Biraschi meglio di Izzo: il futuro è suo

Nell'idea di difesa di Ballardini i laterali scalano in avanti con una frequenza minore degli anni addietro. Uno stile di gioco che esalta le caratteristiche del giocatore romano

Biraschi
Davide Biraschi smista palla (foto di Genoa CFC Tanopress)

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La partita monumentale di domenica incorona Davide Biraschi. Il difensore barbuto del Genoa è in costante ascesa da qualche mese e presto toccherà l’apogeo di rendimento. E’ diventato imprescindibile per gli equilibri della retroguardia rossoblù dopo aver iniziato a giocare con continuità. Biraschi è il degno e meritorio prosecutore della ricca tradizione di difensori destri del recente passato: Konko, Bega, Papastathopoulos, Biava, Roncaglia, Izzo. A modo loro, e con le rispettive caratteristiche, hanno interpretato il ruolo con allenatori e in momenti diversi. Gasperini richiedeva qualcosa di diverso da Ballardini, e viceversa.

Una tradizione ormai più che decennale vuole che il terzino destro del Genoa sia aggressivo, con e senza palla. Un mastino educato, per usare un ossimoro. Biraschi è uno di loro e come loro sta trovando la giusta dimensione al Genoa. Arrivò dall’Avellino, proprio come Izzo, peraltro con le stesse referenze tecniche. Dopo un anno passato da riserva e un altro da subentrante di lusso per i continui infortuni del napoletano, Biraschi è il titolare. E chi lo schioda dopo un inizio così brillante? Attualmente è difficile trovare un terzino destro italiano in forma come lui: sicuramente Roberto Mancini ne avrà tenuto conto e venerdì a pranzo si saprà qualcosa di più.

Biraschi meglio di Izzo, non è una provocazione ma dati oggettivi. Nell’idea di difesa di Ballardini i laterali scalano in avanti con una frequenza minore degli anni addietro. Biraschi è più utile di Izzo, più funzionale al Genoa e le sue caratteristiche tecniche sono esaltate dallo stile di gioco. A Frosinone ha interpretato una gara monumentale, tra l’altro con una mano sola: parte del corpo basilare per un difendente. Il romano sta acquisendo una maturità e intelligenza che fino all’anno scorso era a lui ignota. O meglio, la studiava in Barzagli, il suo riferimento. Adesso la traduce anche in campo. La partita monumentale di domenica incorona Davide Biraschi.

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