

Allenatore: Zoltán Blum.

Massimo Prati: classe 1963, genovese e Genoano, laureato alla Facoltà di Lingue e Letterature Straniere di Genova, con il massimo dei voti. Specializzazione in Scienze dell’Informazione e della Comunicazione Sociale e Interculturale. Vive in Svizzera dal 2004, dove lavora come insegnante. Autore di un racconto, “Nella Tana del Nemico”, inserito nella raccolta dal titolo, “Sotto il Segno del Grifone”, pubblicata nel 2004 dalla casa editrice Fratelli Frilli; di un libro intitolato “I Racconti del Grifo. Quando parlare del Genoa è come parlare di Genova”, edito nel 2017 dalla Nuova Editrice Genovese; di un lavoro sulla storia del calcio intitolato “Gli Svizzeri Pionieri del Football Italiano”, Urbone Publishing, 2019; di una ricerca storica dal titolo “Rivoluzione Inglese. Paradigma della Modernità”, Mimesis Edizioni, 2020 , della seconda edizione de “I Racconti del Grifo. Quando parlare del Genoa è come parlare di Genova”, Urbone Publishing, 2020 e, infine, del romanzo “Dieci Racconti di una Lucertola del Porto di Genova”, Urbone Publishing, 2021.

È anche autore di numerosi articoli, di carattere sportivo, storico o culturale, pubblicati su differenti blog, siti, riviste e giornali. Collabora con “Pianetagenoa1893” e “GliEroidelCalcio”.

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