ASPETTANDO GENOA-MILAN: nel 1965 un punto per uno…fa male ad entrambi

La divisione della posta non servì al Grifone, impegnato nella lotta per non retrocedere, e al Diavolo che lottava con l'Inter per lo scudetto

Gianfranco Zigoni

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Correva l’anno 1965; penultima di campionato in una giornata che propone Genoa- Milan al Ferraris. Mettiamo un po’ di ordine. Il Milan, sicuro vincitore dello scudetto 4 mesi prima, è ora in ritardo di un punto nei confronti dei cugini, la mitica Inter di Herrera che nell’occasione è spettatrice interessata in quanto il suo impegno casalingo col Catania è stato spostato al martedi. Lo stesso Milan aveva sperperato ben sette punti di vantaggio sui rivali; bottino abissale in tempi in cui la vittoria valeva ancora due punti. Il Genoa, dal canto suo era in posizione identica… ma diametralmente opposta. Terzultimo (e candidato alla retrocessione) doveva assolutamente recuperare due lunghezze ai cugini sampdoriani nella circostanza impegnati a Foggia. Dell’atmosfera che si respirava quel giorno, il 30 maggio 1965, rendeva piena idea il titolo della rosea che recitava cosi’: Genoa- Milan, chi perde, perde tutto, che vince (per ora) non vince niente. Nel Genoa guidato da Roberto Lerici era assente per un guaio al ginocchio il portiere titolare Da Pozzo (grossa assenza) sostituito dalla riserva Leo Grosso, mentre sulla fascia difensiva sinistra faceva il suo esordio un ventunenne nato a due passi dal Ferraris. Si chiamava Carlo Campora; sarà il migliore dei genoani pur in un contesto delicatissimo.

Il Milan è squadra fortissima. I nomi Rivera, Amarildo, Cesare Maldini, Mora, sono sufficienti a giustificare l’affermazione. La gara tuttavia presenta uno strano andamento. E’ il Milan naturalmente a far la partita sul piano tecnico, è invece il grifone a farla su quello agonistico; un furore davvero intenso ed inatteso. Ed è proprio il Grifone ad imprecare la sfortuna nei primi minuti quando un’ incursione di Pantaleoni con difficile conclusione a rete vede la palla colpire la traversa. Risulterà, incredibile a dirsi, l’unica azione da gol in tutta la partita. Il Genoa è solidissimo in campo, ma carente in attacco. Le sue punte Koelbl, Zigoni, Gilardoni, quest’ultimo subito out per uno stiramento (e all’epoca non erano previste le sostituzioni), producono pochissimo, e quando l’attacco è anemico è difficile vincere le partite. Il parziale di tempo, giocato ad alti ritmi, trova la sua emozione in un fallo in area subito da Amarildo, che l’arbitro De Marchi lascia correre.

Nella ripresa stranamente la partita diventa più compassata. Gioco prevalente a centrocampo e pochi palloni che filtrano in area sia da una parte che dall’altra. I fuochi d’artificio nel finale. All’88’ Lodetti, finta estrema, scaraventa in rete mentre il guardalinee sbandiera la posizione irregolare. Gol annullato che susciterà polemiche in casa milanista. Al 90’ un’incursione di Santin, viene sventata da Grosso con una parata da campione. Il triplice fischio di De Marchi sancisce uno 0-0 che suona per entrambe le squadre come le campane a morto. Il Milan, sì raggiunge in classifica l’Inter, ma i nerazzurri due giorni dopo travolgeranno il Catania con un eloquente 5-1. Dunque scudetto compromesso a vantaggio dell’Inter che nella giornata conclusiva porterà a 3 i punti di vantaggio.

Quanto al Genoa è pieno dramma che si acuisce quando si viene a sapere che la Samp è uscita imbattuta da Foggia. Resta una flebile speranza per arrivare almeno allo spareggio con i cugini. Il grifone, all’ultimo atto, dovrà battere la Fiorentina a Marassi (trionferà per 4-1) e sperare che a Bergamo la Samp e la Dea si diano battaglia. Finirà invece 0-0 in una partita in cui la palla (come si dice in gergo) non va mai oltre la metà campo. Dunque Genoa retrocesso, ma per colpe pregresse, giammai per le ultime due gare. Nessuno si sarebbe aspettato che per il glorioso Grifone sarebbe stato l’inizio del periodo più buio di tutta la sua storia. Dovranno trascorrere ben otto stagioni prima di tornar a riveder le stelle.

Genova, 30 maggio 1965

GENOA-MILAN 0-0

GENOA: Grosso, Bruno, Campora, Baveni, Bassi, Rivara, Koelbl, Pantaleoni, Zigoni, Bicicli, Gilardoni

MILAN: Barluzzi, Pelagalli, Radice, Santin, Maldini, Noletti, Mora, Ferrario, Amarildo, Rivera, Lodetti

Arbitro: De Marchi di Pordenone

Marco Colla

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