Apoteosi a Marassi, Juve schiantata

Il Genoa piega la Juve con il punteggio di 3-2 e mantiene il quarto posto solitario. Gara di straordinaria intensità 


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GENOA – JUVENTUS 3-2

RETI: p.t. 21’, 47’ Thiago Motta, 45’ Del Piero (rig.); s.t. 38’ Iaquinta, 43’ Palladino

GENOA: Rubinho, Biava, Ferrari, Bocchetti, Mesto (p.t. 42’ Rossi), Thiago Motta, Juric, Criscito, Sculli (s.t. 34’ Sokratis), Jankovic (s.t. 34’ Olivera), Palladino. A disposizione: Lamanna, Modesto, Polli, Vanden Borre. All. Gasperini.

JUVENTUS: Buffon, Zebina (s.t. 27’ Grygera), Legrottaglie (s.t. 27’ Marchionni), Chiellini, Molinaro, Camoranesi, Marchisio, Poulsen, Nedved, Del Piero, Iaquinta. A disposizione: Chimenti, Mellberg, Thiago, Giovinco, Trezeguet. All. Ranieri.

ESPULSI: Camoranesi per gioco scorretto.

AMMONITI: Ferrari, Zebina, Grygera, Bocchetti, Marchisio

ARBITRO: Rocchi di Firenze

SPETTATORI: 32.744

Una partita da Grifoni. Dal sapore antico, dalle emozioni recenti. Gli ultimi scettici sono stati accontentati: il Genoa è una grandissima squadra, al’altezza delle più blasonate big del campionato. Ne sa qualcosa la Juventus di Claudio Ranieri, annichilita sotto il profilo del gioco da undici grifoni indiavolati.

Che la musica, rispetto agli ultimi precedenti, sia ben diversa, lo si intuisce già nelle battute iniziali, con i rossoblù all’attacco a testa bassa ed i bianconeri, tanto sorpresi quanto impotenti, costretti ad arretrare fino al limite della propria area. Già al 6’ il Genoa va ad un passo dal vantaggio: Palladino raccoglie un cross dalla destra, si incunea in area e calcia a botta sicura. Legrottaglie si sostituisce a Buffon e salva sulla linea.

I padroni di casa non demordono. Anzi, alzano i ritmi, con Mesto, Sculli, Jankovic, e soprattutto Palladino, che sbucano da tutte le parti.

La Juventus si fa vedere in avanti in modo sporadico e disordinato, il Genoa, invece, quando parte è incontenibile. Al 21’ arriva il meritato vantaggio, con Mesto che si destreggia al limite con il pallone incollato ai piedi, Chiellini in scivolata allontana il pallone, e Thiago Motta di prima intenzione infila il pallone a fil di palo. Veementi proteste bianconere per un ipotetico fischio del signor Rocchi per assegnare una punizione dal limite in favore del Grifone.

La serata dell’arbitro è tutt’altro che facile. Le perplessità con cui era stata accolta la designazione trovano conferma il campo: al 45’, infatti, sono i rossoblù ad andare su tutte le furie quando viene assegnato un rigore inesistente alla Juve per una scivolata sul pallone di Ferrari ad anticipare Del Piero. Dal dischetto il capitano bianconero spiazza Rubinho.

Il primo tempo, però, non è ancora finito, ed il Genoa vuole sfruttare anche l’ultimo secondo. Uno spirito da squadra di alto rango. E Thiago Motta, ancora lui, sugli sviluppi di un corner inzucca il pallone dove Buffon proprio non può arrivare.

Splendido anche l’avvio di ripresa. Nel segno di tre uomini simbolo della generosità del Genoa: Palladino, Sculli e Juric. Le occasioni fioccano, la Juve è al gancio, ma al 13’ ci vuole Biava, appostato sulla linea, per impedire il gol a Nedved. Le cose, per gli ospiti, si complicano ulteriormente al 20’ a seguito dell’ineccepibile espulsione di Camoranesi per un’entrata assassina su Sculli.

Il Genoa cerca il colpo del k.o., ancora con il furetto calabrese, che in due circostanze ravvicinate sfiora il bersaglio grosso. La doccia fredda arriva al 38’: Nedved trova un buon varco e mette Iaquinta davanti a Rubinho per il gol del 2-2.

Il messaggio era già arrivato alla fine del primo tempo ma la Juve non lo recipisce ancora: il Genoa non sa cosa farsene del pareggio: vuole vincere e basta. E così, al 41’, ecco l’azione dell’apoteosi: Rossi si invola tutto solo verso Buffon per poi servire a centro area l’indisturbato Palladino, (il migliore in campo), che conferma la legge dell’ex regalando al Grifone tre punti da urlo.

Claudio Baffico

 

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