Braglia: «La proprietà e i calciatori non hanno riguardo alla vita del Genoa»

«Ballardini? Il nuovo allenatore dovrà conoscere bene l'ambiente rossoblù» spiega l'ex portiere

Braglia Genoa Piatek
Simone Braglia (foto di Genoa CFC Tanopress)

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.

Intervenuto a margine de “Il Salotto del Grifone” nel post partita di Pianetagenoa1893.net di Benevento-Genoa 2-0, Simone Braglia ha tenuto un accorato discorso sullo stato di crisi rossoblù: «Ricerca della genoanità? Inutile continuare con la stessa nenia… Il problema è l’oligarchia societaria, dove Preziosi vuole fare tutto da solo e non accetta altre figure professionali a suo fianco, soprattutto se queste sono pro-tifoseria. Per il bene del Genoa, affermo che il nuovo allenatore debba conoscere l’ambiente, a differenza di Maran, e il tipo di approccio da avere anche con i calciatori, altrimenti costui rischia di essere schiacciato dalla proprietà».

Sul gruppo squadra rossoblù: «E’ inverosimile che nessun calciatore abbia parlato a Benevento dopo una sconfitta così grave. I giocatori ci devono mettere la faccia, come accadeva ai miei tempi con Skuhravy, Collovati o Signorini, a torto o a ragione. La convivenza con i genoani e con il territorio genovese è difficile ma a lungo andare migliora se alla base c’è sincerità. Il distacco club-tifoseria fa male perché non è percepito quanto il genoano stia male con questi risultati».

«Io al Genoa? Mi sono sempre domandato perché non faccia parte dell’azienda calcio, forse perché sono troppo realista. Sono amato dalle famiglie, a livello di settore giovanile, ma non dalle proprietà. Quando dico “no”, lo dico per il bene del club cui appartengo. Ormai tutto si muove con il denaro ma il denaro dovrebbe essere la conseguenza della passione, della fatica, della sofferenza e dei sacrifici. Questo calcio, governato da pochi, ha smesso di essere credibile: il genoano, come tutta la Genova imprenditoriale, non chiede risultati o trofei ma tempo, impegno e sudore nell’impegno del lavoro. Ciò che ha più valore è la vita del Genoa, cosa che oggi non è più presa in considerazione da questa proprietà e da questi calciatori» chiosa Braglia.

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.