Ballardini avanti con i lavori salvezza: ora iniziano gli incontri diretti

Nel calcio del periodo Covid l'imponderabile richiede programmazione e condivisione di scelte

Ballardini Regno Genoa
Mister Ballardini e il vice Regno spartiscono le direttive per l'allenamento (foto di Genoa CFC Tanopress)

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Da sabato iniziano gli incontri diretti che non rappresentano un altro modo di nominare le consultazioni tra partiti della maggioranza. Da marzo in avanti, infatti, scatta un campionato profondamente differente, seppur in linea di continuità, con i mesi precedenti: un nuovo torneo, insomma, dove il pareggio vale un po’ di più del canonico punto – e non certo per misero interesse di bottega o provincialismo – e la sconfitta è più difficile da assimilare dopo una rincorsa estenuante. Un tratto di stagione già esplorato dal Genoa nell’ultimo quadriennio di Serie A, costellato da salvezze conseguite al termine di talune partite (e incroci di partite) la cui trama costantemente drammatica ricalcava i tratti pesanti degli spareggi di una volta. Da Modena ’88 a Firenze 2019: la storia è ciclica ma il pathos dentro l’agone rossoblù resta immutato e pur sempre una fine materia da psicanalisi ancora colpevolmente ignorata dagli eredi del pensiero di Freud.

Tuttalpiù, dopo ventisei giornate di campionato, la novità consiste nel fatto che il Grifone stazioni ben oltre il quartultimo posto in classifica nonostante sia andato in contro a un periodo di naturale flessione. Difficile sapere se Ballardini e il suo staff abbiano preventivato tale calo atletico della squadra, dato che nel calcio moderno anche la preparazione fisica è divenuta scienza esatta oggetto di calibrazione millimetrica; è, invece, piuttosto facile immaginare che il tecnico del Genoa sia avanti con i lavori salvezza in virtù dei venti punti sudati e meritati in tredici partite dall’insediamento. Tredici uscite le maturò anche Maran la cui tribolata gestione, peraltro non esclusivamente imputabile al mister di Trento come ammesso da Badelj, portò in dote una qualificazione agli ottavi di Coppa Italia – tutt’altro che scontata – e sette punti in campionato: tre volte di meno rispetto a Ballardini benché con il doppio dei problemi sopravvenuti anche per forza maggiore.

Il manifesto andamento a rilento accusato contro l’Inter, favorita per lo scudetto, e la Roma, mattatrice in Europa League, può essere giustificato uscendo dalla retorica vetusta e brutalmente consumata del “pensiamo a una partita alla volta”, oppure “ogni partita vale come le altre”. Non è vero: nel calcio del periodo Covid (il post è ben lontano) l’imponderabile richiede programmazione e condivisione di scelte, talvolta forti ed enigmatiche per i tifosi, che l’allenatore è chiamato a intraprendere facendo leva sulla sua piena e indiscutibile autonomia. Ballardini ha pesato i recenti avversari e ha capito che per avere un’opportunità di vittoria nel derby, poi dissolta a causa di una leggerezza su palla inattiva, occorreva risparmiare le fiches dal piatto nerazzurro. Capiterà così anche in futuro, a partire da sabato, quando ulteriori mosse del mister del Genoa saranno funzionali a convogliare le risorse per vincere gli imminenti incontri diretti.

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