Braglia: «Andreazzoli somiglia a Bagnoli: parla poco, lavora tanto»

«Radu? Diamogli tempo, è giovane e deve lavorare tantissimo» spiega l'Eroe di Anfield

Braglia Genoa Piatek
Simone Braglia (foto di Genoa CFC Tanopress)

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Intervenuto durante “Gradinata Nord” su Primocanale, Simone Braglia ha ripercorso una storica partita del Genoa che oggi compie ventotto anni. Quella contro il Real Oviedo in Coppa Uefa: «Mi tremavano le gambe per l’importanza che la piazza dava alla partita. Essere il paladino di quella squadra che si affacciava in Europa dopo molti anni è ancora motivo d’orgoglio. Contro l’Oviedo feci un intervento fondamentale nella ripresa: dovetti smanacciare sopra la traversa un tiro deviato da Torrente. Caricola e Skuhravy fecero il resto».

«Seimila tifosi nelle Asturie? Mi sentivo il guardiano di un qualcosa che poteva dare delle gioie come dei dolori alla tifoseria. Giocavo in un grande Genoa, questa era la mia fortuna» spiega Braglia.

Il ribattezzato “Eroe di Anfield” torna sul Genoa attuale: «É stato costruito in maniera ottimale, come non accadeva da anni. Sono conteto dell’operato della società. Andreazzoli somiglia tanto a Bagnoli: parla poco e lavora tanto. Persone così fanno la fortuna della società. Osvaldo non amava reclamizzare se stesso, Aurelio è solo diverso dal punto di vista tattico perché i tempi sono cambiati»

«Radu? Vado con i piedi di piombo, deve lavorare tantissimo per aspirare a prendere il posto di Handanovic. É giovane, in porta è bravissimo ma deve fare esperienza: diamogli tempo perché il portiere è il ruolo più delicato. In ogni caso tenderei a valorizzare un giocatore mio e non altrui» conclude Braglia.

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