Alessio Carozzino: “Ecco Juric, ritmo e grinta in allenamento come in gara”

Ormai si attende solo l’ufficialità. Salvo ribaltoni dell’ultim’ora, sarà Ivan Juric il nuovo allenatore del Genoa. Ma che cosa si devono aspettare i tifosi rossoblù dall’erede di Gian Piero Gasperini? Che tipo di allenatore è Juric e quali sono i cardini psicologici e caratteriali, oltre che tattici, del suo modus allenandi? Lo abbiamo chiesto ad […]


Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.

Ormai si attende solo l’ufficialità. Salvo ribaltoni dell’ultim’ora, sarà Ivan Juric il nuovo allenatore del Genoa. Ma che cosa si devono aspettare i tifosi rossoblù dall’erede di Gian Piero Gasperini? Che tipo di allenatore è Juric e quali sono i cardini psicologici e caratteriali, oltre che tattici, del suo modus allenandi? Lo abbiamo chiesto ad Alessio Carozzino, difensore della Primavera del Genoa nella stagione 2010/2011, che nei suoi quadri tecnici aveva proprio Juric nel ruolo di vice di Sidio Corradi.

«Ho giocato nel Genoa per 9 anni e Ivan Juric è sicuramente uno dei migliori, se non il migliore, mister con cui ho avuto il piacere di allenarmi. Dal punto di vista della gestione della squadra, Juric è un allenatore che cura ogni minimo particolare: dalla parte tecnica a quella tattica, passando per la preparazione fisica e l’aspetto medico-sanitario. Per quanto riguarda il campo – prosegue Carozzino – Juric è un tecnico molto preparato che, durante gli allenamenti, punta tantissimo sul ritmo e sull’agonismo». Già, perché è il lavoro durante la settimana a fare la differenza: sia dal punto di vista atletico che dei movimenti in campo. «Ho avuto molti allenatori che facevano allenamenti lunghissimi con pause troppo estese tra un’esercitazione e l’altra: una cosa secondo me sbagliatissima. Con Juric invece le sedute duravano meno, a volte anche la metà, ma il ritmo era tre volte superiore e l’agonismo lo stesso della domenica: tutti lottavano su ogni pallone. Allenarsi in questa maniera – racconta l’ex difensore della Primavera rossoblù – ti permette di essere sempre pronto e ciò vale anche per chi la domenica gioca di meno. Questo, secondo me, è un aspetto da sottolineare: riuscire a tenere sempre pronta un’intera squadra e avere la certezza che chiunque scenda in campo, comunque sia, darà il 100 per cento, non è da tutti».

Grinta, determinazione e sudore, oltre che applicazione tattica, in settimana come la domenica. Questo chiede e ha sempre chiesto Juric ai suoi giocatori, dai tempi della Primavera del Grifone fino al Crotone dei miracoli degli ex genoani Palladino, Paro e Modesto. Ma oltre a essere un tecnico preparatissimo dal punto di vista tattico, con il 3-4-3 di stampo gasperiniano come punto di riferimento assoluto (ma senza manicheismi), Juric è soprattutto una persona schietta e affidabile. «Oltre a essere un allenatore importante, è una persona che rispetto: un uomo “vero” in un mondo tendenzialmente popolato da personaggi falsi. Nell’anno che ho trascorso con lui, ho potuto notare questo; avevo a che fare con un allenatore che spesso andava oltre le logiche societarie e che, se doveva dirti qualcosa, te lo diceva in faccia e in maniera diretta, senza nascondersi dietro niente e nessuno. E questo – precisa Alessio – è uno dei motivi per cui riusciva a tenere tutti sulla corda, sempre sul pezzo».

Ma la domanda che tutti i tifosi del Genoa si pongono è questa: Ivan Juric è pronto per calcare il palcoscenico della serie A? «Personalmente, sin dal mio primo mese di allenamento con lui, non avevo alcun dubbio sul fatto che fosse un predestinato. Già cinque anni fa aveva le carte in regola per arrivare sulla panchina di una prima squadra. Inoltre, sono convinto che se quell’anno Gasperini non lo avesse chiamato con lui all’Inter, forse sarebbe arrivato in serie A ancora prima. Tuttavia, visti gli innumerevoli allenatori bruciati negli ultimi anni a causa di questi immediati salti di categoria, il percorso che ha fatto può solo avere incrementato le sue capacità». Capacità tattiche e di interazione con i giocatori, trattati come uomini ancora prima che come calciatori professionisti. Per avere il loro rispetto, sostiene Carozzino, «penso sia necessaria una grande leadership, carisma e capacità di motivare e lui sicuramente ce l’ha. Se fai bene è il primo a farti i complimenti; se fai male, ti dice immediatamente dove hai sbagliato, ma cerca anche di farti capire perché hai sbagliato. Per quanto mi riguarda, con lui sono cresciuto fisicamente, tecnicamente e tatticamente come in nessun’altra stagione della mia carriera».

Il primo impegno del Genoa di Ivan Juric sarà a Neustift, sede della prima parte del ritiro estivo, dall’11 al 23 luglio. Che tipo di lavoro attende il Genoa 2016/2017? «Per quanto riguarda la parte atletica, ti posso raccontare com’è andata la nostra preparazione di sei anni fa. Non la dimenticherò mai: è stato il ritiro più faticoso e intenso della mia vita, ma con un risvolto positivo: quell’anno nessuno correva come noi! Eravamo incredibili e credo questo sia stato uno dei motivi per cui abbiamo fatto il record di punti del Genoa nel campionato Primavera. Un’intensità di questo genere ti porta a vincere anche quelle partite in cui magari non stai giocando nel modo migliore dal punto di vista tecnico, ma che alla fine riesci a portare a casa compensando il tutto con cattiveria e intensità».

Qualità che vengono fuori nei momenti difficili, frutto di uno spirito di squadra cementato dal rispetto reciproco e da un rapporto diretto tra allenatore e giocatori, senza filtri e/o regole antidiluviane. «Pur essendo ragazzi della Primavera, Juric si rivolgeva a noi come calciatori veri. Non ci venivano imposte regole stringenti assurde o chissà cos’altro: ci trattava da uomini veri e questo ci permetteva di avere molta libertà nei nostri comportamenti. Ricordo quando ci disse che non sarebbe mai venuto a dirci cosa dovevamo fare fuori dal campo, di non bere, di non fumare o cose del genere. Spettava a noi capire cosa potessimo o non potessimo fare: stava a noi decidere se comportarci come professionisti o meno. Era la nostra vita e toccava a noi stabilire come trattare il nostro corpo. Un discorso del genere ti aiuta a diventare più responsabile e più consapevole di quello che stai facendo: sicuramente molto di più rispetto a una serie infinita di divieti buttati lì a caso». Dunque, secondo Carozzino, Juric è un educatore ancora prima che un allenatore. Nella filosofia del tecnico croato, l’uomo viene prima del calciatore e il singolo non conta nulla rispetto alla squadra. A Crotone, dove aveva già militato da calciatore, i suoi dettami hanno funzionato. Juric al Genoa ha giocato dal 2006 al 2010. Se son rose fioriranno… Magari di colore rossoblù!

Roberto Bordi

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.