A Torino l’unica positiva è il punto conquistato: il Genoa ha evidenziato molti limiti

Non si erano mai visti tanti passaggi sbagliati, tante palle perse ingenuamente, poca voglia di dettare quella supremazia che era stata la carta vincente della squadra di Vieira. Solo negli ultimi 20 minuti si è visto un Grifone un poco più aggressivo con il gol di Pinamonti

Sirianni Preziosi
Vittorio Sirianni

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L’unico dato positivo della gara torinese è il punto preziosi che è stato raggiunto dallo splendido gol di Pinamonti (sempre lui, checché se ne dica).

Il punto ha significato quello che Vieira vuole raggiungere, cioè la salvezza. Ha sempre detto che non si è fatto ancora niente, nonostante che punto su punto la situazione di classifica sembra positiva per i rossoblù.

Il pensiero, oggi, non è tanto sul gioco, ma solo sui vari momenti di questo percorso, che tende alla sicurezza anti-retrocessione. Si guarda soltanto a quelle situazioni che potranno permettere al Genoa di stare tranquillo. Si ammirano i 27 punti, si pensa alla possibile vittoria sul Venezia e quindi, se ciò accadesse, sarebbe forse il vero sollievo.

Insomma si sta seguendo la strategia del tecnico, che ha sempre detto che lui è venuto per salvare la squadra e quindi bisogna soprattutto giocare per questo risultato finale. Che se poi il gioco stenta, si vedono gare (come quelle di Torino) da brividi grossi per chi crede in un gioco appena accettabile, pazienza.

Tuttavia qui val la pena fermarsi un attimo e cercare di capire cosa ha significato il punto (certamente meritato) di Torino. Perché la sensazione che questa prestazione sia stata, a nostro avviso, piuttosto disastrosa. E’ sembrato che la squadra tutta abbia avuto una curiosa “involuzione” rispetto alle ultime gare giocate che ancora avevano il marchio di Vieira, cioè un discreto gioco, una compattezza, il senso della manovra.

A Torino, specie nel primo tempo, non si erano mai visti tanti passaggi sbagliati, tante palle perse ingenuamente, poca voglia di dettare quella supremazia che era stata la carta vincente di tante belle prestazioni. Solo negli ultimi 20 minuti si è visto un Genoa un poco più aggressivo, con il gol di Pinamonti che, povera anima, dopo essere stato puntualmente massacrato dal diretto avversario, riesce a fare uno splendido gesto tecnico e salvare i suoi compagni.

Diciamo “involuzione” nel gioco rossoblù: Viera era riuscito a creare una struttura coesa, c’era la sensazione che tutti i protagonisti avevano capito come si doveva giocare, serenità in difesa, attenzione massima, un centrocampo che faceva buon lavoro di recupero e di rilancio, ovviamente con il solito problema offensivo.

Dalla gara ultima invece sono saltati fuori molti limiti: il tecnico dovrà valutare perché sono accaduti. Intanto la squadra si è “abbassata” quando, in passato partiva sempre giocando molto alto. Qualche giocatore che sembrava interessante in quel certo ruolo non funziona più, vedi Miretti, sulla fascia destra Vitinha finisce per fare il difensore e Thorsby l’attaccante.

Insomma sembra che ci sia la necessità di rivedere non tanto il modulo (a questo punto i moduli è bene che lascino il tempo che trovano) quando la giusta posizione dei vari giocatori, in rapporto alle loro caratteristiche e predisposizione.

E’ vero che esiste una panchina lunga, ma solo numericamente, perché dal punto di vista qualitativo lascia ancora qualche perplessità. Tanto è vero che ora anche Badelj rivela molti problemi fisici: mancano Bani e De Winter e l’assetto difensivo lascia a desiderare. I vari arrivati, sicuramente dotati, tuttavia sembra non siano ancora in grado di permettere un gioco più corale. Restando fermo sempre il problema offensivo. Vieira continua a riconoscere questo problema, dice che sta studiando le soluzioni, ma per ora grandi miglioramenti non si sono visti.

Detto questo, rimane il punto prezioso e la classifica consolatoria: speriamo si continui così.

Vittorio Sirianni

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