Brusco risveglio per il Genoa a Verona: ora occorre concretezza con la Lazio

Il Grifone deve continuare ad avere consapevolezza delle proprie possibilità e ha le potenzialità per poter conquistare altri punti

Sirianni Preziosi
Vittorio Sirianni

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Avevano chiamato Blessin il “Signore dei sogni”, con le sue scivolate sull’erba ad abbracciare i tifosi, con il suo entusiasmo, otto partite senza sconfitte, soltanto tre gol subiti. Sembrava che il Genoa potesse davvero volare verso il sogno della salvezza.

Ma, si sa, anche nelle belle favole alla fine può apparire all’improvviso la strega maledetta. In questo caso si è chiamata Verona, una strega niente male, in verità, anche se alla vigilia qualcuno pensava che potesse trasformarsi in dama di beneficenza.

E’ andata male anche perché al Grifone succede spesso nella sua lunga vita calcistica: basta un momento felice per iniziare subito i trionfalismi. Tutti a dire: «Vinciamo a Verona…» e i tifosi, in 3mila al Bentegodi, a far festa. Insomma l’entusiasmo un po’ fanciullesco, tipico del popolo rossoblù, per altro ammirevole, ogni tanto gioca brutti scherzi.

Ora tuttavia vale la pena cercare di capire cosa potrà succedere nelle prossime tappe. Diciamo subito che non è proprio il caso di fare drammi, questo campionato è strano, si “vive” di partite che non si sa mai che percorso avranno.

Bisogna intanto continuare ad avere consapevolezza delle proprie possibilità e il Genoa ha le potenzialità per poter conquistare altri punti. Ad esempio, domenica, il Cagliari riceve la Juventus: probabilmente perderà e allora qualcosa potrebbe cambiare. E’ inutile ora continuare a stabilire di chi sia la colpa se il Grifo si trova in questa situazione. Inutile continuare a ripetere che si doveva acquistare in gennaio un bomber da 10-12 gol: inutile dire che andava benissimo Piatek, d’accordo ma Piatek è andato alla Fiorentina perché i viola avevano tanti soldi.

Inutile continuare a sottolineare che Blessin ha cambiato cinque giocatori tra un tempo e l’altro. Sappiamo che i rossoblù sono tutti uguali dal punto di vista tecnico, sono bravi calciatori, ma nessuno è in grado di essere un leader o di offrire quel valore aggiunto che servirebbe per alzare l’asticella della tecnica e della qualità.

La partita col Verona è stata tutto sommato equilibrata: alcuni rossoblù sono stati discreti, altri modesti, altri ancora disperati, giocatori che per otto gare avevano dato garanzie, poi hanno fallito il loro compito al Bentegodi.

Ma questo non vuol dire che l’organizzazione di squadra sia mancata: come diciamo da tempo, sono mancate le motivazioni di quasi tutti i giocatori. Al di là degli accorgimenti tattici (che spesso lasciano il tempo che trovano) il Genoa è mancato di temperamento, è sembrato che tutti fossero colpiti da “quell’ansia di vittoria” che aveva avvolto un po’ tutti, squadra, dirigenti, allenatore, tifosi.

Insomma, il “sogno di una notte di mezza primavera” non si è avverato, ma ciononostante l’entusiasmo rimane e il Grifone dovrà andare avanti senza sensi di colpa.

Anzi, questa sconfitta può servire molto, soprattutto a far capire che il troppo entusiasmo a volte gioca brutti scherzi. Si deve recuperare il senso della realtà: come si dice, piedi per terra.

Domenica arriva la Lazio. Ebbene: il tifo ci sarà, il recupero emotivo dovrà tornare ad essere molto alto. E soprattutto dovrà dominare quella consapevolezza che il Genoa, dopo aver perso solo una gara dopo nove giornate (attenzione, non è un brutto dato), può serenamente ritrovare quella consapevolezza che lo ha caratterizzato per questi ultimi due mesi. Arriva l’Aquila laziale, il Grifone pensi solo a darle una colossale graffiata…

Vittorio Sirianni

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