Blessin stecca nella gestione della partita: sostituzioni improduttive

Il tecnico tedesco insiste con i cambi "uno per uno" ma senza estro e inventiva

Pajac Blessin Genoa
Blessin spiega qualcosa a Pajac (foto di Genoa CFC Tanopress)

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La gestione della partita è forse più importante della preparazione della stessa perché a fare la differenza è la capacità di reagire all’imprevisto il quale può essere tanto un gol con deviazione quanto una contromossa dell’allenatore avversario che scombina i piani iniziali. Sotto il berretto bianco Blessin malcela una strana parsimonia verso la declamata migliore panchina della Serie B, quasi volesse mimetizzare i luccichii di taluni calciatori che finisce per non inserire a partita in corsa: una ritrosia al cambiamento tattico ben visibile nelle pervicaci sostituzioni cosiddette “uno per uno” poiché prive di estro od inventiva e spesso producenti, salvo Venezia, il medesimo risultato come se fossero operazioni aritmetiche. Il Genoa ha un organico vasto che concede al tecnico svevo il lusso di cambiare uomini con diverse caratteristiche ma, soprattutto, di modificare le disposizioni in campo: l’importante, però, è cogliere il momento giusto ed essere pratici pescatori dalla panchina.

I venti minuti finali contro il Parma lanciavano un messaggio eloquente: il Genoa non aveva più energie per alzare il baricentro e la squadra di Pecchia era sbilanciata alla ricerca dell’insperato pareggio. Inoltre Pajac, tormentato da Mihaila, e Gudmundsson erano da tempo in riserva eppure sono stati in campo l’uno fino a essere sconvolto e travolto dai crampi e l’islandese fino a incorrere nella seconda ammonizione quando, invece, Coda ed Ekuban, una lama nella difesa ducale, sono stati grottescamente tolti da mister Blessin prima del prevedibile. Era tempo per un morigerato 5-3-2 di sana copertura pur di difendere i tre punti ed aumentare il traffico davanti all’area di rigore e attaccare la profondità regalata dal Parma partendo dai blocchi posti al di quà della linea di metà campo. In quei momenti convulsi, dove non è facile per nessun allenatore mantenere la lucidità, un ruolo decisivo lo gioca l’immediatezza dei messaggi che provengono dalla panchina: l’utilizzo della lingua italiana è fondamentale, non solo nelle conferenze stampa.

Il Genoa di Blessin ha giocato meglio con il Parma che con il Pisa ma ha vinto soltanto in Toscana per la diversa e più bassa qualità degli avversari, ieri pomeriggio sconfitti persino dal Südtirol. Stavolta, però, sono mancati due punti e l’occasione di staccare le altre diciotto concorrenti del torneo davanti a un pubblico straordinario come ha avuto modo di rimarcare Buffon nelle segrete del Ferraris. L’assunzione di colpa di Frendrup, un giovanissimo dotato di uno spiccato senso della responsabilità che lascia ben sperare, non è dovuta perché sbaglia soltanto chi fa e il danese, che ha tardato ad accorciare su Estevez presidiando una zona innocua dell’area dopo la battuta del calcio d’angolo fatale, è stato tra i migliori in campo e tra le migliori conferme della passata stagione. Un punto di riferimento per i prossimi mesi quando la gestione della partita sarà certamente più importante della preparazione della stessa.

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