Correva l’anno 1915: Italia-Svizzera 3-1, una partita dalle forti tinte rossoblù

Ex genoano il marcatore elvetico del momentaneo pareggio (Charles Comte), genoano l'arbitro (Edoardo Pasteur)  e genoano il migliore in campo: Renzo De Vecchi

Un servizio fotografico, sulla partita, con al centro Edoardo Pasteur, ex giocatore e dirigente del Genoa, quel giorno presente in campo in veste di arbitro (Fonte: "L'Età dei Pionieri. 1898-1908. Fondazione Genoa)

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Il 31 gennaio 1915, l’Italia giocò a Torino una partita contro la Svizzera, vincendo 3 a 1. Si trattò di un evento sportivo in cui la presenza rossoblù si manifestò trasversalmente rispetto alle varie componenti del match: ex genoano il marcatore elvetico del momentaneo pareggio (Charles Comte), genoano l’arbitro (Edoardo Pasteur)  e, secondo il titolo di apertura de “La Gazzetta dello Sport”, genoano il migliore in campo: Renzo De Vecchi.

Nel proporre un estratto di questo articolo, come chiave di lettura extracalcistica, vorrei segnalare ai lettori di Pianetagenoa1893 lo stile giornalistico dagli evidenti tratti “marziali” del cronista sportivo, autore di questo resoconto. Uno stile che, in qualche modo, sembra risentire dell’imminente entrata in guerra del nostro paese. In effetti, a causa della Prima Guerra Mondiale, dopo quella partita del 31 gennaio 1915, passeranno altri cinque anni prima di poter rivedere in campo la nazionale italiana. Il match successivo sarà un incontro tra Italia e Francia, giocato il 18 gennaio 1920 e terminato sul punteggio di nove a quattro per l’Italia.

Il calcio è battaglia e scontro fisico ed è logico che nei resoconti dei match facciano capolino termini che si rifanno alla lotta. Ma, in questo articolo mi sembra che questa tendenza sia più marcata del solito. In esso troviamo frasi come: “Siamo riusciti per la prima volta ad obbligare in difesa il plotone che, nelle passate contese, con tanta fierezza ci aveva assaliti”, oppure: “Questo fatto, assolutamente nuovo, depone a tutto favore dell’affermazione oggi ottenuta dal plotone degli azzurri d’Italia” e ancora: “aveva lasciato per tutto il primo tempo, e vorremmo persino dire favorito, il pronunciarsi della furia italiana, accontentandosi di arginarla nelle ultime linee e di domarla in ogni sua audace incursione”.

Insomma, “plotoni”, “assalti” e “ultime linee”. Mi sembra risulti evidente un lessico che risente del clima di guerra imminente. Senza contare che, per altre nazioni, la guerra era già in corso da molti mesi.

Un clima che, evidentemente, condiziona il registro usato dal giornalista sportivo. Lo stile “militaresco” non è determinato tanto, a mio avviso, da un risentimento contro la Svizzera, di cui è nota la politica estera di neutralità, ma piuttosto dalla tendenza (cosciente o meno) e dalla necessità, per la stampa italiana, di prepararsi alla lotta di propaganda contro le potenze nemiche. Non a caso, poco più di tre mesi dopo il giorno di questo incontro di calcio, l’Italia sarebbe entrata in guerra a fianco di Francia e Inghilterra.

L’impressione che si ricava dalla lettura di questo articolo è che, pure in ambito sportivo, la stampa del nostro paese stesse facendo le prove generali di una propaganda bellica.  Un tipo di propaganda, cioè, che avrebbe avuto come bersaglio le potenze imperiali, in particolare quella dell’impero austro-ungarico.

Infine, per tornare agli aspetti più strettamente calcistici, da notare che quel giorno in azzurro c’era anche un altro giocatore del Genoa, Aristodemo Santamaria.  E, a questo, si aggiunga che nella Commissione Tecnica della Nazionale Italiana erano presenti Enrico Pasteur (figura guida nella storia del Genoa) e Franz Calì, storico giocatore doriano che però aveva anche avuto degli importanti trascorsi in  rossoblù.

Torino, 31 gennaio 1915, Italia-Svizzera 3-1

La Gazzetta dello Sport, 1 febbraio 1915, pagina 1.

Il match di football a Torino. Italia batte Svizzera 3-1. Una vera affermazione italiana nel più strano degli incontri. De Vecchi è stato il migliore in campo. Audace e sfortunata tattica degli svizzeri.

[..] Sopra la stranezza delle fasi nelle quali ha voluto essere contenuta la brillante ma fiera battaglia, sopra ogni risultato numerico, sta netta e dominante l’imposizione del nostro rinnovamento ai cortesi e forti avversari della Svizzera. [..] oggi sul terreno torinese dello stadium, dopo un primo tempo assai dubbio e pauroso per noi, abbiamo potuto risollevare le pericolanti sorti e saputo gradualmente smorzare l’evidente superiorità dei nostri avversari [..] Siamo riusciti per la prima volta ad obbligare in difesa il plotone che, nelle passate contese, con tanta fierezza ci aveva assaliti fino alle ultime battute dell’aspro duello, per renderci più dura una lieta affermazione, strappata di sorpresa e ricondurci al match pari. Questo fatto, assolutamente nuovo, depone a tutto favore dell’affermazione oggi ottenuta dal plotone degli azzurri d’Italia.

[..] Questa volta, invece, l’undici nazionale svizzero volle adottare, nella nuova battaglia che impegnava contro un nemico ben conosciuto, una tattica assolutamente nuova. A Genova e a Berna   -per ricordare solo le due ultime prove-  aveva lasciato per tutto il primo tempo, e vorremmo persino dire favorito, il pronunciarsi della furia italiana, accontentandosi di arginarla nelle ultime linee e di domarla in ogni sua audace incursione. Aveva allora atteso con pazienza e con calma la sua entrata in azione, decidendola ed attuandola con fermezza di voleri e con freschezza di energie nella ripresa, quando i suoi avversari risentivano della fatica degli impetuosi, prolungati e vani assalti e, presi così alla sprovvista da un fiero ed inatteso attacco, dovevano forzatamente chiudersi in quella tumultuosa e serrata difesa che finisce sempre per cedere in qualche punto.

Oggi invece il rosso team volle adottare una tattica diametralmente opposta e, anche nello svolgimento delle azioni di gioco, la partita deviò sensibilmente dalla comune e normale via. Il primo tempo volle segnare un sensibile predominio elvetico [..] Ma la ripresa, che tratteggiò dalle sue prime azioni fino alle ultime un sempre più convincente e netto predominio degli azzurri, permise al plotone azzurro di concretare tutta l’evidente supremazia”.

IL TABELLINO DELLA PARTITA.

Torino. Domenica 31 gennaio. Ore 15.00
Italia-Svizzera 3-1.

Marcatori: Aldo Cevenini, 2′; Charles Comte, 12′; Luigi Cevenini (rigore), 42′; Aldo Cevenini, 54′.

ITALIA: Trivellini, Capra, De Vecchi, Ara, Carcano, Fossati, Berardo, Luigi Cevenini, Aldo Cevenini, Santamaria, Corna.

Allenatore: Vincenzo Antonino Resegotti.

SVIZZERA: Bieri, Duriaux, Fehlman, Albicker, Neumeyer II, Peterli, Hohl, Comte, Wyss I, Fischer, Braendli.

Allenatore: commissione tecnica.

Arbitro: Edoardo Pasteur, di Genova.

Spettatori: cinquemila circa.

Commissione Tecnica della Nazionale Italiana: Nino Resegotti, Enrico Pasteur, Francesco Calì, Hugo Rietmann, Alfredo Armano, Antonio Scamoni, Melanio Laugeri.

Massimo Prati: classe 1963, genovese e genoano, laureato alla Facoltà di Lingue e Letterature Straniere di Genova, con il massimo dei voti. Specializzazione in Scienze dell’Informazione e della Comunicazione Sociale e Interculturale. 

Vive in Svizzera dal 2004, dove lavora come insegnante. Autore di un racconto, “Nella Tana del Nemico”, inserito nella raccolta dal titolo, “Sotto il Segno del Grifone”, pubblicata nel 2004 dalla casa editrice Fratelli Frilli; di un libro intitolato “I Racconti del Grifo. Quando parlare del Genoa è come parlare di Genova”, edito nel 2017 dalla Nuova Editrice Genovese; di un lavoro sulla storia del calcio intitolato “Gli Svizzeri Pionieri del Football Italiano”, Urbone Publishing, 2019; di una ricerca storica dal titolo “Rivoluzione Inglese. Paradigma della Modernità”, Mimesis Edizioni, 2020 e, infine, della seconda edizione de “I Racconti del Grifo. Quando parlare del Genoa è come parlare di Genova”, Urbone Publishing, 2020. È anche autore di numerosi articoli, di carattere sportivo, storico o culturale, pubblicati su differenti blog, siti, riviste e giornali. Collabora con “Pianetagenoa1893” e “GliEroidelCalcio”.

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