Blessin ha ridato gioco e speranza: ma niente illusioni, la strada per la salvezza è difficile

Per fortuna i tifosi, come hanno dimostrato sabato scorso nella gara con l’Udinese, stanno capendo quello che Spors e il tecnico tedesco hanno in testa

Sirianni Preziosi
Vittorio Sirianni

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In questa imprevedibile crisi genoana, mai vissuta da tanti anni così profonda, hanno dovuto scomodarsi persino gli Stati Uniti e la Germania per dare una mano a questo club.

Dice il maligno: «Ora sta a vedere che arriverano anche Biden e la Merkel per dare un aiuto…».

Battute a parte è vero che ormai il rossoblù si è tinto di “Stelle e strisce” e di “Sturm und drang” (“Tempesta e impeto” come affermava il movimento romantico tedesco).

Peccato che ormai la genoanità si stia perdendo, ma d’altra parte il calcio si è internazionalizzato e anche il Genoa (come diverse altre società italiane) ha una proprietà straniera. Entrando nel merito di questa nuova e imprevedibile situazione (mai avremmo pensato che a Pegli si sarebbe parlato solo tedesco) va detto che, al di là di ogni sensazione, dopo la prima gara firmata Blessin si è avuto come un momento di respiro, vedendo la squadra rigenerata, come si è visto nel pareggio contro l’Udinese, con una maggiore voglia di fare e con una certa determinazione mai vista prima durante questa stagione. Dunque un momento di speranza che lascerebbe pensare che le cose si stiano mettendo al meglio.

Sia chiaro: al Popolo rossoblù va raccomandato di non lasciarsi subito andare ai trionfalismi e alla certezza che ormai tutto sia a posto. Si conosce la caratteristica psicologica dei genoani: grandi e immediate esaltazioni seguite da improvvise forme depressive.

Blessin ha portato con sé, questo va detto, la forza e il coraggio di un’impostazione tedesca: basta vederlo come si muove fisicamente, come accenna a reagire, come sa urlare (ricordate Trapattoni?).

Blessin Genoa
Mister Alexander Blessin (foto di Genoa CFC Tanopress)

E soprattutto come sembra aver instillato ai suoi giocatori quel carisma che è tipico dei tecnici europei, quelli che hanno esperienza di calcio internazionale.

Da questo punto di vista la scelta di Spors è stata giusta: aver svoltato rispetto a tecnici italiani (pensate: Preziosi in due anni ne aveva assoldati nove…) con visione limitata al nostro campionato (a parte la filosofia di Gasperini) verso nomi che conoscono il mondo europeo, con la speranza che se questo percorso scelto dai tedesco-americani costruirà una squadra gradualmente competitiva, potrà arrivare a traguardi di alto livello.

Naturalmente, per realizzare queste idee e ottenere risultati ci vuole tempo e pazienza. Ecco perché, oggi, il tempo per rimanere in serie A è limitato: per fortuna i tifosi, come hanno dimostrato sabato scorso, stanno capendo quello che Spors e Blessin hanno in testa e, forse per la prima volta, accetteranno di avere pazienza.

Purtroppo il calendario è difficile, però dopo la trasferta di Roma, il Grifone incontrerà la Salernitana al Ferraris, il Venezia in trasferta e l’Empoli di nuovo al Tempio. Se i rossoblù seguiranno i consigli di Blessin: «Come un branco di lupi, aggreddire, correre e difenderci così», e ancora se un giocatore «perde la palla deve riprenderla in 8 secondi per poi arrivare in area avversaria in 5 secondi» chissà che non si riesca a vedere un nuovo Genoa.

Sinceramente sembra di essere caduti su un altro pianeta a sentir parlare di “Gegenpressing”, abituati a come siamo stati in passato a guardare partite giocate come alla moviola.

Massima attenzione dunque, niente trionfalismi, piedi a terra e la speranza che Spors, Blessin, Deschacht, Eckart, oltreché Hefti, Yeboah, Ostigard e magari i possibili futuri acquisti Amiri, Holse, Solbakken, e qualche altro scovato nelle nebbie tedesche, ridiano al Genoa quello splendore che manca da tempo immemorabile.

Vittorio Sirianni

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