(S)Visti da Lontano – Amarcord: tutti gli attaccanti argentini della leggendaria storia del Genoa

Se arriverà Claudio Spinelli arricchirà la galleria dei puntero della nazione sudamericana: il primo fu Stabile, passando per Boyè e Verdeal, sino ad arrivare a Milito, Palacio e Boselli

Stabile Genoa
Guillermo Stabile con la maglia del Genoa (Foto da Wikipedia)

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Claudio Spinelli, se arriverà, non passerà indifferente. O sarà un crack o sarà un fenomeno “parastatale”. Comunque resterà nella leggendaria storia del Genoa.

Le foto di questo ragazzino sono chiare ed eloquenti per quei genoani che hanno passato gli “anta”.

Le punte fanno sognare di loro. Le punte argentine mandano preventivamente in delirio il Popolo rossoblù. A prescindere dai risultati effettivi. Il Genoa ha avuto spesso attaccanti provenienti dal paese di Papa Bergoglio e la loro storia in molti casi è diventata leggenda.

La storia iniziò con Guillermo Stabile, capocannoniere dei primi mondiali disputati in Uruguay nel 1930. Il giocatore giunse a Genova tra il tripudio della folla assiepata al porto per vedere da vicino il suo arrivo. Neanche il tempo di riposarsi che Stabile la domenica giocò mettendo la firma sulle tre reti che permisero ai liguri di superare il Bologna. Il suo percorso a Genova fu sfortunato. Nonostante due fratture alle gambe, “El Filtrador” regalò all’allora nominato “Genova 1893” 42 partite e segnò 16 gol, oscurando un altro attaccante argentino giunto in quel periodo: Antonio Juan Ganduglia, 15 presenze e soli 3 soli gol nel 1932-1933.

Altro grandissimo attaccante fu El matador Julio Libonatti: arrivò al Grifone nel 1935, dopo aver segnato ben 150 gol al Torino, secondo miglior marcatore di sempre nella storia granata.

Vera leggenda del Genoa fu Juan Carlos Verdeal: in una partita contro il Modena, con il campo ridotto ad un pantano per la pioggia, palleggiando partì quasi da centrocampo arrivando senza far toccar palla a terra fino al gol. Calciatore e uomo straordinario, mise a segno 31 gol in 98 partite, alcune epiche come la vittoria per 3-0 contro il Grande Torino.

Nel 1949-50 il tridente argentino d’attacco Aballay, Alarçon e Boyè detto “El Atomico” regalò al Grifone diversi gol e un numero leggendario di pali (Aballay). Boyé, dotato di un tiro straordinario, giocò solo 18 partite mettendo a segno 12 reti poiché, per problemi di ambientamento della moglie, approfittò di un trasferta a Roma per prendere l’aereo e tornare in Argentina.

Bomber Calvanese, al Grifone nel 1959-1960, è rimasto più nella storia del Catania che in quella del Club più antico d’Italia.

L’arrivo di Bruno Pesaola, nel 1961, sembrerebbe voler rilanciare la storia dei grandi attaccanti argentini al Genoa anche per i mitici “nineteen-sixties”, ma i risultati saranno opachi. Nemmeno l’oriundo Antonio Angelillo, grande amante della dolce vita, lasciò nel 68-69 un segno degno delle sue grandi giocate nell’Inter del Mago Herrera.

La relazione viscerale tra Genoa e attaccanti argentini si interruppe negli anni 70-80 e 90.

La passione si riaccende d’improvviso nel dicembre 1997: è l’arrivo di Ariel Lopez dal Lanus ad accendere i sogni della Genova rossoblù. Sono anni bui e sono buie anche le prestazioni di “El chupa”. Anche la speranza che il fantasista Adrian Ricchiuti (sempre da Lanus) fosse il nuovo Maradona svanisce presto e lascia il Genoa alla sua agonia.

La storia cambia con l’arrivo di Enrico Preziosi nel 2003 e di Diego Milito nel 2004. Nessun immagina che quel ragazzone, chiamato “El Principe” per la somiglianza all’uruguagio Francescoli, sarebbe diventato nell’anno di grazia 2010 il più forte centravanti del mondo. Epico il 2 contro….zero e la tripletta nel derby di ritorno 2008-2009.

Preziosi porta una serie di calciatori di altissimo livello: Ezequiel “El Pocho” Lavezzi resterà un rimpianto enorme per il Genoa 2005 che non fu.

Fernando Forestieri sarà ricordato per la vittoria al Torneo di Viareggio e per essere stato l’ennesimo presunto erede di Maradona a smarrirsi.

Lucho Figueroa entrerà nei cuori dei tifosi più per l’impegno che per le prestazioni, troppo condizionate dagli infortuni. Ma i gol contro l’Odense in Europa League non saranno dimenticati.

Nel 2009-2010 l’Argentina-mania è alle stelle. Terza maglia “albi-celeste”, a strisce bianco e azzurre, Hernan Crespo a guidare l’attacco rossoblù ed El Trenza Rodrigo Palacio a svariare e suggerire. E’ un Genoa sempre più argentino.

Ma dopo Milito l’argentino più amato resterà Mauro Boselli, centravanti di scorta che il 5 maggio 2011 condannerà con un gol al sesto minuto di recupero la Sampdoria alla retrocessione in Serie B.

L’eredità di questi argentini è troppo pesante per Lucas Pratto, il Cammello, giunto a Genova sotto la guida di Malesani nell’estate 2011 e riparto nel gennaio 2012.

Claudio Spinelli, se arriverà, comunque vada sarà ricordato sia per i fin troppo facili cori da Gradinata sul suo cognome, sia per aver fatto innamorare schiere di donne e ragazzine grazie alla sua bellezza da modello nel tempo libero. In ogni caso arricchirà la storia degli attaccanti argentini del Genoa.

Spinelli
Claudio Spinelli
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