Cambiare subito il Genoa brutto e senz’anima: c’è l’Udinese

Davvero una brutta pagina, non solo tecnica. Sabato c'è una gara importantissima per il Grifone: bisognerà conquistare tre punti fondamentali

Sirianni Preziosi
Vittorio Sirianni

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Brutta e senz’anima: parafrasando una celebre canzone di Riccardo Cocciante, che si dissocia. Il Popolo rossoblù non solo è d’accordo sul brutta, ma aggiungo senza coraggio, senza motivazione, senza forza, senza spinta morale, senza voglia di lottare. Davvero una brutta pagina, non solo tecnica, ma anche e soprattutto etica, diciamo, purtroppo, senza dignità.

E soprattutto inspiegabile. E qui, direbbe qualcuno, irrisolvibile. Ma non è così. Anche i grandi drammi, se capitano a persone a persone responsabili, vanno prima affrontati e poi risolti. Non prima, ovviamente, di cercare le cause del disastro.

Si sa, quando arriva una tempesta che sta per affondare la nave, la colpa non è solo del comandante: le responsabilità sono un po’ di tutti. Evidentemente nel Genoa, tutti hanno sbagliato. Dai vertici sino all’ultima riserva.

E allora, nel caso del Grifo sotto accusa vanno tutte le componenti del “fatto-calcio-rossoblù”. E forse, a questo punto, non vale molto spingere il coltello nella piaga per rendere ancora più angoscioso il problema e soprattutto le soluzioni.

Qualche riflessione va fatta quindi: per la verità, dobbiamo dire che dopo il pari con l’Atalanta e soprattutto dopo la convincente prova con il Milan in Coppa Italia, l’inserimento dei tre nuovi acquisti (Hefti, Ostigard, Yeboah) aveva dato l’impressione che la costruzione della squadra si stesse assestando con una certa razionalità. Hefti, ad esempio, aveva avuto anche un otto in pagella. Ebbene, contro la Fiorentina ha avuto 4,5: perché? Ecco una delle cose inspiegabili. E ancora, perché è stata affidata la squadra a Konko e non, ad esempio, a Chiappino, con esperienza plurima e ottimo conoscitore dell’ambiente rossoblù? E ancora: perché con tutti questi cambi di tecnici, si sono accavallati moduli su moduli di gioco, creando alla fine una gran confusione? Dai primo moduli dell’incerto Sheva, a quello da lui preferito (4-3-3), ai due moduli di Konko (4-3-1-2 e poi 4-4-2): perché tutto questo? E potremmo continuare a trovare situazione che hanno portato al drammatico risultato del Genoa in piena zona retrocessione.

Ad esempio: si ha la sensazione che anche la nuova struttura della società sia ancora abbastanza poco assestata, al di là della certezza dei nomi e dei responsabili. E’ apparso evidente che gli americani abbiano voluto cancellare totalmente l’organizzazione precedente della società rossoblù (ammesso che ci fosse con Preziosi) è apparso evidente. E questo, se da un lato dovrebbe far bene, puntando ad una vera svolta che guarda a scenari più alti (non si è parlato di Europa e di Champions?), dall’altro ha praticamente cancellato quella “genovesità” che costituiva da anni la vera anima, il vero cuore rossoblù.

Ecco, queste sono situazioni reali: cosa accadrà ora? Onestamente è difficile prevederlo. Certo è che la patata bollente è in mano a 777 Partners che irresponsabili non lo sono davvero. E’ notizia di ieri: Labbadia non verrà, si cerca un nuovo titolare per la panchina rossoblù. I nomi si conoscono: Ballardini, Maran, Nicola e anche Gattuso. D’accordo, la situazione non è semplice, ma proviamoci: smettiamola di pensare di essere “all’ultima spiaggia” oppure “ormai siamo in serie B”. Fino all’ultimo bisogna tentare di raggiungere la salvezza: sabato prossimo c’è l’Udinese, bisogna provare, con orgoglio e convinzioni, a tutti i costi di conquistare tre punti importantissimi e fondamentali.

Vittorio Sirianni

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