La crisi del Genoa di Andreazzoli è tangibile, ben oltre il 4-0 incassato a Roma contro la Lazio. Parleremo del momento rossoblù con Beppe Nuti, direttore artistico e responsabile dello sport di Antennablu, nella 140ª puntata della rubrica di Pianetagenoa1893.net “Grifo d’Attacco”.
Partiamo dal responso del campo: la Lazio ha dominato il Grifone. «Il Genoa è rimasto fermo al finale della partita con l’Atalanta. La squadra è involuta e ormai non risponde più agli stimoli dell’allenatore. Perché rinunciare a Zapata, Pinamonti (dopo le belle parole del ct Mancini) e Schöne? Confusione nelle scelte tecniche e confusione organizzativa: la Lazio arrivava al tiro con una facilità incredibile. L’emblema è il quarto gol: Luiz Felipe ha percorso indisturbato trenta metri palla al piede dalla sua area».
Non si salva nessuno da questo 4-0? «No, tutti insufficienti a parte i subentrati. Il Genoa ha perso la partita su ogni fronte. Dal centrocampo che è stato spazzato via da Luis Alberto e Milinkovic-Savic, alla imprecisione sotto porta: il gol che ha sbagliato Sanabria è qualcosa d’incredibile. E poi la fase difensiva che fa acqua da tutte le parti. Mi sembra che Andreazzoli vada ancora per esperimenti dopo sei giornate di campionato il che non è rassicurante».
Preziosi riflette sul futuro di Andreazzoli. «Riavvolgiamo il nastro. La scelta è presidenziale quindi sarebbe opportuno che Preziosi si assumesse la relativa responsabilità Onori e oneri. E’ un altro esperimento fallito dopo il periodo d’oro di Gasperini. Del tecnico non ho apprezzato le parole sugli “undici Radovanovic” pronunciate dopo il Bologna: ha inflitto un duro colpo allo spogliatoio, perdendolo definitivamente».
Il tecnico merita l’esonero? «Le scelte vanno ponderate a freddo dimenticando in fretta la partita. Non faccio altri cognomi perché è irriguardoso nei confronti di Andreazzoli. Se esonero sarà, Preziosi dovrà tenere conto che questo Genoa è strutturato per giocare all’attacco. Infine rimarco le parole del presidente (“Mai più un anno così”) pronunciate dopo Firenze».
Voglio ricordare con sincero affetto Guido Martinelli, amico e collega per molti anni
Beppe Nuti | Alessandro Legnazzi
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