AUDIO, Andreazzoli: «Il Genoa mi ha fatto ritornare adolescente. Vivo emozioni uniche»

«Giochiamo per i risultati, ma raggiungerli attraverso il piacere del giocare bene mi dà più gusto. I calciatori devono essere felici, così rendono al massimo»


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Inizia ufficialmente l’avventura di mister Andreazzoli sulla panchina del Genoa. Nella sala conferenze del Museo del Genoa l’ex tecnico dell’Empoli  ha vissuto il “battesimo del fuoco” con la prima conferenza stampa in sansa rossoblù. Con il mister è stato presentato anche lo staff che lo accompagnerà in questa esperienza.

Interviene l’ad Zarbano: «Ripartiamo dalla serie A dopo gli errori dell’anno scorso, è importante, il mister ha la stessa voglia di fare bene come noi».

Prende la parola mister Andreazzoli: «Sono veramente contento di essere qua, ringrazio il presidente e l’ad per avermi scelto. Mi sono sentito corteggiato, sono felicissimo di poter allenare una squadra dalla storia incredibile come il Genoa, ma non solo per questo: ho la possibilità di poter vivere l’esperienza di essere genoano. La retrocessione con l’Empoli è stata una sofferenza, ma è avvenuta in una situazione ideale perchè quando riesci ad uscire da uno stadio come San Siro, contro una squadra come l’Inter, dopo una grande prestazione con gli applausi dei tuoi tifosi e degli avversari la retrocessione è degna, fa male ma è degna. Mi sono sentito onorato nel sentire il Genoa, da adolescente ho vissuto qui a Villa Rostan: è un ritorno per me. Ricordo la prima volta al Ferraris, sono sensazioni che ti restano dentro. Ho ricevuto telefonate da alcuni compagni di allora e hanno le mie stesse emozioni. Sono felice di poter rivivere le sensazioni vissute da adolescente. Ho l’abitudine di guardare avanti, mai indietro. Abbiamo le idee chiare, so dove voglio arrivare, la società ci ha dato ampio mandato sul lavorare come vogliamo. Consapevoli di quello che ci aspetta, abbiamo idee chiare e motivazioni forti, le useremo per perseguire i nostri obiettivi. L’interesse del presidente è partito da lontano, credo che il Genoa sia un ambiente che non ti fa tentennare: ho entusiasmo e l’idea mi è piaciuta subito. Vorrei vivere le emozioni del mondo rossoblù che ho intravisto da fuori. Su Youtube ho visto il film “Gradina Nord”, l’ho inviato ai miei collaboratori perchè lo facciano proprio. Li si sente cosa vuol dire essere genoani: sofferenza, sacrificio e partecipazione, tutto sotto il segno dell’appartenenza. Voglio dare soddisfazioni a questo ambiente e ritornare a quell’appartenenza che può sprigionare delle forze notevoli. Credo che il compito di un allenatore sia quello di far fare alla squadra il massimo che ha come disponibilità, questa deve essere la tendenza, poi le strade per perseguirla sono tantissime. Non posso permettere alla squadra di scendere in campo senza certezze, affinare dettagli e situazioni rendono una squadra davvero una squadra, ma serve un pochino di tempo: questa è l’unica controindicazione. Il sistema va incontro alle caratteristiche dei giocatori, non alleneremo un sistema soltanto, ma dei principi di gioco. Il progetto genoano? Può rispondere meglio Alessandro (Zarbano) ma credo sia fare bene nel tempo, non un progetto a breve scadenza. Mi auguro di non mettere paletti, penso che l’interesse del presidente è quello di costruire una squadre forte, l’obiettivo  è fare una squadra forte. Sono abituato a parlare di serietà nello spogliatoio prima di tutto, non solo dei calciatori ma di tutto l’ambiente che circonda lo spogliatoio. Se l’ambiente spinge nella stessa direzione il giocatore può avere solo benefici, questi vantaggi portati in campo li trasmetteremo alla Gradinata e a tutto lo stadio. Pochi limiti ma una certezza: non si transigerà. Chi ha questa mentalità sarà il benvenuto, chi non sposa questa linea di pensiero con me non può lavorare, non sono un dittatore ma ho questi presupposti. Tutte le componenti devono andare in un’unica direzione, ma dipende da noi, da me e dai miei collaboratori, dobbiamo farlo a Pegli e poi lo trasmetteremo a tutti. Giornalmente ci sarà la possibilità per tutti di vedere il nostro lavoro. Naturalmente tranne i due giorni prima della gara. Tutti potranno verificare il nostro lavoro. Ero già favorevole a questa squadra, mi piaceva già l’anno scorso. ovviamente tutto è migliorabile. La società ha dimostrato di essere molto operativa, il mercato è appena iniziato.Tutto quello che è stato fatto fino adesso mi piace, la volontà del presidente, lo ripeto, è di voler fare una squadra forte e di qualità. Credo che siamo già a buon punto, per quanto vedo, abbiamo il tempo per completarla. Per me il periodo di preparazione è importantissimo, nascono tante cose, nasce la mentalità, non hai il problema delle gare, si tenta di entrare nella testa nei calciatori: è la cosa più difficile. Devo entrare nella testa anche di chi orbita intorno alla squadra. Se hai un gruppo già fatto è un notevole vantaggio, l’ho chiesto alla società e anche loro la pensano come me. Oggi andrò a vedere Pegli, i miei collaboratori ci sono stati già due volte. Questo mi piace, una società che riconosce di dover migliorare le strutture è una società seria. Oggi voglio vedere, voglio rendermi conto. Se ti piace il lavoro che fai lo fai con piacere, non esistono lavori in cui non esiste la felicità. Se c’è felicità la partecipazione è totale, noi dobbiamo provare a rendere i calciatori felici. La partecipazione a una gara non è un’operazione a cuore aperto, ma bisogna andare in campo con la voglia di divertirsi. Si divertono i calciatori, si divertono anche i tifosi. A Empoli abbiamo dimostrato questa predisposizione al piacere di giocare, credo sia un obbligo nei confronti di chi fa sacrifici per venire allo stadio dovergli dare una giusta soddisfazione regalando uno spettacolo degno: è un obbligo. Logico si gioca per il risultato e bisogna rendere la squadra produttiva, se lo fai tramite il bello c’è più soddisfazione. Su Hiljemark ho buone notizie, ma verificheremo appena inizieremo gli allenamenti. Su Sturaro i tempi sono definiti, sta andando tutto bene, ma c’è da aspettare. Prima di diventare collaboratore di Spalletti, avevo fatto una ventina d’anni da allenatore in prima in tutte le categorie. Ho avuto questa possibilità datami da Spalletti prima a Udine e poi alla Roma. Mi ha permesso di confrontarmi con tanti allenatori importanti. Nel 2013 con la Roma ho avuto la possibilità di vivere un’esperienza importantissima, in un contesto particolare. Abbiamo ottenuto ottimi risultati ma tutto è stato rovinato dall’esito della finale di Coppa Italia. Tutto ciò mi ha reso quello che sono. Fortunatamente, nonostante l’età, ho la possibilità di fare e di dire  tutto ciò che mi pare, non ho vincoli di nessun tipo. Questa libertà mi permette,forse,  di arrivare all’obiettivo con più facilità. Speriamo di trovare calciatori che siano bravi, la caratteristica fisica o tecnica incide fino a un certo punto, ma siamo noi a doverci adattare al calciatore bravo, perchè se lo è abbiamo maggiori garanzie. Non possiamo dire ora quello che non è confermabile. Appelli alla tifoseria? Non ne faccio, le parole non servono a nulla, servono i fatti, se li faremo daranno i risultati che ci auguriamo.  Se ho parlato con Criscito? Non ho parlato con nessun calciatore». Si congeda così mister Andreazzoli, dopo una conferenza lunga e ricca di spunti.

Alcune puntualizzazioni da parte dell’ad Zarbano. «Il minimo sindacale sarà centrare la permanenza in categoria. Il mercato è appena iniziato, lavoreremo di comune accordo con il mister, compatibilmente alle esigenze del mercato vogliamo creare una squadra adatta alle esigenze del mister. L’ossatura della squadra sarà pronta per il ritiro, proveremo a farlo, poi ci saranno degli aggiustamenti. Il mister ha già detto che vuole riportare entusiasmo fissando delle regole chiare che vogliamo trasferire in campo ottenendo risultati che possano generare entusiasmo sia nella tifoseria che in tutta la città».

Clicca il lettore qui sotto per ascoltare tutta la conferenza di Andreazzoli.

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