Cinque domande rossoblù a Giovanni Porcella: «Derby, Buksa potrebbe essere una soluzione per l’attacco»

Il giornalista di Primocanale: «Se non hai gli interpreti devi provare qualcosa. Magari un finto "nove" con tre centrocampisti alle spalle»

Porcella Genoa
Giovanni Porcella (foto da Primocanale)

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.

Il Genoa ha perso 2-0 a Torino senza tirare in porta. E venerdì c’è il derby: come si può affrontare la stracittadina per conquistare finalmente punti salvezza? Pianetagenoa1893.net ha chiesto questo e altri argomenti nelle cinque domande per Giovanni Porcella, giornalista e volto noto di Primocanale.

Ennesimo atteggiamento arrendevole del Genoa ieri anche la Juve: Shevchenko non può fare proprio nulla?

«In questa situazione Sheva non è giudicabile. In attacco non c’è nulla. L’unica cosa che non comprendo è perché Buksa, per esempio col Milan o con la Juve nella ripresa non è stato buttato Buksa. Ha comunque fisicità. Ma questo ovviamente non colpevolizza il tecnico per i risultati. Forse a Udine si poteva osare di più ma le altre sono di un’altra portata rispetto a questo Genoa che senza alcuni giocatori è un mucchio di niente».

Senza Badelj e Rovella la squadra è prima del regista: si potrebbe riadattare qualcuno dei centrocampisti in rosa per questo ruolo importante?

«Quel ruolo è troppo tecnico per essere inventato. A centrocampo non abbiamo giocatori che abbiano cambio di passo. Ecco Rovella poteva essere gestito meglio in vista del derby. Non ha mai staccato la spina. Col Milan nell’intervallo lo avrei tolto e anche con la Juve non lo avrei fatto giocare. Temevo per lui e non averlo nel derby è grave».

Crisi del gol: il tecnico potrebbe inventarsi qualche soluzione estemporanea?

«Certo, se non hai gli interpreti devi provare qualcosa. Magari un finto “nove” con tre centrocampisti alle spalle. Gasperini era un maestro e lo stesso Ballardini si inventò Radovanovic centrale difensivo. Non è facile ma un tecnico deve osare a inventarsi qualcosa. Anche se io per primo non avrei la chiavetta giusta. Infatti non faccio il mister».

Venerdì si giocherà il derby: come si può cercare di strappare punti salvezza fondamentali alla Sampdoria?

«I giocatori fin qui no. Non hanno mai avuto una critica. Ora tocca a loro perché non vorrei che con gli alibi questi si stiano adagiando al tran tran generale che li mette al di fuori delle critiche. Qualcuno può fare di più. Poi in un derby ci vuole carattere e coraggio. Inutile girarci intorno il Genoa deve cercare di vincere perché è messo proprio male. Girare a 10 o 11 punti sarebbe terribile. La fortuna è che tante squadre sono ancora a tiro. Ma non si deve fare i conti sulle disgrazie degli altri. E poi c’è qualcosa che non mi torna sugli infortunati. Maksimovic e Fares sono un giallo. Dovevano recuperare in 40-50 giorni e per esempio il serbo ormai è fuori fa due mesi».

A poco meno dall’inizio del calciomercato invernale manca ancora un dirigente di peso che sappia condurre le trattative: non si sta perdendo tempo prezioso?

«Onestamente dopo la presentazione mi aspettavo dagli americani una scelta immediata in un ruolo importante come il direttore sportivo. Il balletto su Sabatini forse nasconde qualche attrito interno non tra gli statunitensi ma su altre correnti. Certo c’è bisogno di un loro imprimatur sulla squadra dopo i buoni propositi elencati. Ma penso che sappiano che la situazione della squadra è grave. Sheva ha detto che c’è un piano di rinforzi. Siamo in mezzo ad un trasloco, ma bisogna fare presto e pensare al presente, forse l’hanno capito anche i tifosi. L’unica certezza del Genoa anche nel derby».

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.