16 dicembre 1899. Nasce il Milan Cricket and Football Club. Tra i fondatori Kurt Lies, che fu anche una importante figura del Genoa

Massimo Prati: «In qualità di tifoso genoano, mi piace ricordare in particolar modo questo atleta svizzero perché, oltre ad avere lo "status" di fondatore rossonero, fu anche uno sportivo che indossò la nostra casacca rossoblù»

La prima formazione del Milan. Il primo in alto a sinistra è Kurt Lies, un giocatore svizzero che faceva parte dei fondatori del club rossonero. In seguito, Kurt Lies giocò anche nel Genoa

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Tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, Milano, che era già la città più importante del nord del paese, si stava trasformando in una città industriale e in una metropoli, per divenire la capitale economica e finanziaria d’Italia.

Tra il 1881 e il 1901, il tasso di crescita demografica della capitale lombarda era stato del 53%, e negli anni successivi la tendenza fu confermata, se non addirittura accentuata. Nel 1911 Milano aveva circa 600.000 abitanti, senza contare i comuni satelliti dell’hinterland milanese.

A livello economico, tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, si assiste alla nascita di società, imprese e banche. È il caso, per esempio, della Banca Commerciale Italiana. In questo stesso periodo, lo slancio economico milanese porta alla nascita di celebri marche in differenti rami dell’economia e della produzione: Alfa Romeo, Pirelli, Campari.

È quindi nell’ambito di queste dinamiche economiche, finanziarie, industriali e culturali che prende le mosse la storia del calcio a Milano. Una storia calcistica che possiamo fare risalire simbolicamente alla nascita del Milan.

Sulla data precisa di fondazione dei rossoneri permane qualche dubbio ma, tradizionalmente, si ritiene che questa squadra fu fondata il 16 dicembre 1899, da un gruppo di appassionati di football che si incontrava in un locale popolare, situato in via Berchet, a Milano. Ad essere precisi la fiaschetteria di Via Berchet era il punto d’incontro abituale dei soci di questa società sportiva milanese, ma il luogo ufficiale di fondazione fu l’Hôtel du Nord. Alcuni imprenditori milanesi, dei giocatori inglesi, ma anche svizzeri, fondarono il Milan Cricket and Football Club, che nel giro di un anno vinse il primo titolo nazionale, sotto la guida del suo giocatore più importante: Herbert Kilpin.

Questo giocatore inglese, prima di stabilirsi a Milano e fondare il Milan, aveva vissuto alcuni anni nella capitale piemontese. Herbert Kilpin può dunque essere considerato uno dei padri del calcio italiano, come James Spensley, Edoardo Bosio, Edoardo Pasteur ed Enrico Canfari.

A proposito di Herbert Kilpin, e del suo ruolo di pioniere del football, nella città della Mole, c’è un’interessante testimonianza. Si tratta di un articolo apparso su Il Calcio Illustrato, il 29 febbraio 1915, nel quale Kilpin parlava del suo arrivo a Torino, nel 1891, e della sua partecipazione ai primi incontri di calcio in Italia.

Nella sua ricostruzione dei fatti, dai tratti in parte comici, Kilpin racconta che in occasione delle partite organizzate dalla comunità inglese contro i torinesi, capitava che qualche spettatore italiano ‘attratto da quello che ai tempi era un nuovo sport- decidesse di prendere parte ai giochi. Succedeva così che si verificasse l’ingresso di un dodicesimo uomo nei ranghi italiani, e poi di un tredicesimo, un quattordicesimo e via dicendo. E non era cosa rara che, nel prosieguo della partita, l’undici inglese si vedesse costretto ad affrontare una squadra torinese composta da una ventina di elementi.

Ma, la testimonianza più importante di Herbert Kilpin, per ciò che riguarda l’argomento trattato in questo articolo, si ha quando il pioniere inglese racconta come, dopo due anni di tentativi fallimentari, nel dicembre del 1899 finalmente riuscì a fondare il Milan Cricket and Football Club.

Come presidente fu eletto Sir Edwards, Viceconsole di Sua Maestà Britannica. Ma, nel processo di fondazione, decisivo fu l’aiuto dei fratelli Pirelli, e di altri soci, come Angeloni, Neville, Heyes Davis e Kurt Lies.

In qualità di tifoso genoano, mi piace ricordare in particolar modo questo atleta svizzero perché, oltre ad avere lo “status” di fondatore, fatto già di per sé di notevole importanza storica, ed essere un giocatore di cui si registra anche una marcatura nella stagione del primo scudetto rossonero, fu anche uno sportivo che indossò la nostra casacca rossoblù.

Massimo Prati

Massimo Prati: classe 1963, genovese e Genoano, laureato alla Facoltà di Lingue e Letterature Straniere di Genova, con il massimo dei voti. Specializzazione in Scienze dell’Informazione e della Comunicazione Sociale e Interculturale. Vive in Svizzera dal 2004, dove lavora come insegnante. Autore di un racconto, “Nella Tana del Nemico”, inserito nella raccolta dal titolo, “Sotto il Segno del Grifone”, pubblicata nel 2004 dalla Casa editrice Fratelli Frilli; di un libro intitolato “I Racconti del Grifo. Quando parlare del Genoa è come parlare di Genova”, edito nel 2017 dalla Nuova Editrice Genovese; di un lavoro di ricerca storica intitolato “Gli Svizzeri Pionieri del Football Italiano”, Urbone Publishing, 2019; di “Rivoluzione Inglese. Paradigma della Modernità”, Mimesis Edizioni, 2020 e della seconda edizione di “I Racconti del Grifo. Quando parlare del Genoa è come parlare di Genova”, Urbone Publishing, 2020. È anche autore di numerosi articoli, di carattere sportivo, storico o culturale, pubblicati su differenti blog, siti, riviste e giornali.

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