Braglia: «Meglio concludere subito il campionato»

L'ex portiere del Genoa: «Credo che l’unica soluzione in questo momento sia questa: l’azienda calcio deve darsi una regolata, pensando a risanare i club»

Braglia
Simone Braglia (Foto Pianetagenoa1893.net)

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«La cosa più importante è che ripartano prima le aziende e poi il sistema calcio». Simone Braglia è intervenuto a “Derby in terrazza” su Primocanale per discutere delle prospettive del calcio italiano, duramente colpito dall’epidemia di Coronavirus. L’ex portiere del Genoa eroe di Anfield, oggi consulente finanziario, dà la sua visione sulle difficoltà dei club: «Non credo che il campionato possa ripartire: che calcio sarebbe? Senza tifosi sugli spalti non è il massimo: sarebbe meglio smettere. Credo che l’unica soluzione in questo momento sia questa: l’azienda calcio deve darsi una regolata. Tra pochi giorni c’è un importante passaggio che interessa l’azienda calcio è il rating del debito pubblico italiano che se dovesse essere valutato come spazzatura ci saranno gravi problemi anche per i club. L’azienda calcio, come tutte le aziende, deve stare attenta a non andare in default».

GIOCATORI STRANIERI – «Se contiamo le prime cinque squadre in campionato, che sono anche quelle che incassano più soldi dai diritti tv, devo fare una precisazione. Ammettiamo che sia un numero di 30 giocatori per squadra: sono in totale 150. Su questa cifra, gli italiani sono appena 20: la maggior parte, quando smetterà di giocare, andrà via con le proprie disponibilità finanziarie e impoverirà il nostro Paese».

CORONAVIRUS OPPORTUNITA’ O PROBLEMA? – «Può essere un’opportunità per risanare le società. Si deve tornare a puntare sui settori giovanili che sono stati il valore in passato del sistema calcio. Per risanare i club, si dovranno vendere i pezzi più pregiati: sarà un calcio più povero, ma non importa».

Infine, Braglia ricorda un simpatico aneddoto di quando giocava con la maglia del Grifone: «Ho fatto mangiare a Francesca Mantovani un pezzo di torta rossoblù»

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