
Una serie di problemi fonici ha complicato l’esecuzione di “Creuza de ma” a Sanremo. Stamane il Corriere della Sera ha scritto di «disastro tecnico» che ha coinvolto prima il microfono di Bresh e poi il bouzouki di Cristiano De André, che dietro le quinte hanno dato sfogo a tutto il fastidio per gli accaduti. Buona la terza (esibizione) per il duo genovese composto da Bresh accompagnato dal figlio del grande Fabrizio. Ai microfoni di Rai Radio 2, De André ha spiegato: «Ci è rimasta un po’ di tensione ma siamo riusciti a stemperarla quando ci hanno detto di risalire sul palco e cantare per la terza volta».
La rivista di musica Rolling Stone mette in pagella un bel 7 per la coppia d’artisti, tra i più positivi della serata delle cover: «Esecuzione piena di problemi tecnici rifatta due volte. Ci sono tracce di Mediterraneo nel suo pezzo e quindi ci sta che Bresh abbia deciso di fare la canzone italiana, ligure e al tempo stesso panmediterranea per eccellenza con Cristiano De Andrè. Se ti porti lui, finisce per essere sovrastato. Va bene anche così: Bresh sta facendo un buon Sanremo». Bresh, in gara con “La tana del granchio”, ha cercato di dissacrare il momento e gli errori dei tecnici postando sui social un divertente fotomontaggio che lo vede al posto di Diego Milito alzare le tre dita al cielo. Il Principe indicava i gol segnati in un indimenticabile derby, il cantante invece i tentativi prima di concludere il pezzo per intero.
Invece, non è piaciuta (voto 5) la versione di Olly de “Il pescatore” interpretata assieme a Goran Bregovic e la Wedding and Funeral Band: «È decisamente più da wedding che da funeral questa versione, e anche Olly canta come il cugino della sposa dopo qualche bicchiere di troppo, finendo per perdere il senso della canzone. L’aggiunta “Tu canti lai-lalla-la e tutto si risolverà” è da daspo».

Non solo, perché il Genoa è molto presente a questo festival di Sanremo. Dopo le maglie donate a Carlo Conti, Gué, allo stesso De André, oltre al trio Cassano-Adani-Ventola, ieri sera è stata la volta di Topo Gigio.
