Burdisso: «Studio da direttore sportivo, voglio tornare in Italia»

L'ex Genoa e Boca: «Sarebbe bellissimo organizzare un'amichevole tra Xeneizes a Marassi»

Burdisso Genoa Boca Juniors
Nicolas Burdisso, ex difensore e direttore sportivo del Boca Juniors (dalla sua pagina Instagram)

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Da Genova all’Argentina. Il solito filo rosso(blù) che lega due terre di mare a migliaia di chilometri di distanza è teso da Nicolas Burdisso. «Genova è stata una tappa bellissima, ho avuto la forza di rimettermi in discussione. L’ambiente è pazzesco, la città segue il calcio come una religione: mi sono sentito a casa. I tifosi del Grifone pretendono due cose dai propri giocatori: dare sempre il massimo e vincere il derby. È stato bello condurre la squadra al sesto posto con Perotti e Rincon, dei ragazzini a mio confronto. Gasperini? Fortissimo, lo spogliatoio era impressionato dalle sue riunioni tecniche».

E chi meglio di Burdisso, ex difensore di Genoa e Boca Juniors (dove ha svolto altresì un ruolo dirigenziale nel Segretariato Tecnico), può realizzare il sogno dell’amichevole tra due club storicamente cugini? «Sarebbe bellissmo farlo a Marassi, tra Xeneizes in campo e sugli spalti. Le città sono profondamente collegate» spiega durante una diretta Instagram con Gianluca Di Marzio.

Burdisso è un calciatore che riceve affetto trasversale da ogni popolo che ha rappresentato in campo: Inter, Roma, Genoa e Torino. Dopo il ritorno in patria, il futuro è in Italia ma non come allenatore: «Voglio fare il direttore sportivo: prima dell’emergenza coronavirus partecipavo al corso a Coverciano. Il ds è una figura ben costituita in Serie A, ho imparato molto da Oriali, Branca, Sabatini e Petrachi. Al Boca ho ricostruito umanamente la squadra dopo la finale di Libertadores persa contro il River Plate a Madrid».

«Il livello del calcio argentino si è abbassato perché la concorrenza interna è venuta meno, in campo vedo molta confusione. I ragazzi di diciotto o diciannove anni si sentono già pronti per il salto nel calcio europeo. I club d’Argentina devono valorizzare i settori giovanili e migliorare l’organizzazione perché perdono facilmente i propri calciatori migliori» conclude Burdisso.

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