In genovese colui che lavora il carbone è o carbonê. Il figlio diventa, automaticamente, o carbonìn per distinguere la discendenza. Dagli Anni ’70 e fino ai ’90 il Genoa aveva tra le proprie fila una figura storica dello sport di Varazze e di tutta la Liguria: Gerolamo Craviotto. Per tutti Carbunin, ma anche Geo. Suo padre Giovanni vendeva carbone e legna da ardere in Riviera – ecco spiegato il soprannome – prima di diventare uno tra i più stimati massaggiatori del ciclismo italiano.
Le sue mani massaggiarono i muscoli di Giuseppe Olmo (di Celle Ligure, oro olimpico a Los Angeles nel ’32), Hugo Koblet (vinse il Giro nel ’50 e il Tour nel ’51), Franco Bitossi, la locomotiva umana Learco Guerra, il campionissimo Fausto Coppi e molti altri. Tutti passarono da Varazze, ombelico d’Italia della preparazione della Milano-Sanremo, e da Giovanni Craviotto. Gerolamo, nato nel 1935, si distaccò dallo sport paterno dopo qualche anno per entrare nel calcio: nel 1973 arrivò la telefonata do sciô Rénso (Fossati), il presidente del Genoa. La sua squadra del cuore. Impossibile declinare.