Blessin, il meno esperto ma il tipo più tosto della corsa salvezza

Il tecnico farà giocare solo chi può dare tutto, le mezze misure non servono più

Blessin Genoa
É giunta l'ora di mister Blessin (foto di Genoa CFC Tanopress)

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Sarà un epilogo di stagione per cuori forti, ammesso che non lo siano già state le precedenti trentaquattro partite, l’ultima delle quali ha tolto il fiato a un Popolo abituato a soffrire come professa la fedele tradizione genoana. La Serie A vivrà una volata per la salvezza che a quattro giornate dal termine, per talune cinque, coinvolge un lotto di squadre eterogeneo dentro il quale ciascuna di esse ha pregi e difetti per chiamarsi fuori dallo scudetto dei peggiori: il calendario, il jolly del recupero, la sterlità offensiva, la condizione psicofisica, l’ambiente, la desuetudine a lottare per la vita, e altre carte nel mazzo degli imprevisti. Immancabile il Genoa, scafato attore della pellicola italiana per non retrocedere, protagonista di due diciassettesimi posti negli ultimi tre anni e incapace di chiudere nella parte sinistra della classifica ormai da sette stagioni: è proprio vero, dove c’è un guaio, c’è il Grifo.

Tra gli allenatori retrocedendi Alexander Blessin, assieme a Zanetti, è il meno esperto, non solo per età anagrafica: rispetto a Mazzarri, apparso tatticamente confuso al Ferraris e poco lucido nelle dichiarazioni post partita, e a Didi Nicola, un grintoso specialista di rimonte, il tecnico svevo sconta l’inesperienza di non essere mai stato coinvolto in carriera nel vortice retrocessione. Tuttavia, ciò non rende Blessin un totale sprovveduto perché è proprio nel momento di maggiore difficoltà che è emersa la sua forte personalità nell’assumersi l’onere di scegliere: ha stroncato Maksimovic in diretta tv dopo l’inquietante prova ostentata contro la Lazio (non meno colpevole anche al Bentegodi) e, sotto di due gol a Milano, ha sorvolato sul rifiuto di Criscito di subentrare negli ultimi minuti inserendo, invece, il placido Hernani che per ironia della sorte ha quasi sfiorato la marcatura di testa non fosse stato per un prodigioso intervento di Maignan.

Blessin ha un carattere forte che cela efficacemente dietro la sua mimica, al di là dei ricami digitali che gli si possono cucire addosso. É un tipo tosto, anche in allenamento, che non ama stare con le mani in tasca: un duro che sa farsi rispettare dallo spogliatoio rossoblù. E, non di meno, quando traccia una linea difficilmente regredisce, soprattutto se c’è da tenere alta la concentrazione nella fase cruciale della stagione. Gioca solo chi può dare tutto. Le mezze misure non servono più fino al 22 maggio. Milan Badelj, il picconatore del Casteddu, ha detto bene spingendosi, seppur di poco, oltre le “finalissime” da disputare o da vincere, banale retorica che ormai prorompe persino dalle bocche degli amatori della domenica mattina: «Le prossime partite del Genoa sono come passaggi del turno di un torneo, o dentro o fuori». Il derby varrà il passaggio in semifinale. Sarà un epilogo di stagione per cuori forti.

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