Badelj, quanto pesa l’assenza di Strootman

Il croato è fuori condizione e paga l'assenza del tulipano: chi giocava a suo fianco fioriva

Badelj Genoa
Il tracciante di Badelj (foto di Genoa CFC Tanopress)

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Milan Badelj ha perso la bussola del centrocampo, proprio lui che è il produttore di gioco del Genoa. In grave ritardo di condizione fisica e privo di una precisa collocazione in campo come se l’imperdonabile assenza di Kevin Strootman, fedele spalla di reparto nella cavalcata salvezza della scorsa stagione, gli avesse tolto la terra sotto ai piedi: l’olandese ripuliva i palloni, il croato li arpionava stazionando sulla linea di intercetto. Era un altro Genoa, con nove undicesimi differenti, ma pur sempre un Genoa dall’identità tattica chiara e, non di meno, con più tecnica in mediana visto che Zajc non poteva segnare a cinquanta metri dalla porta ma sbagliava pochi possessi. Il deludente avvio di stadione di Badelj, certamente non aiutato dalla situazione confusionaria in casa rossoblù, fotografa più in generale la situzione del pencolante centrocampo del Genoa, raffazzonato a spanne in estate con doppioni di minore spessore tecnico rispetto al sacrificato olandese, seppur aventi caratteristiche identiche.

Ballardini non ha trovato le misure all’interno del centro nevralgico del gioco con continui cambi di modulo – di fatto contro il Sassuolo il mister ha abiurato la trovata del secondo tempo di Cagliari – e frenetici spostamenti di giocatori, l’esatto contrario dell’esagerata inflessibilità tattica professata dal debuttante Dionisi con il subentro di Goldaniga, idolo della Gradinata Nord, ritardato all’inverosimile sotto i continui calci d’angolo sparati dal Genoa nel finale di partita. Il mister deve prendere una scelta definitiva per togliere di mezzo ogni equivoco tattico: giocare stabilmente con due mediani, come sembra più naturale, comporta il sacrificio di Rovella o Badelj, posto che la collocazione ideale di Touré è davanti a una difesa a tre oppure come interditore a fianco di un metodista, mentre l’altra opzione dei tre uomini a centrocampo implica l’impiego di una mezz’ala di gamba e di dinamismo come Cambiaso – equivarrebbe a riportarlo al suo ruolo originale – o il desaparecido Galdames.

Senza solidità a centrocampo e con una difesa lenta nell’accorciare i talvolta trenta metri di distanza tra i due reparti la squadra diventa disorganica e vulnerabile agli attacchi, infatti contro il Sassuolo il Genoa ha rischiato l’imbarcata nella prima mezz’ora poiché non contrastava la superiorità numerica al centro che gli emiliani creavano alzando i terzini Toljan e Rogerio, costantemente dentro al gioco. La spinta sulle fasce di Kallon, Ekuban e Cambiaso, parimenti all’emersione di Rovella rispetto a un irriconoscibile Badelj, ha creato opposizione e ha finito per abbassare di parecchi metri il baricentro del Sassuolo, per lo più spettatore nel secondo tempo del Ferraris. L’assenza della grande personalità di Strootman, poco prolifico e con un’autonomia fisica ridotta ma in compenso dotato di un’intelligenza posizionale unica, è palpabile in un centrocampo genoano prevedibile e arido di idee: chi giocava a fianco del tulipano fioriva. Badelj era uno di questi.

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