Caro Sheva, cari 777 Partners, in attesa del mercato fate qualcosa di rossoblù

C’è da ingaggiare al più presto un direttore sportivo di grande livello, che possa aiutare il tecnico del Genoa per le sue scelte: l'allenatore deve trovare anche soluzioni per la squadra in vista del derby

Sirianni Preziosi
Vittorio Sirianni

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Dispiace, dispiace davvero per quel grande giocatore e uomo di sport che si chiama Shevchenko. A guardarlo, sembra disperato, con quel suo sguardo nel vuoto, con quella sua rassegnazione addosso.
E davvero, va detto, in questo momento il Genoa sembra come quei caseggiati sventrati dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale: macerie, solo macerie. Lasciate, ahinoi, da Preziosi e raccolte da questo “Pallone d’oro” che tutto pensava di trovare nel Grifone, tranne che otto infortunati, ed ora anche il Covid è tornato ad affacciarsi, dove aver disgregato un anno fa la squadra a inizio campionato.
Certo, quello che si è visto a Torino è preoccupante: crediamo sia giusto puntare l’attenzione sulla pochezza della squadra e sulla nullità tecnico-tattica mostrata finora dalla rosa. E Sheva purtroppo ne è il responsabile, anche perché una parvenza di gioco e di impostazione tattica non si sono ancora visti.
Fanno paura gli zero tiri in porta durante 90 minuti, fanno paura queste continue altalenanti prestazioni dei vari giocatori (da Biraschi a Vasquez, disarmanti a Torino). Nella totale mancanza di palle offensive, due “povere anime”, Ekuban e Bianchi, là davanti chiuse da una vecchia volpe come Chiellini, erano “anime perse” nel deserto.
Insomma: le giustificazioni a questa situazione ci sono, dagli infortuni, a certi momenti sfortunati, al nuovo allenatore, ma comunque qualcosa va immediatamente riveduto e corretto.
Si ha la sensazione che anche la dirigenza non sappia cosa fare se non continuare trionfalmente di questa società che diventerà di livello europeo al più presto.
Sia chiaro, ormai le “macerie” lasciate da Preziosi sono evidenti, ma ciò non significa far buon viso a cattiva sorte e dormire, non curando tutti i tanti problemi. Sarebbe intanto importante che qualcuno desse una mano, dal punto di vista tecnico, a Sheva e al suo Tassotti: ad esempio nominare un direttore sportivo di grande livello che riesca a indirizzare i due ex milanisti (bravi certamente, ma ormai persi in questa giungla rossoblù) verso soluzioni pratiche e orientate almeno per ora ad attenuare questi “crolli”, per poi, a gennaio svolgere una campagna acquisti intelligente, che sappia davvero ricostruire tutto l’edificio.
Tutto quello che s’è detto, lo ribadiamo, non vuole essere un’accusa ad alcuno, ma solo l’incitamento a fare qualcosa di “rossoblù”, a capire possibilmente che con problemi così gravi non si può andare avanti, anzi si va molto indietro verso il baratro della serie B.
Venerdì ci sarà il derby, in un momento delicatissimo per il calcio genovese, con il presidente blucerchiato Ferrero arrestato, e con il Genoa in un momento molto travagliato. Sono passati i tempi delle grandi stracittadine piene di colori e di entusiasmo: quei tempi fantastici per i gol entusiasmanti di Milito o per le cartoline sul gol di Branco. Il momento calcistico attraversato dalle due genovesi è triste e malinconico.
Comunque, visto che il calcio è imprevedibile, chissà che questo derby non spalanchi improvvisamente una porta verso un cielo sereno e foriero di buone cose….magari in rossoblù: chissà!
Vittorio Sirianni

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