La prevenzione come strumento deterrente della pubblica sicurezza. Lo ribadisce con fermo garbo Silvia Burdese, Questore di Genova, all’indomani degli scontri avvenuti in città a causa del derby del 25 settembre. «Come nella sanità, è meglio la prevenzione che la cura: si opera finché è possibile e, laddove la prevenzione non riesce a raggiungere il proprio risultato, e talvolta capita in vari contesti, scatta la polizia giudiziaria – spiega la dottoressa Burdese, ripresa da Primocanale – Nel caso del derby siamo diretti dall’autorità giudiziaria e sicuramente le indagini ci daranno le risposte che stiamo aspettando. L’obiettivo rimane la prevenzione e laddove ci sono reati si deve intervenire con buone indagini per poter procedere a riconoscere gli autori degli illeciti».
Dieci arresti, quindici persone denunziate a piede libero. La Digos sta passando al setaccio molte registrazioni video per scoprire l’identità di altre centinaia di violenti hanno dato vita e alimentato gli scontri urbani. Il Ministero degli Interni richiede una risposta molto forte: da Genova può arrivare la risposta all’escalation di violenze di vario genere nel calcio, come si evince anche dalla maxi indagine a Milano che, alle prime luci dell’alba, ha portato all’arresto di 18 ultrà di Inter e Milan indagati a vario titolo per associazione per delinquere, con l’aggravante del metodo mafioso, estorsione, lesioni ed altri gravi reati (misure cautelari firmate dal gip Domenico Santoro ed eseguite dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, della Squadra Mobile e della Guardia di Finanza di Milano coordinati dalla DDA della Procura della Repubblica di Milano).