Ballardini: «Noi cerchiamo di condizionare da subito i nostri avversari»

Sugli stimoli da dare alla squadra, Davide Ballardini lo dice in romagnolo: «Mursê n’te fèrr, mordere il ferro»

Ballardini Genoa
Mister Ballardini (foto di Genoa CFC Tanopress)

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Ai microfoni di Sky, Davide Ballardini sviscera il pari interno con l’Udinese. La prima domanda analizza un primo tempo molto intenso e poi le occasioni nel finale della partita. Nel secondo tempo – gli viene fatto notare – c’è  stata forse più paura di perderla che voglia di vincere. Questa la riposta del mister: «No! C’è stata voglia di vincerla sempre ed il grande rispetto e la grande considerazione per l’Udinese che sono bravissimi nel ricomporsi, sono bravissimi a non darti alcuno spazio alle loro spalle, alle spalle dei difensori; e poi sono straordinariamente efficaci a ripartire perché hanno dei giocatori di grandissima qualità, di grandissima gamba. Il Genoa cercava di costruire, di mettere in difficoltà l’Udinese ma dall’altra parte sai che sono tremendi se gli concedi spazi».

Molta accortezza nei cambi. Quasi sempre utilizzati cinque cambi, questa volta solo tre. In panchina, alcuni giocatori molto giovani non sono pronti per partite così delicate, gli viene chiesto: «Era una partita molto equilibrata, una partita dove vedevi una squadra che stava bene in campo, vedevi giocatori che comunque stavano bene e quindi fai fatica a muovere qualcosa perché è una partita molto equilibrata».

Luca Gotti ha detto che il Genoa è l’Udinese si somigliano per tante cose. I principi di gioco forse divergono. Scamacca quando diventerà un giocatore utile dal primo minuto? Davide Ballardini: «La nostra idea è che noi cerchiamo di condizionare da subito i nostri avversari, già nella loro metà campo cerchiamo di prenderli, di condizionarli e di provare a farli sbagliare già nella loro metà campo. L’Udinese questa sera, ma anche nelle ultime partite che ha fatto, sono stati straordinariamente bravi a ricomporsi e a mettersi nella loro metà campo; ti lasciano una metà campo libera e poi giustamente, ed immagino che sia dovuto anche al fatto che loto hanno dei giocatori da contropiede straordinari perché sono rapidi, sono abili, le mezze ali hanno forza, conoscono l’inserimento quindi la loro idea per me è questa, ovvero di lasciarti giocare e poi ti trovano scoperto e ti fanno molto male. Questo han fatto col Sassuolo, questo hanno fatto col Milan, han fatto in tante partite ed hanno avuto ragione. Per quanto riguarda Scamacca, bisogna che siamo chiari: il Genoa prima di tutto ha il dovere di essere una squadra compatta, equilibrata, dove tutti si impegnano nelle due fasi di gioco. Noi abbiamo quattro attaccanti e fino ad oggi cinque con Pjaca che può fare l’esterno in un’altra disposizione. Quindi, in un’altra situazione puoi anche costruire una squadra dove metti un centravanti, che può essere o Destro o Scamacca, metti magari due mezze punte e giochi magari con la difesa a quattro. Ma l’idea nostra, oggi, era quella di non dare tanti riferimenti all’Udinese che ha tre difensori centrali alti 1,90. L’idea nostra era di non dare riferimenti a loro, di attaccare gli spazi e di creare spazio. Scamacca è un ragazzo molto interessante e lo sappiamo. Io credo che la squadra venga prima del singolo giocatore».

Genoa e Udinese simili ed un dato lo conferma: da quando è arrivato Ballardini, il Genoa è ad un passo dall’Europa e nel girone di ritorno l’Udinese è quarta in classifica. Salvezza cosa fatta, anche se Davide Ballardini farà gli scongiuri. Come si regalano stimoli alla squadra, in che modo si dà la voglia di andare avanti, di avere dei traguardi specifici se ci sono. Davide Ballardini non è della stessa opinione, sulla salvezza quasi acquisita: «Il Genoa ha ventotto punti. Quando noi siamo arrivati, il Genoa aveva sette punti e non era certo nella situazione dell’Udinese e quindi questo è già un dato importante. Sappiamo bene che per raggiungere la salvezza devi fare altri dieci, dodici punti e fare dieci, dodici punti per una squadra come il Genoa bisogna… in dialetto romagnolo si dice “mursê n’te fèrr”, che vuol dire mordere il ferro, perché la nostra situazione… oggi abbiamo giocato contro una squadra che è fortissima. Tutte le squadre che incontriamo sono davvero molto competitive perché dietro al Genoa, oggi, ci sono delle squadre importanti. Il Genoa non ha raggiunto l’obiettivo, e la fame e l’attenzione sono massime perché non ti puoi permettere di rilassarti un attimo».

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