La centralità di Pandev in questo Genoa

É la prima scelta in uscita, cioè quando un compagno di squadra non sa a chi dare la palla spesso la scarica sull'ex Inter che d'esperienza sa cosa farsene

Pandev
Goran Pandev (foto di Genoa CFC Tanopress)

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La prima gara di campionato ha confermato la forza del gruppo del Genoa. Tutti sono utili, nessuno è indispensabile. Quest’anno Ballardini ha a disposizione una panchina più strutturata, capace di regalargli opzioni durante la partita. Ciò comporta che il riscaldamento precauzionale di un giocatore allarmerà di più chi sta in campo. Buono a sapersi. Tra tutti gli interpreti che hanno battuto l’Empoli uno merita una speciale menzione. É Goran Pandev, uomo di poche parole ma tanti fatti: autore, tra le altre, di un primo anno buio prima della rinascita calcistica avvenuta in modo particolare l’anno scorso.

Il macedone è fondamentale per gli equilibri del Genoa. Vitale, senza esagerare, per il palleggio del Grifone. Pandev è la prima scelta in uscita, cioè quando un compagno di squadra non sa a chi dare la palla spesso la scarica sull’ex Inter che d’esperienza sa cosa farsene. Prende un fallo (sarebbe bello se tra le statistiche finali si contassero anche i falli da lui subiti), ovvero fa una finta, ovvero ci dà di prima intenzione verso l’ala o la mezz’ala. Tecnica nello spazio e nel tempo: tradotto, ossigeno durante il pressing degli avversari.

Giocatori come Pandev sono una fortuna perché nel tempo, con le vittorie ma soprattutto con le sconfitte e gli infortuni, ha imparato a gestirsi. Negli allenamenti come nelle partite, è difficile vedere il macedone in affanno aerobico-atletico. E la sua tecnica integra ogni seduta di ogni lavoro, con il conseguente beneficio per i compagni di squadra. Pandev sarà ancora una volta – a 35 anni – protagonista in Serie A. Essendo impensabile che giochi le circa quaranta partite annue, il macedone ha le spalle coperte con Medeiros (finalmente a piena disposizione per Ballardini dopo un’estate tribolata), Bessa e il cambio di modulo al 3-5-2. La forza è del gruppo ma nel gruppo c’è un calciatore di qualità superiore.

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